Il prodotto della AEW in questo momento è piuttosto freddo. Ed è paradossale dato che stiamo vivendo uno dei periodi migliori della storia della compagnia. Basta guardare la costruzione della card di Double Or Nothing. Si tratta di un ppv la cui scrittura ha lasciato spesso a desiderare, con una lunga rincorsa a sparare match più o meno interessanti negli ultimi episodi. Invece stavolta le storie stanno seguendo una linea coerente, attrattiva, profonda. Sappiamo con decente anticipo quali sono i match dell’evento e sappiamo cosa anima i diversi contrasti. Oggi i match annunciati sono 9 e non ce n’è uno che manchi di senso.
Aggiungiamo che le puntate si sono fatte più dinamiche. Il mercoledì sera in particolare: la scrittura è cambiata, sembra esserci un ritorno al passato, ai primi tempi della compagnia. E’ possibile che Tony Khan abbia deciso, per questo periodo dell’anno, di abbandonare il percorso NJPWlish. Più concentrato sulle storie da raccontare e poi, anche, sul bel wrestling. Che in AEW non è mai mancato, ma oggi sembra maggiormente legato allo sviluppo dei feud e non fine a se stesso. Rampage e Collision, seppur con diversi difetti, stanno seguendo lo stesso trend.
Però in questo momento il prodotto è freddo. E’ semplicemente una parabola di passaggio, come un’onda che sta costringendo la AEW a fare i conti con un abbassamento (relativo) di interesse. L’ultima puntata di Dynamite, seppur molto bella, ha ottenuto uno dei dati televisivi peggiori della pur breve storia del programma. Live c’è stato un piccolo miglioramento nelle vendite dei biglietti, ma rispetto al passato i numeri appaiono insoddisfacenti. Specifico: appaiono. Perché fare 4/5k in maniera continuativa non è affatto un risultato insoddisfacente.
Rispetto alle previsioni, poi, gli innesti di Okada, Will Ospreay e Mercedes Monè non hanno portato maggiore coinvolgimento. I primi due hanno uno status da “indy” per il pubblico americano, nonostante siano due stelle di prima grandezza. Mercedes era lontana dal wrestling che conta da troppo tempo, e quella minima partecipazione iniziale si è sgonfiata in poco tempo. Nonostante la storyline con Willow Nightingale stia funzionando alla grande, rendendo la campionessa TNT over come mai mi sarei aspettato.
Cosa può fare allora la AEW, oggi? Non deve rincorrere i numeri. Innanzitutto deve chiudere al più presto il contratto televisivo per altri cinque anni a condizioni migliori. presupposto economico fondamentale per poter essere ancora competitivi nel panorama mondiale. Poi deve continuare a costruire show di questa portata assieme a ppv di altissimo livello (come sono stati Revolution e Dinasty). Significa piantare semi che torneranno utili più avanti. Quando il prodotto tornerà più caldo, ci sarà maggior credito, e l’affare Punk sarà solo un lontanissimo ricordo.
Sarà un lungo percorso? Non importa. Il wrestling è un mondo volubile. Cinque anni fa pensavamo che la WWE fosse vicina al crollo e invece oggi è di nuovo tornata rilevante. La NJPW ha rischiato più volte di naufragare e invece ne è uscita sempre alla grande. Stesso discorso per le federazioni messicane e per quelle inglesi. La AEW deve aver pazienza. Sarà la sua virtù. Prima di tornare in alto.