L’anno corrente si sta pian piano delineando, mostrandoci che una realtà che sta provando a far sentire il proprio nome, come quella di Impact, ci sta riuscendo, lavorando su una linearità e logica narrativa che fino a qualche mese fa sembra impossibile da raggiungere. Negli ultimi due anni circa, sono state moltissime le scelte fatte che ogni tanto ci hanno fatto chiedere il perché scegliessimo di sprecare due ore del nostro tempo utilizzandole per vedere uno show che faceva dell’imprevedibilità, termine non sempre positivo, il suo cavallo di battaglia. Se a noi fan piace vedere cose nuove e siamo alla ricerca costante di qualcosa che possa mantenere alto il nostro interesse, Impact è diventato, sperando che rimanga tale, uno spazio godibile in cui le scelte folli fatte soltanto per far parlare di sé senza centrare l’obbiettivo giusto non vi sono più, anzi, assistiamo a delle storyline che hanno un senso per quanto i nomi che ne fanno parte non siano chissà chi, almeno per il pubblico main stream.

Chi solitamente legge questo spazio sa quanto Rich Swann non sia il lottatore che vorrei vedere con la cintura massima in vita a rappresentare tutti, ma la storyline che lo ha portato a diventare Impact World Champion è un chiaro esempio di come una storyline, seppur semplice, sia stata studiata e architettata dall’inizio alla fine raccontando di come una persona possa tornare da un infortunio credibile per vendicarsi e strappare la cosa più preziosa che esiste in questo business, un titolo, per di più mondiale. La fase successiva alla sua conquista è stata gestita ancora meglio, che per quanto ci sia stato il bisogno di mettere di mezzo un vecchio come Dreamer, il tutto è risultato funzionale alla costruzione del suo avversario, anche se quest’ultimo, per i fan è pronto da diverso tempo.

Un altro aspetto a cui è stata data molta importanza è la valorizzazione degli atleti, soprattutto quelli che sono giunti dal grande esodo dei licenziamenti WWE e anche prima. L’esempio lampante è l’attuale campionessa Deonna Purrazzo, capace di essere convincente fin dal suo arrivo e migliorando vertiginosamente al microfono, punto in cui er un po’ più debole dato che sul ring ci sa davvero fare. Lo stesso TJP o anche i Good Brothers, che in questi mesi di crossover con la AEW stanno dimostrando di poter essere heel perfetti sotto tanti punti di vista. Non penso sia un caso che tutti gli attuali campioni siano passati da Vince McMahon prima di venire qui e non escludo che anche Matt Cardona e Brian Myers arrivino mettere qualcosa nella loro personale bacheca.

E poi, come già detto tante volte negli ultimi tempi, questa collaborazione con l’AEW e la New Japan più avanti aiuterà tantissimo e non importa se qualcuno di esterno vincerà le cinture per un determinato periodo, perchè ora più che mai, la dirigenza si rende conto di quanto tutto questo mescolamento di carte sia utile sacrificando qualcosa, per poi tornare ad essere almeno in parte una terza voce che può dire la sua dopo le due grandi major che attualmente dominano il mercato.