I fatti degli ultimi giorni hanno scombussolato la AEW. Ed ora Punk è forse costretto a lasciare la compagnia. I parallelismi con il suo idolo, Bret Hart, sono fin troppi. Quindi vien da chiedersi: CM Punk come Bret Hart? Be, secondo me anche peggio. Bret lasciò la WWF dopo lo Screwjob, non per diretta conseguenza sia chiaro, e passò nelle fila della WCW dove, però, i pascoli per lui non erano tanto verdi come si era immaginato. A fronte di 2,6 milioni di dollari l’anno, si impegnò a lottare molto meno che in WWF per avere più tempo libero. Tuttavia, il resto è storia: non verrà mai coinvolto in storyline di rilievo, non disputerà mai match a 5 stelle (che era una sua prerogativa) e finirà per beccarsi un superkick da Goldberg che lo costringerà al ritiro.
Più o meno, stessa storia di Punk, anche se con modalità diverse. Phil Brooks, andrà via dalla wwe in polemica (come Bret) annunciando di non voler più fare wrestling perché “gli avevano ucciso la passione per la disciplina”. Si esibirà in UFC dove perderà tutti gli incontri, farà qualche comparsata qua e là e alla fine accetterà di tornare a fare Wrestling in AEW, per quello che si immagina essere un lauto compenso. Notizia dell’ultima ora ci racconta un Punk infortunato in seguito ad una lite nel backstage, costretto quantomeno ad un ulteriore stop se non al licenziamento per mancanze disciplinari.
Punk, a differenza di Bret però, le opportunità le ha avute. Ha vinto due titoli mondiali. È stato sempre coinvolto in storyline di primissimo piano ed ha avuto anche un notevole spazio televisivo. Tuttavia, i suoi match non fanno gridare al miracolo (per inteso, qualche suo match è anche godibile, ma a nessuno verrebbe in mente di dire che potrebbe essere considerato “match of the year), e la sua permanenza in AEW di questo anno e mezzo può essere riassunta con una serie di polemiche con i colleghi e una caviglia “polverizzata”.
A salvare questo periodo breve, ma pregno di intoppi, c’è il suo star power che ha fruttato alla compagnia un bel po’ di soldi. E questo lui lo sa, eccome se lo sa. Tanto che si permette di lanciare delle delle “pipe bomb” qua e là, e di usare una conferenza stampa post-ppv per annichilire diversi colleghi che non erano presenti per difendersi, infrangendo le regole basilari del contraddittorio. Ovviamente quelli non ci stanno, e appena lo raggiungono nel backstage scoppia la rissa. Risultato? Sospensioni a gogò e Punk infortunato (sic!) e costretto ad un altro lungo stop. Va detto che ciò è inaccettabile.
Accettare di firmare un contratto non ti dà il diritto di fare quello che vuoi, quando vuoi e come vuoi. Non ti dà il permesso di fare questione personale, e ahimè anche pubblica, dei tuoi disaccordi con altri wrestler. Né ti autorizza a fare a cazzotti nel backstage rischiando di farti male (cosa che è puntualmente accaduta), soprattutto se sei appena rientrato da una assenza durata diverso tempo, mentre i tuoi fans hanno agognato di rivederti sul ring. In questo, Punk ha commesso quel peccato capitale che tanto ha attribuito ad altri, l’egoismo. Sentirsi indispensabili ti porta a fare scelte azzardate. Il problema è che, in questo caso, a pagarne le conseguenze sono gli altri, Tony Khan e i tifosi in primis.
Tirando le somme, Punk come Bret? No. Punk decisamente peggio di Bret. Anche se ha voluto più volte omaggiarlo nel ring, come anche fuori, avviando nella mente dei fans le speculazioni che forse la storia si stava ripetendo, CM Punk in AEW ha avuto più occasioni di quante Bret Hart ne abbia avute in WCW e ha goduto di una importanza maggiore. Parafrasando Karl Marx: “la Storia si ripete sempre due volte, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa” . Punk, secondo le ultime news, rischierebbe di lasciare la compagnia. E questo non a causa di un incidente sfortunato occorso sul ring (proprio come Bret, che si dovette ritirare per questo), ma perché ha discusso nel backstage con i suoi colleghi dopo averli attaccati pubblicamente. In un certo senso, se l’è cercata. E adesso ha reso un titolo mondiale vacante, ha lasciato una federazione senza il suo uomo di punta e milioni di fans con l’amaro in bocca. Grazie di averci scelto Punk! È stato breve ma intenso (forse).