Aaron Stevens, il fu Damien Sandow, è stato ospite dell’ultimo episodio di The Brand, il podcast di Vince Russo. Quest’ultimo (ex autore WWE) e ha rivelato che, già durante l’Attitude Era (il periodo compreso tra il 1997 e il 2001), Vince McMahon avesse preso consapevolezza, con un certo disappunto, che alcuni lottatori avessero ricevuto grandi consensi da parte del pubblico, nonostante l’allora WWF non vi puntasse. Russo, però, ha aggiunto che la stessa cosa sia accaduta in WCW e che, quindi, si tratti di un fenomeno fisiologico nel mondo del wrestling, e non una patologia della WWE.
Sandow, in risposta a ciò, ha affermato di non essersi mai curato dell’essere il preferito di qualcuno o di essere parte di qualche gruppo nel backstage (la più famosa di tutte, ovviamente è la Kliq, che constava, tra gli altri, di Triple H e Shawn Michaels). Il suo unico interesse è stato fare del proprio meglio, cercare di ottenere una reazione da parte della folla e far sì che tale reazione si protrasse nel tempo. Obiettivo raggiunto visto che, come egli stesso ha notato, il pubblico delle arene ove si è esibita la WWE ha continuato a invocare il suo nome anche dopo lunghi periodi di assenza dagli show televisivi, aggiungendo:
“Se delle persone hanno sfruttato il proprio potere per tagliare le gambe a qualcuno, impedendogli di guadagnare e di vivere una vita decorosa, togliendogli il pane dalla bocca, beh, si ritorcerà loro contro. Per quanto mi riguarda, potrebbero aiutarmi molte persone ma, economicamente parlando, starò bene. Non mi interessa avere cinque case e tre macchine.”
Egli ha, poi, affermato che vive in un terreno di 35 acri sperduto nel nulla, ove conduce una vita normale, e che non avrà problemi neanche dopo aver lasciato la WWE.