Ho iniziato a seguire il wrestling nel 1990 grazie agli episodi della WWF presenti in tv e commentati da Dan Peterson. Troppo vivace, quella mezz’ora mi teneva incollato alla tv, buono come non mai. L’effetto poi durava un’altra mezz’ora poiché rimanevo a ragionare sulla puntata successiva che sarebbe arrivata la settimana dopo. Una manna dal cielo per i miei genitori, un piacere per me.

Al tempo, non mi fu chiaro cosa fosse Wrestlemania. In tv facevano vedere solo alcuni spezzoni, intervallati da match squash di poco valore e tanti segmenti parlati. Stiamo parlando di intrattenimento, di rincorsa allo starpower e di situazioni spesso buffe. I primi contatti risalgono essenzialmente a due match: Hulk Hogan vs Ultimate Warrior dell’edizione ’90 e Virgil vs Ted Di Biase dell’edizione ’91. Scorci, molliche di pane lanciate con parsimonia. Wrestlemania c’era ma pareva un tutt’uno con un discorso generale tra house show e spettacoli televisivi. Lo era per un bambino ancora piccolo e ancora inesperto.

Poi arrivò Wrestlemania VIII. La prima vera Wrestlemania, quella che ricordo ancora con gli occhi di un ragazzino avido di conoscenza. Avevo aspettato tanto, volevo essere ripagato. Fu una Wrestlemania che mi portò a fare cose che non avrei mai pensato di fare: ad esempio tifare Hulk Hogan. Sid Justice non mi piaceva, ma era grande e grosso e tremendo da poter abbattere l’Immortale. Poi la WWF fece la scelta, che col sennò di poi avrei condannato come una puttanata epocale (perdonate il francesismo), di far arrivare sul ring Papa Shango: assieme a The Undertaker rappresentava lo spauracchio di me bambino, l’uomo nero di tanti incubi e sogni strani. Arrivò ad aiutare Justice senza che ne avesse bisogno, io mi arrabbiai moltissimo e mi esaltai nel vedere la corsa di Ultimate Warrior, accorso a pareggiare i conti. Gioia ed esaltazione, Hogan e Warrior abbracciati nel main event di Wrestlemania due anni dopo il loro grande match. Non potevo sapere dei problemi di Hulk con la WWF, dello scandalo doping che cambierà il modo di intendere il wrestler modello dopo tanti anni, le bizze da primadonna di Warrior. Un circo dorato è bello perché quando sei piccolo credi a quello che vedi e non a ciò che lo circonda.

La card è forse una delle più belle di sempre. The Undertaker scrive 2-0 e lo fa da simil-face stendendo Jake “The Snake” Roberts ma rischiando un po’. Roberts riesce per due volte ad assestare il DDT, sua mossa finale, ma è ossessionato dalla forza dell’urna funeraria detenuta da Paul Bearer: questa scelta gli costerà il ritorno furioso del becchino. La psicologia invece ha avuto la sua parte nello straordinario Bret Hart vs Roddy Piper, ben lottato e ben scritto, dove l’amicizia fuori dal ring ha dato lo sprint decisivo per formare uno dei più bei match della storia. Grande tifoso di Hart, mi indignai quando Piper decise di utilizzare la campanella per avvantaggiarsi e provare a vincere – decisione però che non sortì alcun effetto. Due straordinari professionisti per un match titolato di notevole fattura.

Al netto di questi grandi match, Shawn Micheals vs Tito Santana e Owen Hart vs Skinner e Natural Disaster vs Money Inc e il 8 Men Tag Team Match tra la giustizia (Virgil, Big Bossman, Jim Duggan & Sgt. Slaughter) e l’ingiustizia (The Nasty Boys, Repo Man, & The Mountie rappresentarono un lieto diversivo. Nel mezzo, un altro capolavoro di psicologia che lasciò stare l’importanza dell’azione in-ring per concentrarsi sul triangolo tra Savage, Elisabeth e Flair. Mai come in questa occasione, Savage ha sofferto le pene di un avversario che poteva contare anche sull’interferenza di Mr. Perfect. The Nature Boy, detentore del titolo WWF, finì per essere beffato prima da Savage per la perdita del titolo, poi da Miss Eisabeth con un potente ceffone dopo averla baciata. Sanguinante e mazziato, poco dopo ritornerà alla casa madre (la WCW) per iniziare un nuovo capitolo della sua carriera.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.