Il dibattito si è acceso ed è davvero molto caldo. I media americani si stanno rincorrendo a vicenda per poter dare per primi i dettagli del possibile approdo di CM Punk e Daniel Bryan in All Elite Wrestling. Se la notizia dovesse essere confermata dai fatti, sarebbe un colpaccio per Tony Khan e gli altri che, due anni fa, avevano a malapena idea di cosa fare con questa federazione. Ora invece il progetto sta assumendo dei contorni molto interessanti per tutti i fan di wrestling, che tifino la WWE, la AEW, la NJPW o qualunque altra realtà. Ma ora vediamo cosa guadagnano un po’ tutti da questo possibile accordo.
Cosa guadagna la AEW?
Lasciate perdere idee malsane come Monday Night War o cose simili. Lasciate anche perdere la questione ascolti. La All Elite Wrestling guadagna interesse, sia da parte dei fan che da parte degli investitori. Se la federazione è in grado di assicurarsi due nomi importanti di questo calibro, acquista di colpo credibilità e maggiore attenzione. Si alzano così gli accordi con gli sponsor, con eventuali imprenditori che decidono di associare il proprio nome al wrestling e che ritengono utile investire significanti somme di denaro all’interno di questo prodotto.
Sin da subito Tony Khan e Cody si sono mossi per essere attrattivi con una vasta cerchia di attività imprenditoriali e associazioni no profit e sociali, assicurandosi appoggi utili per partire. Ma ora bisogna fare un salto di qualità, almeno per consentire al progetto di vivere oltre il 2030 e dunque veder viaggiare la propria creatura oltre i 5 anni di età (cosa non scontata). Bryan e Punk consentono di vendere show, spazi pubblicitari, magliette, tour internazionali, spazi televisivi e online. E aver maggior potenza contrattuale quando si tratterà di rinnovare l’accordo con Warner Media o passare altrove. Si tratta di una mossa di business ben orchestrata.
Cosa guadagna CM Punk?
Dopo sette anni rimette il proprio nome nella mappa del wrestling. Il pubblico lo acclamerà, quel ritorno lo attende da tempo. A prescindere dalle sue condizioni fisiche, Punk rimane uno che al microfono ci sa fare e in All Elite può svolgere diversi ruoli (commentatore, manager, wrestler, booker). E può avere sfide più stuzzicanti di quelle che avrebbe altrove: non è strano che MJF abbia postato qualche giorno fa una sua foto con lui fatta diversi anni fa. Ma ci sono anche Omega, Cody, Moxley, Guevara, e i Bucks pronti a lavorare con lui.
Perché non la WWE, dunque? Se è coerente, dopo tutto quello che ha detto e fatto, in WWE non dovrebbe tornarci mai più. Ma non è questo il motivo. Tutti dicono che basterebbe raddoppiare l’offerta della AEW, ma non c’entra. Il cruccio di Punk è stato e rimarrà sempre il main event di Wrestlemania. Vince McMahon non glielo ha mai concesso e non glielo concederà mai. Non è una sua creatura, non è il suo preferito, si è quasi trovato costretto a puntare su di lui, dovendosene pentire subito dopo. Guardate i main event dello Showcase of Immortals di tutti gli anni e fatevi la domanda: ma Punk, in mezzo a quelli, che c’azzecca?
Cosa guadagna Bryan?
Fatemelo chiamare, finalmente, Bryan Danielson. E con quel nome credo tornerà sui ring di tutto il mondo. Perché è abbastanza chiaro che anche se dovesse accettare la corte della AEW, l’accordo si estenderà anche ad altri lidi. Lo sanno pure i sassi che vuole combattere in New Japan prima di ritirarsi. Lo sanno pure i sassi che vuole Tanahashi, Okada, Naito, White, Shingo e Ospreay. Solo accordandosi con Tony Khan può pensare di ottenere questi match e rimanere nel contempo in America al fianco della sua famiglia.
Ma non solo. Danielson ha dimostrato in questi anni ottime capacità da commentatore, da manager, da storyteller. Potrebbe essere impiegato in vari ruoli, al di là del suo contributo sul ring. E sul ring avrebbe a che fare con alcuni dei wrestler AEW che gli piacciono maggiormente: il suo amico Omega, ma anche Darby Allin, Orange Cassidy, Penta El Zero Miedo, Andrade, Miro, Adam Page, Eddie Kingston, Angelico e PAC. Potrebbe togliersi soddisfazioni con tutti e avere quel grado di imprevedibilità che riteneva non potesse più avere la sua carriera stando dall’altra parte, avendo fatto praticamente di tutto.
Cosa guadagnano i fan?
Match e feud nuovi, più spazi televisivi, maggiore appeal per i propri palati. Show in arene più grandi, con delle aspettative più alte e l’impressione che davvero si stia vivendo una alternativa che in passato non c’era mai stata veramente. Nonostante la TNA si fosse sforzata in tutti i modi di arrivare in alto e facesse numeri superiori, non aveva neanche tutta quella solidità e quell’appeal generale che la AEW sta dimostrando in giro per gli Stati Uniti.
E saltata la pandemia, la compagnia di Tony Khan inizierà a girare. Pensate solamente a quanto ci metterebbero i biglietti per eventi in Inghilterra, Germania, Italia o Francia a volatilizzarsi via. Sarebbe come esser parte di una vera rivoluzione. Almeno per una sera. Per quanto basta.