Abbiamo constatato che, in vista del PLE Bash in Berlin, Cody Rhodes era senza sfidanti. Ciò lo ha portato a sfidare, inaspettatamente, l’amico di tante battaglie Kevin Owens. Il canadese gli aveva offerto sostegno nella guerra alla Bloodline, sin da quando a capo c’era Roman Reigns, e per tutto il periodo in cui, questi, era assente. Eppure, la sfida in terra tedesca, sembra essere impostata sullo spirito della competizione amichevole, giacché tra Cody e Owens vi è un legame di rispetto e solidarietà reciproca. Ma, nonostante inizialmente Owens è sembrato contrario (perché si riteneva immeritevole), il loro match è stato comunque reso ufficiale dal GM di Smackdown, Nick Aldis. Delle due, l’una: O erano a corto di storie, e quindi hanno contrapposto due amici per “occupare” il campione WWE. Oppure, per Owens, c’è in arrivo un turn heel.
Analizzando entrambe le alternative, c’è poco di cui gioire. Se, come credo, si sono ritrovati, all’ultimo minuto, a profilare il Prize Fighter come avversario di Rhodes, in mancanza di opzioni costruite meglio, o avversari più “naturali”, allora c’è da rivedere l’impostazione che la WWE sta sostenendo per il suo volto immagine. Come già scritto, Cody non è riuscito ancora a staccare il suo cordone ombelicale da Roman Reigns, personalità molto più ingombrante di lui, e questo sta creando non pochi problemi alla sua immagine. Sembra un campione che, oltre a qualche catchphrase ad effetto, e ad una entrata pirotecnica, non ha nient’altro di caratteristico. La sua recitazione è un po’ “affettata”, le sue esibizioni poco incisive, impelagato come è in una storyline più “accattivante” di lui. La scelta di un avversario di fortuna non aiuta la causa. Ancor meno d’ausilio è il non aver proposto Orton come sfidante, dopo tutte le avvisaglie dateci nelle scorse settimane di un suo possibile turn ai danni del campione.
Neppure l’idea di un futuro twist della personalità di KO mi intriga, a dire il vero. Penso che la sua versione migliore, da quando è approdato in WWE, sia proprio questa che apprezziamo oggi. Kevin è più “fuori controllo” che mai, ma ha maturato anche la consapevolezza di poter avere sfumature comiche che, prima, non aveva. Inoltre, la sua alleanza con Cody può ancora essere produttiva, magari in una guerra finale contro la Bloodline 2.0. C’è da chiedersi il perché, quindi, di questa sfida che, per quanto sia stata giustificata dalla bontà di Cody nella sua scelta, è prova di mordente, nonché di pregresso narrativo. Il resoconto di questi primi 5 mesi da campione WWE per Cody è assai impietoso, a mio avviso; Ciò che doveva essere il regno principale della Compagnia, e che doveva riguardare le storie principali offerte dal team creativo, risulta sempre più “gregario” del campione massimo di Raw. In questo senso, e solo in questo, il bilancio di Cody campione risulta deludente.