Era un 4 Gennaio importante per il mondo del Wrestling.
Non solo perché nel Tokyo Dome andava in scena la quarta edizione di Wrestle Kingdom. Non solo perché a Dayton, Ohio, la WWE riporta a Raw dopo più 12 anni di assenza Bret "The Hit Man" Hart. Ma anche perché, da Nashville ad Orlando, passando per tutti gli Stati Uniti d'America, e dando anche un veloce giro intorno al mondo, la Total Nonstop Action passava, seppur per una sola volta, al Lunedì sera.cf
Era uno speciale di tre ore, proprio come quelli che faceva in occasioni importanti la WWE. Spike TV era entusiasta dei nuovi progetti e dei nuovi nomi che avrebbero calcato per la prima volta il Ring di Orlando quella sera, e lo concesse. Di buon grado, tre ore di Wrestling al Lunedì, proprio come faceva in occasioni importanti USA Network. Come la World Championship Wrestling quindici anni prima, adesso la TNA diventava la diretta concorrente del colosso di Vince McMahon.
La storia però, è una cosa molto, molto importante. Serve soprattutto a non commettere gli errori del passato. Serve a far capire a chi di dovere, che in un certo momento, certe cose, non sono le più intelligenti. Dixie Carter però, orgogliosissima della sua creatura, si sentiva orfana da troppo tempo di una mente che sapesse davvero ciò che serviva per capire e portare avanti un prodotto come il Professional Wrestling. Si sottovalutava, Dixie, se consideriamo che fino a quel momento, la sua compagnia era soltanto cresciuta, con alti e bassi, ma mediamente cresciuta.
Guardandosi intorno, non come aveva fatto in passato, quando evitò categoricamente di portare a Nashville due signori, ex WWE, che di Wrestling si capivano, ma forse avrebbero dovuto avere troppo controllo. A lei non piaceva che qualcuno le dicesse quello che doveva fare e come si doveva comportare, a lei piaceva che qualcuno la rassicurasse, le dicesse che andava tutto bene e che avrebbero trovato una soluzione a tutti i problemi. Fu per questo, che dopo aver rifiutato, o magari nemmeno mai pensato, di affidare le chiavi della promotion a due nomi, Paul Heyman e Jim Ross, consegnò le stesse nelle mani di due che davvero sapevano il fatto loro, due che davvero avevano fatto tremare Vince McMahon, famiglia e compagnia: Eric Bischoff ed Hulk Hogan.
Per carità, mossa geniale. Due personalità che qualunque compagnia di Wrestling, WWE compresa, avrebbe sempre tenuto on screen in qualche ruolo particolare se solo loro avessero voluto. Se solo loro avessero accettato di eseguire gli ordini, lavorare e non parlare di avvocati ogni volta che una Storyline, una data od un piano, non era quello che gli piaceva. La WWE, questo lo sapeva bene, la TNA, no. Il risultato è storia. Dixie Carter si fida ciecamente di due che non solo vengono sonoramente pagati, ma portano on screen modifiche e personalità aberranti per il fan medio, e non solo, della Total Nonstop Action.
Il primo errore, o meglio i primi errori, avvennero proprio quel 4 Gennaio. Ad un primo colpo d'occhio circa l'80% dei fan TNA ebbe un rigurgito, quando vide che al centro della Impact Zone c'era un Ring a 4 lati. Uno dei segni più distintivi della compagnia fondata dai Jarrett fu rimosso. Secondo errore invece, fu quello di mandare sul Ring Hulk Hogan nel momento in cui dall'altra parte, la WWE, rispondeva a questo primo attacco riportando sul quadrato di Stamford Bret Hart, erano passate da poco le 9, ed il Rating comparato non vide partita.
Nelle settimane successive si parlò di quell'esperimento al Lunedì, evitando di pensare che inevitabilmente dopo una prima edizione, i Ratings sarebbero calati ancora. La discussione cosi si concluse con un unanime: "Andiamo sempre al Lunedì sera". Dopo poche altre settimane al giovedì quindi, ecco che Impact passa al primo giorno della settimana, dando inizio ufficialmente alla seconda Monday Night War.
La TNA però, non era la WCW. Non aveva uno zoccolo di esperienza derivata da decenni di Show di Wrestling. Non aveva Ted Turner alle sue spalle. Non aveva un Network televisivo che avrebbe mandato tutto in vacca con i Ratings bassi, perché quel Network TV era il loro. L'unica cosa che quella TNA aveva della WCW, erano Eric Bischoff ed Hulk Hogan. Più vecchi, più cotti, meno fantasiosi. E fu proprio quella mancanza di fantasia a portarli a fare un passo che non erano assolutamente in grado di fare. Portarono ad Impact le brutte copie delle Storyline della WCW, coadiuvati dai disastri sempre più frequenti di Vince Russo; portarono ad Impact le brutte copie dei Wrestler che avevano dato alla compagnia di Atlanta la possibilità di essere una vera contendente alla guerra dei Ratings. Portarono ad Impact, infine, quell'aurea di già visto e già vissuto, che per quanto era mancata aveva lasciato la TNA nel suo stato di novità bella, sana ed avvincente.
Dixie Carter concesse ed appoggiò tutto questo, lasciando che Hogan e Bischoff ricreassero un piccolo Nitro con gli ex WWE scartati da Stamford. Lasciò che Impact, una tristissima notte, vide un solo, piccolo Match, in mezzo a quasi due ore di promo e segmenti Backstage.
Il 4 Gennaio, quando tutto sembrava dover portare una compagnia nell'olimpo, cominciò invece la discesa, lenta, ma inesorabile. Oggi, ciò che vediamo e sentiamo a riguardo della Total Nonstop Action, è il risultati dei troppi errori commessi allora. Errori che pian piano hanno portato ad un lento disfacimento del Roster originale, alla disfatta della X Division, all'abbandono di chi aveva fatto i danni maggiori ed infine, ai contratti TV interrotti, rifiutati, liquidati.
Oggi vediamo un torneo messo in scena perché non c'è altro da mandare in onda. Vediamo un ex campione che ha dovuto rendere vacante il titolo proprio per avere la scusa di mandare in onda questo torneo. Vediamo una compagnia allo sbando che non vede l'ora di trovare un nuovo Network se non vuole trovarsi un buco che la risucchi definitivamente.
Speriamo bene. Speriamo che tutto va bene. Speriamo WGN America non abbia cambiato idea e voglia ancora trasmettere Impact. Speriamo che un domani non solo Destination America, ma anche Spike TV si debbano pentire di aver liquidato la TNA. Sarà una strada lunga e difficile, che per il momento passerà per un torneo che vede la metà dei suoi partecipanti già scappati, per una serie di Tapings in India e per un Tour inglese. Non sarà la rinascita certo, ma magari almeno un segno di stabilità.
Una cosa è certa: voglio che la TNA si salvi, ma per farlo non deve solo procurarsi al più presto un nuovo contratto TV, deve anche saper gestire la situazione dopo, e per gestire la situazione dopo, bisogna guardare il passato, i propri errori e quegli degli altri, non avere la presunzione di buttare giù un grattacielo, quando senza rendertene conto, tu sei ancora una casetta, perché altrimenti oltre che bassotta, rimani pure senza tetto.