Nelle ultime settimane si è aperto il dibattito attorno alla violenza presente in AEW: tutto ciò è partito inevitabilmente da All Out, PPV nel quale ci sono stati diversi episodi che hanno fatto storcere il naso ad alcuni fan. In particolare, in molti hanno criticato il livello di violenza presente nel match tra Swerve Strickland e Hangman Adam Page, senza dimenticare l’attacco di Jon Moxley a Bryan Danielson, dove il primo ha ‘soffocato’ il secondo con una busta di plastica.

Parlando al The New York Post, Darby Allin ha risposto alle critiche mosse contro il prodotto AEW, sottolineando proprio come la federazione di cui fa parte non è per tutti.

“Se qualcuno pensa che siamo troppo violenti, beh, andate a guardare qualcos’altro, perché sarei distrutto se una band che amo o un regista che amo cominciassero a fare film più leggeri. A volte devi solamente vivere per ‘offendere’ le persone. Se guardi l’AEW, vedrai wrestler che si colpiscono con aghi in faccia, mattoni rompersi sulle loro teste e vedrai me che vado a sbattere contro un vetro. Quindi mi piace pensare che noi tracciamo una determinata linea che non è oltrepassabile per tutti. Siamo orgogliosi di essere ciò che siamo, anche a rischio di perdere alcuni spettatori, ma cerchiamo comunque di recitare per chiunque. Noi cerchiamo innanzitutto di essere fedeli a noi stessi. Questo è un rischio e non si tratta solamente di quante persone ci guarderanno. Si tratta proprio delle persone appassionate che ci guardano e questo cambia tutto. Non si può discutere sul fatto che abbiamo cambiato il business, questo è sicuro”.