La Series passano agli archivi candidandosi in modo prepotente e serio come PPV dell’anno in casa WWE: buona parte del merito, non giriamoci troppo intorno, va ad i talenti di NXT che tra show settimanali, War Games e le Series hanno messo in chiaro una volta per tutte che il brand giallo/nero è il prodotto di gran lunga piú fresco ed efficace tra i tre proposti.
Una buona notizia per i fan di wrestling dunque, che finalmente hanno potuto assistere ad un PPV WWE decisamente al di sotto della media soporifera degli ultimi mesi: sono molto curioso di capire se il trend positivo cominciato per gli ascolti di NXT, in relazione alla maggiore esposizione di buona pare dei suoi talenti su USA e FOX (mica poco) possa durare a lungo, portando consequenzialmente ad una serie di vittorie nei ratings. Un dato che non sarebbe affatto da poco, se consideriamo l’enorme gap iniziale risalente a soli due mesi fa.
NXT ed i suoi talenti dunque, i veri difference makers di questo mese in WWE. Ma se dovessi chiedervi cosí, di punto in bianco, quali sono i tre talenti che con questo stint nel main roster (se esiste ancora un main ed un non main roster) hanno aumentato esponenzialmente il loro stock market, cosa mi rispondereste?
Giá sapete dove sto andando a parare insomma; di seguito elencheró il mio podio in ordine, e vi chiederei di fare lo stesso nella sezione commenti, vediamo cosa ne esce fuori. Comincio io, concedetemi questo piccolo privilegio da editorialista.
Bronze Medal: Rhea Ripley. A soli 23 anni di etá, questa ragazza ha preso lo spotlight per i capelli, lo ha trascinato dal backstage e lo ha piazzato in modo chirurgico proprio sopra la sua testa. Altezza, stazza fisica, un workrate che non fa altro che crescere in termini qualitativi ed un look da star metal, dove le impronte di HHH sono tanto evidenti quanto apprezzabili: in un contesto in cui la WWE ha faticato, dopo aver “creato” le 4 Horsewomen, a far assurgere altre atlete allo stesso livello di grandezza (Asuka gestita demmerda, Ember Moon mai capita, IIconics sottoimpiegate e via discorrendo) finalmente con la Shirai, la Baszler e soprattutto, in termini futuribili, con la Ripley la WWE ha per le mani un’altra vera star da poter buttare nella mischia in qualsiasi momento.
La prima volta che, come fan WWE, ho potuto osservarla da vicino è stato nel 2017, durante la prima edizione dei MYC: sconfitta agli ottavi da Dakota Kai, mi era sembrata piuttosto grezza ed a tratti confusionaria. Appena un anno dopo, la metamorfosi: il carbone si era giá tramutato in diamante, ed il percorso che l’ha portata in semifinale (perdendo contro Io Shirai, mica un paracarro qualsiasi) ha gettato le basi per questo suo character attuale. Un face atipico, solido, ispido e diverso per stile e per look dalle 4 superstar che l’hnno preceduta: un feud lungo e formativo contro Charlotte sembra scritto nelle stelle.
Silver Medal: Adam Cole, BAY BAY. Per tessere adeguatamente le lodi di questo fantastico performer non basterebbero tre editoriali. Carismatico oltre misura, worker eccezionale, mic skill di primissimo taglio e gestione oculata e vincente del suo character, che trova nella forza della sua stable la compensazione perfetta per la sua unica debolezza, ossia una stazza non proprio mastodontica. In poche settimane Cole ha effettuato due single matches assolutamente fantastici contro Bryan (almeno due spanne sopra) e contro Rollins, presentandosi come volto di punta di NXT e non tradendo le aspettative. In quel di War Games è stato uno degli MVP della serata, beccandosi un bump atroce dai vertici della gabbia, mentre la sera dopo (avrei preferito forse non vederlo per “vendere” piú adeguatamente la caduta ma non me la sento di lamentarmi troppo) contro Dunne ha messo su uno dei match migliori del PPV, con un pubblico assolutamente in visibilio.
Cole è il volto di NXT ed è stato presentato come tale anche a RAW e Smackdown, ed il suo stock è decisamente in salita verticale…solo una persona poteva fregargli la medaglia d’oro, dunque non ci resta che ammirarlo in tutta la sua gloria.
Gold Medal: Keith Lee. Chi mi conosce almeno un poco, sa bene che ho un debole circoscritto al wrestling per i panzoni forzuti: mentre il mondo criticava Mark Henry, io ero lí in trincea con elmo e baionetta pronto ad una carica solitaria e suicida per proteggere il mio generale il giacca color salmone. Ecco, per me Keith Lee per certi versi è una sorta di dono divino elargitomi dai numi del ruestling.
Performer della madonna sin dal minuto 0, dotato di un carisma in grado di bucare lo schermo, per molti mesi Lee ha aspettato l’unica cosa che gli mancava, ossia un’occasione. Tale chance è arrivata, vestita da Dominik Dijakovic e sotto forma di tre tra i match migliori di questa annata televisiva: le persone hanno iniziato ad accorgersi di lui, del suo talento, del suo parco mosse pressoché totale (puó passare in due secondi da un moonsault a scaraventare McIntyre in piccionaia con una spallata) e del suo carisma fisico e facciale. Keith Lee non ha limiti, e stiamo pur certi che ne è pienamente consapevole.
Come detto da HHH durante WWE Backstage, a volte una sconfitta puó valere piú di una vittoria. Mattatore del multi man match alle Series, il fist bump con Reigns alla fine del match con soli due elementi rimasti a giocarsela è un segno di approvazione ufficiale e definitivo, sia in chiave smart che mark. Oggi non è affatto da escludere che potrebbe essere proprio lui la persona giusta a detronizzare Cole non solo dalla classifica odierna, ma anche dalla vetta della montagna.
E voi che ne dite? Inserireste qualcun altro nel novero? Ansioso di sentire la vostra!