Benvenuti a questo secondo editoriale dedicato alla Ring Of Honor. Io sono Irish Tommy e oggi vi parlerò di uno di quei talenti a cui, a prima vista, non daresti una lira ma che alla fine è riuscito a convincere davvero tutti grazie al suo atletismo e al suo look. Parlo di Luis Martinez, meglio conosciuto come Punishment Martinez. Due metri per 110 chilogrammi abbinati ad un aspetto che lo fanno sembrare un personaggio uscito da un libro di Edward Bunker.

Nasce in Porto Rico nel 1982, salvo poi trasferirsi da ragazzino a New York, dove il padre karateca gli insegna l’arte giapponese del Goju-ryu e grazie a cui riuscirà a vincere due titoli nazionali di arti marziali. Decide di provare con il wrestling fin dal 2004, lottando di tanto in tanto in piccolissime federazione indipendenti ma senza mai prendere la cosa troppo seriamente.

”I miei primi 7-8 anni nel mondo del wrestling furono all’insegna del film ‘The Wrestler’, ci divertivamo un sacco, bevevamo tutta la notte e lottavamo in posti assurdi. Credevo che fosse così la vita da wrestler.”

Nel 2012 inizia ad allenarsi con la Monster Factory Pro Wrestling in New Jersey, una scuola di wrestling fondata da Larry Sharpe e Buddy Rogers nel lontano 1983 e che tra i propri alunni può vantare un certo Bam Bam Bigelow. Nel giro di poco tempo Martinez vince due volte i titoli di coppia e due volte il titolo massimo MFPW.

In questo periodo partecipa ad un tryout per la WWE, dove incontra l’allora Talent Scout Manager Gerald Brisco. Il WWE Hall Of Famer intuì il talento che c’era in Luis, ma fu brutalmente onesto: gli disse che con quel fisico non avrebbe potuto sfondare e che avrebbe dovuto curarsi di più se voleva far sì che quello che fino ad allora era un hobby diventasse un lavoro.

Martinez, pur essendo dotato di un ottimo cardio derivante dal suo passato da karateca, capisce di non avere il look giusto e quindi, tra il 2014 e il 2015, inizia un impegnativo percorso che lo porterà a perdere circa 40kg.

”Capì che la vita dei wrestler non era solo fare baldoria e che non potevo emulare Mickey Rourke se volevo diventare un vero pro-wrestler. Iniziai quindi ad allenarmi dai cinque ai sette giorni a settimana. Cambiai il mio corpo radicalmente e cercai di farmi trovare sempre pronto e in forma.”

Nel frattempo Delirious decide di dargli un’opportunità, lo accetta nel dojo della ROH e lo fa debuttare con il suo vero nome in un match perso contro Rhett Titus.

Nel 2016 partecipa al Top Prospect, elimina Colby Corino, ma in semifinale viene sconfitto da un Lio Rush in ascesa. Durante lo stesso anno viene affiancato a BJ Whitmer e colleziona una buona fila di vittorie, arrivando a partecipare per la prima volta al Survival Of The Fittest, dove in finale vincerà Bobby Fish.

Nel 2017 raggiunge un altro traguardo: il debutto in NJPW. Nell’evento Honor Rising fa squadra con i Los Ingobernables de Japon e il giorno dopo si rende protagonista di un buonissimo match contro Hirooki Goto, detentore allora come adesso del titolo NEVER Openweight. Nei mesi successivi a quel match, riuscirà a togliersi qualche altra soddisfazione sfidando altri nomi noti della NJPW come Tetsuya Naito e Will Ospreay.

Continua a perdere poco Martinez e inizia a volteggiare attorno al titolo Television. Partecipa per la seconda volta a Survival Of The Fittest ed è qui che conquista la sua grande occasione. Sconfigge un mostro sacro come Jay Lethal, arriva in finale con gente del calibro di Silas Young e Matt Taven e vince la title shot al titolo massimo della ROH. Nell’ultima puntata settimanale della ROH arriva ad un passo dal titolo di Dalton Castle e, pur perdendo, aggiunge un altro tassello ad una carriera che non smette di stupire.

Una costruzione durata tre anni fatta di coerenza da parte dei booker e costanza da parte di Martinez che si è sempre fatto trovare pronto. Un character che character non è: ”Odio la parola character, mi fa pensare a qualcosa di finto. Amo gli horror, la musica Heavy Metal e l’esoterismo. Io sono così.”