“I match con Nigel McGuinness sono tra quelli che ricordo e apprezzo di più. Penso sia dovuto alla drammaticità e alle emozioni che siamo riusciti a mettere. Tra di noi e verso il pubblico. E anche perché attraverso quei match siamo stati in grado elevare il nostro status in una maniera che ci ha fatti sembrare molto più importanti. Era il nostro obiettivo: portarci ad un livello sempre superiore. Il migliore? Quello disputato a Liverpool, in Inghilterra. Ricordo che Nigel sanguinò tantissimo e il pubblico gli andò dietro in una maniera incredibile. Lo adoro quel match perché il pubblico non ha fatto altro che fischiarmi, dal primo all’ultimo istante. Mi odiavano. Non c’era nulla di meglio, nella contrapposizione. È stata una esperienza surreale. Alla fine del match ho realizzato che avevamo messo in scena qualcosa di enorme”.

Queste sono le parole di Bryan Danielson. Ovviamente parla dei confronti con Nigel McGuinness. Non sono parole nuove. Certamente sono parole che sente ancora oggi. Da tempo si sta parlando di un nuovo confronto tra i due, da almeno un anno. E il sogno potrà avverarsi a Grand Slam, davanti ad una cornice di pubblico notevole.

Chi ha vissuto quel feud, chi l’ha recuperato, chi non ha perso neanche un match, lo ricorda come tra i migliori dai tempi di Misawa/Kobashi o Misawa/Kawada. A cui i due si sono effettivamente ispirati. Ancora oggi viene inserita nella top 10 delle rivalità più importanti della storia del wrestling.

Partendo da questo presupposto, nasce l’hype per il possibile match di Grand Slam. Possibile, poiché avverrà solo se Danielson sarà in grado di lottare. E anche se dovesse avvenire, non sarà per il titolo. Stanno lavorando per tenersi buone tutte le possibilità, dato che Nigel non lotta da oltre un decennio e la condizione fisica non è più quella di una volta.

Ecco, io non mi esalterei troppo. Sono felice di rivederli l’uno davanti all’altro. Andrebbe bene anche un semplice segmento. Ma sovraesporre l’attenzione su di loro significa aprire la strada alla delusione se quanto proposto non dovesse essere di qualità.

Perché questo leggo in giro: l’attesa per un match degno dei bei tempi. L’errore più grave. Perché non ci sono i presupposti. Poi, se accadrà, tanto di guadagnato. Ma purtroppo conosco le aspettative dei fan. Se qualcosa non dovesse andare, la AEW sarebbe responsabile di aver “macchiato” la memoria di una grandissima rivalità.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.