È presto per parlare di Collision. Cosa abbiamo avuto dalla prima puntata? Alcuni spunti, il ritorno di CM Punk. La vittoria del titolo TNT da parte di Luchasaurus, qualche polemichetta e diversi ritorni e un match che verrà ricordato per molto tempo. Ma non è (solo) tutto questo.
Per alcuni si è trattato di un Rampage con un’ora in più. Non è proprio così. Lo show del venerdì è un po’ come il giovedì universitario, un momento divertente che passa e non lascia tracce. A Collision si è notata una mano diversa. Secondo quanto riportato da alcuni giornalisti, al team booking ci sono gli FTR. E si vede che qualcosa che prefigura all’orizzonte.
Di solito alla prima puntata si sparano un po’ di cartucce. Invece Collision è andato liscio come l’olio dall’inizio alla fine. Senza correre, senza aver bisogno di fare i botti. Che tanto c’era Punk a catalizzare l’attenzione nella sua Chicago, alcuni match interessanti, i ritorni. Esagerare, aggiungere, strabordare come ogni tanto avviene a Dynamite non serviva.
Ecco, un fatto positivo. Sarebbe utile per la AEW avere tre show differenti. Non necessariamente una divisione tra A, B o C. Ma semplicemente diversi.
Anche il tavolo di commento dimostra una attitudine in tal senso. Kevin Kelly è un commentatore più compassato, più lineare di un Excalibur. Non migliore, non peggiore. Diverso. Che può piacere o non piacere. E così anche il roster, con wrestler che non necessariamente devono farsi vedere a Dynamite, ma rappresentino un unicum. Pochi ma buoni. Se questa sarà la strada di Collision, non potremo fare altro che apprezzarlo.