25 maggio 2009. La World Wrestling Entertainment è nel pieno del suo dominio incontrastato. In pochi, nel mondo, conoscono le realtà indipendenti. In pochi, nel mondo, si affacciano al Messico, o al Giappone. La Compagnia di Vince McMahon fa, disfa e non si preoccupa di niente, comanda senza “limiti” il mondo del Pro Wrestling. Le città sono ben liete di accogliere gli Show, Raw, Smackdown, PPV o semplici House Show. Nessuno, in quei giorni, aveva preparato la WWE al rifiuto categorico, al “non ci sarà un vostro Show”. Quei giorni, ciò che si visse, aveva pochi precedenti, forse nessuno. Fu una debacle. Una Denver Debacle.
Nella compagnia si era usciti da poco da un evento in PPV, importante ma non troppo. Judgment Day. In quell’edizione i tre più importanti titoli furono difesi con successo, Edge sconfigge Jeff Hardy per il titolo del mondo, mentre Christian sconfisse Kane per il titolo ECW. Randy Orton, invece, rimase campione perdendo per squalifica contro Batista. La sera dopo a Raw tutto filò liscio, a Louisville, Kentucky, e alla fine dello Show la WWE ci diede appuntamento alla settimana seguente, a Denver, Colorado.
Ciò che successe, però, fu una cosa imprevista. La compagnia infatti, aveva preso accordi con la Pepsi Arena, di Denver appunto, molti mesi prima, quasi un anno, e nessuno, né la WWE né la stessa organizzazione del palazzetto, aveva pensato, o creduto, che i Denver Nuggets avrebbero potuto mai raggiungere le finali di conference NBA, cosa che, puntualmente, successe.
La Pepsi Arena pochissimo tempo prima dell’edizione di Monday Night Raw del 25 Maggio, comunica alla WWE che il loro Show non avrebbe potuto avere luogo. I Nuggets avrebbero dovuto giocare le finali e la compagnia avrebbe dovuto cercarsi un nuovo palazzetto per proporre il proprio evento, in programma Live su USA Network.
La verità è che anche senza mostrarlo, Vince McMahon fu colpito dalla situazione. Non era affatto normale per lui o per il suo seguito, essere “spostati”, “scalzati”, “rimpiazzati”. Questa volta era successo e bisognava correre ai ripari. Fortunatamente per loro non ci volle troppo. La World Wrestling Entertainment ricevette subito la chiamata dello Staples Center, casa dei Los Angeles Lakers, squadra che, in quello stesso momento, si stava giocando il passaggio del turno proprio contro i Nuggets, alla Pepsi Arena.
Monday Night Raw si aprì con un imitatore di Stan Kroenke, presidente dei Nuggets, che dopo un alterco con Vince McMahon fu ben presto buttato fuori dal Ring fra l’ovazione della folla. Nel Main Event, invece, un Team di Heel, il Team Denver, composto da The Miz, il campione WWE Randy Orton, Big Show, Ted di Biase Jr e Cody Rhodes, fu sconfitto da un Team Face, il Team Los Angeles, composto da Batista, John Cena, Mr Kennedy, Jerry Lawler e il campione degli Stati Uniti MVP. I Face vinsero e non fu che il preludio a quella che poi sarebbe stata anche la vittoria finale dei Lakers sui Nuggets. Nonostante la sconfitta quel 25 maggio alla Pepsi Arena infatti, avrebbero comunque raggiunto in seguito la finale contro gli Orlando Magic e si sarebbero proclamati campioni NBA.
La WWE non fece una piega, nonostante nell’orgoglio la cosa ferì abbastanza, perché quando sei abituato a dominare, è difficile digerire affronti del genere. Fu l’eccezione che confermò la regola comunque, e probabilmente fu l’eccezione che non fece imparare niente a Vince McMahon, che, col passare degli anni, non ha mai capito che un dominio infinito e assoluto non può esistere. Oggi potrebbe pagarne le spese e probabilmente, almeno in termini di prodotto e interesse, le sta pagando. E attenzione, adesso il pericolo non è più un’Arena che rifiuta di ospitarti, adesso, il pericolo, è una schiera di compagnie indipendenti agguerrite, americane e non, con alla guida una nuova realtà, importante e vogliosa di successo. Questa volta potrebbe non esserci uno Staples Center a salvare la situazione, forse, caro vecchio Vince, stavolta dovrai pensarci tu, o farlo fare a chi può, e farlo presto, non metterci più di cinque anni, perché adesso, adesso si, il “limite” è stabilito.