Partiamo col dire che non sono un fan delle “rivisitazioni”. Se un’idea ha avuto successo in passato non รจ detto che lo riscuota ogni volta che la si tira fuori. Anzi, vale quasi sempre l’equazione contraria. Nel 2002 la WWF decise di portare in scena l’NWO, che tanto successo ottenne in WCW, con il risultato che fu una rivisitazione scialba e del tutto “fuori tempo” dello storico gruppo. O ancora, la stessa WCW si mise in testa di mettere in scena dei “Dream match” con lottatori che in altre federazioni (in special modo nella allora rivale WWF) non si erano mai incrociati per i piรน svariati motivi. Si ricordino i vari Piper vs Hogan, Ultimate Warrior vs Hogan o Ric Flair vs Hogan. Tutti passati alla storia come match da incubo piuttosto che match da sogno.

La scelta di riesumare il Latino World Order oggi, che 20 anni fa in WCW rappresentรฒ un valido baluardo contro lo strapotere di Hogan e Co., mi ha lasciato interdetto per via del suo “anacronismo”. La stable sudamericana capeggiata da Konnan riunรฌ non solo i Wrestler di madrelingua ispanica in un periodo storico difficile per le minoranze, ma fu anche un tentativo di fare quadrato attorno alla categoria cruiseweight di allora, fortemente svilita dalla narrativa della federazione, la cui attenzione verteva su ben altri lottatori. Oggi che le condizioni sociali e professionali sono ben diverse, la rinascita del LWO sembra aver perso le originarie motivazioni, rendendo la stessa al limite dell’inutilitร . E lo fa anche per tre fattori importanti: La costanza, la caratterizzazione e il loro leader.

Per i primi tempi il gruppo appariva di rado, e quasi mai per lungo tempo. E talvolta addirittura a “scaglioni”, con Rey (che ne รจ il leader) coinvolto in solitario in altre rivalitร , senza portarsi con sรฉ il gruppo per accrescerne la notorietร . Allo stesso modo Zelina Vega, che si riconosceva come membro del gruppo solo per via della maglietta che indossava prima dei match. Insomma, una presentazione incostante e disorganica non ne ha favorito di certo lo slancio iniziale. Poi c’รจ la carenza di caratterizzazione del gruppo, che non ha mai spiegato perchรฉ si รจ formato, quali intenti abbia e quali obiettivi si prefigga di raggiungere nel panorama WWE. Come sono anche mancati i segmenti extra-ring atti a descrivere la natura del gruppo, o i “promo” dei 5 coinvolti a delinearne la personalitร . Insomma, c’รจ stato un “vuoto” narrativo che ne ha accompagnato i primi mesi di vita che, ad oggi, pare un po’ tardivo recuperare.

Infine รจ evidente come Rey Mysterio, nonostante sia un lottatore “navigato” e di esperienza, non sia il leader adatto per lo scopo. Rey ha sempre fatto la parte dell’underdog, del tizio che si accoda ad una fazione per la felicitร  dei fan, non certo un wrestler che ne prende in mano le redini presentandosi come capo squadra. Il capo di una stable deve essere in grado di dare “profonditร ” al gruppo, di elgoiarlo al microfono ed esaltarne le gesta, ruolo che ad uno come Rey Mysterio, abilissimo a far parlare le sue azioni sul ring piuttosto che la sua bocca al microfono, sembra quantomai inadatto. La scelta poi di inserire quel “Viva la Raza” ad inizio entrata puรฒ causare allergie ad un pubblico giร  sufficientemente indispettito. L’unica speranza per riportare il gruppo sotto la luce dei riflettori รจ il tradimento di Santos Escobar ai danni di Rey, con la conseguenza di estrometterlo dal gruppo che diverrebbe una “esclusiva” del primo. Magari un Latino World Order heel puรฒ essere una novitร , distaccandosi da ciรฒ che fu per essere un qualcosa di “nuovo”, e sicuramente di piรน intrigante.