RimarrĂ nella storia come un rammarico. Sì, l’ennesimo rifiuto di Chris Jericho ad Impact Wrestling – dopo i tanti dovuti a Jeff Jarrett e alla TNA che fu – sa d’amaro e di fastidio. PerchĂ© poteva rimanere semplicemente una scelta, ma Y2J ha voluto pure dare la propria versione.
Era bello pensare ci potesse essere una speranza, un giorno, di vederlo competere in quella che è stata per dieci anni una alternativa alla WWE. GiĂ nel 2006 fu vicinissimo al salto, ma trollĂ² abbastanza da far arrabbiare diversi fan. Poi arrivĂ² Kurt Angle e questo episodio venne dimenticato per sempre. Che ce frega di Jericho? Arrivarono anche Booker T, Hogan, Foley e tanti altri. L’ex campione indiscusso non era altro che una goccia nel mare, un ricordo sbiadito, lontano.
Poi, con l’amico Don Callis ad Impact è rinata la speranza. Eppure non si è mai concretizzata. Non che fosse possibile, ma insomma è come quella ragazza che senti su Messenger tutti i giorni e speri che prima o poi accetti di uscire con te. Ma nulla, Jericho ha preferito il bonazzo coi soldi appena arrivato in città . E ha motivato pure la scelta, pur sapendo che una buona bugia è meglio di una cattiva verità .
Jericho ha praticamente detto quello che tutti sapevano ma avevano paura di esprimere: Impact Wrestling non è una major, ma una indy di alto rango assimilabile alla Ring Of Honor. Non è piĂ¹ quella che è voluta essere, una degna alternativa alla WWE. Non lo è da tempo, ma il nuovo corso sembrava poterla rilanciare nel giro di qualche anno in una posizione di privilegio. Jericho invece ha ridimensionato il suo status, ha reso palese la realtĂ ed ora è inutile parlare di Pentagon, di Fenix, di Johnny Impact e Sami Callihan, di Brian Cage o i LAX. Si tratta di una indy che fa ppv e non è l’unica visto che ne fanno anche la MLW, la GCW e altre compagnie.
Ecco perché oggi un contratto come quello di Chris peserebbe non poco sulle casse della Anthem. Nella All Elite è parte di un tutto, ad Impact dovrebbe per forza essere il campione, il principale protagonista a discapito di chi finora ha fatto tanto per risollevare le prestazioni della compagnia. E allora c’è da dirlo: Callis e D’Amore non hanno assolutamente bisogno di lui. Hanno bisogno di proseguire su questa strada, di promuovere un nuovo percorso. E paradossalmente dire grazie proprio a Jericho: ha aperto gli occhi sul mare di opportunità esistente là fuori.