Ve li ricordate i Varsity Blonds? Brian Pillman Jr e Griff Garrison (detto anche fake Jungle Boy) hanno imperversato sul ring della AEW fino ad a diversi mesi fa, salvo esser messi in soffitta e non riproposti più. Da quel sodalizio uscì fuori una ragazza biondina, molto stereotipata, molto cheerleader americana. Nessuno, al tempo, pensava che la AEW avrebbe pensato di poterci cavare qualcosa di buono. Le prestazioni erano quelle che erano. Il trio funzionava solo per jobbare. Bastava così.
Oggi Julia Hart ha in mano il titolo TBS. Ho letto pareri discordanti su questo passaggio: alcuni avrebbero voluto ancora la Statlander sul trono, altri apprezzano che vi sia una nuova campionessa. Io faccio parte del secondo gruppo: il regno di Kris è stato in parte fiacco, non per colpa sua, ma di un booking team ancora incapace di scrivere qualcosa di buono per le ragazze.
Però la crescita di Julia andava capitalizzata. Il passaggio nella House Of Black è stata gestita bene, le è stato dato modo di fare pratica nei vari Dark o Rampage, e di mantenersi ben nota agli occhi del pubblico. Ha un personaggio che attira, che è aperto a tanti sviluppi. E si vede la mano di Brody King, che da un anno e mezzo si è preso la briga di allenarla, di rendere palese il passaggio da semplice cheerleader a wrestler vera e propria.
Ora la AEW ha un precedente. È quello del Judgment Day con Rhea Ripley. Correndo su quel solco, la compagnia può costruire una stable a immagine e somiglianza della sua leader. Dove il concetto che l’uomo comandi è completamente rovesciato. E, per ora, la Hart ha dimostrato d’avere tutte le skill necessarie per crescere personalmente e di far crescere con sé il gruppo. Dopo tutto, a Full Gear, lei è stata l’unica vincitrice.
Ciò non significa che diventerà come Rhea Ripley. Nessun paragone, ci mancherebbe. Ma ho la sensazione che se la AEW e la stessa atleta ci crederanno, ricorderemo le gesta di Julia Hart per molto tempo. La compagnia ha in mano la campionessa mondiale del futuro.