L’importanza dei sindacati nel mondo dell’intrattenimento statunitense è salita sicuramente alla ribalta quest’anno con due scioperi, quello degli sceneggiatori durato per oltre tre mesi e soprattutto quello degli attori di Hollywood ancora in corso, uno sciopero che ha permesso a John Cena di presenziare per oltre due mesi negli show WWE o a The Rock di apparire in una puntata di SmackDown. Nel mondo del wrestling l’idea di avere un sindacato per i lottatori esiste da decenni, ma mai fino ad ora i lottatori sono riusciti ad avere una loro organizzazione sindacale. Sul tema si esprime da tempo CM Punk ed è tornato ad esprimersi negli scorsi giorni nel corso di un’intervista al 670 The Score in Chicago.

“Disposti a tutto anche per meno soldi”

A domanda precisa sulla necessità di un sindacato CM Punk ha risposto così: “Per il wrestling professionistico assolutamente sì. I wrestler dovrebbero avere un sindacato al 100%. E lo dirò sempre e lo dico nel modo più affettuoso possibile, i wrestler non si uniranno mai in un sindacato perché sono stupidi ed egoisti. È così e basta. Ci sarà sempre qualcun altro dietro l’angolo che vuole quello che hai tu o che magari non vuole che tu abbia quello che hai. E accetterà tutto ciò che un promoter vuole che tu faccia, ma per meno soldi. E questo è un peccato. I ragazzi non restano mai uniti.”

“Penso ci sia un problema di mancanza di posti di lavoro. Ed è anche una questione di disparità salariale. È come una guerra di classe quando il tuo capo è un miliardario e tu non vuoi agitare le acque, per così dire. E questo non riguarda il wrestling. Penso che questo si possa applicare a qualsiasi ambito lavorativo, il più delle volte. La gente vuole solo tenere la testa bassa, non mettersi nei guai e continuare la propria giornata. Questo perché, nel bene e nel male, molte persone hanno delle bocche da sfamare. Ci sono persone con figli, persone con famiglie. Si prendono cura di altre persone e non possono permettersi di perdere il lavoro. Per mia fortuna, non sono mai stato quel tipo di persona. Ho sempre pensato ‘Sì, non ho bisogno di soldi’. Tutto questo è sbagliato. E io dico alla gente che è sbagliato. Cerco di parlare con il cuore di problemi che ritengo importanti.”

A Punk è stato chiesto se si è effettivamente mosso per parlare con altre persone dell’idea di creare un sindacato, il nativo di Chicago ha così replicato: “Ho fatto delle ricerche, probabilmente non così approfondite come dovrei, se avessi intenzione di agire davvero. Sono da solo. Sai, i numeri fanno la forza. E se mai dovesse accadere, sarà proprio come è accaduto in qualsiasi altro momento in cui le persone si sono sollevate e hanno creato un sindacato o si sono battute per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori. È successo. Deve essere un gruppo di persone. Le persone devono restare unite. E i lottatori di wrestling non si uniranno mai e poi mai”.