Aver visto la scorsa puntata di Smackdown mi ha reso felice per due motivi: Da un lato per il match di Rhea, dall’altro per la resa dei conti tra gli Usos e Zayn (cui si affiancherà probabilmente Owens). Per molti, assegnare il Main Event della prima serata a Ripley e Charlotte è riduttivo. Per me invece è la consacrazione di un lungo e ottimo lavoro svolto dall’Australiana. Rhea è riuscita a risollevare le sorti del Judgment Day, il quale pareva destinato all’oblio. Ha indovinato un personaggio che è nelle sue corde, e che forse non si allontana molto dal suo essere, riuscendo contemporaneamente a stimolare gli appetiti maschili e l’interesse dei fan. Quindi, il podio per la prima serata è più che meritato, nonostante questo sia un match già visto più volte. E, se oggi sembra quasi “inedito”, è solo grazie alla straordinaria evoluzione raggiunta da Ripley, tanto da sembrare un personaggio del tutto nuovo agli occhi dei più.

Per l’altro discorso, quel tag team tra Jimmy e Jey e Zayn e Owens, resto stupito di come riescano a mantenere alto il livello d’attenzione. Gli americani usano dire “Saltare lo squalo” quando qualcosa ha raggiunto il suo apice, per poi avviarsi ad un lento e inesorabile declino. La storyline di Sami poteva aver raggiunto quel punto dopo la sconfitta patita ad Elimination Chamber, eppure ho la netta sensazione che non siamo ancora lì. Il pubblico continua ad osannarlo, lui mantiene la grinta al microfono e la sua psicologia, come i sentimenti che lo spingono, restano ancora “attuali”. Di un attualità che ancora tiene legata a sé il sostegno del pubblico, che non sembra essersi stancato di supportarlo, ma che addirittura ha aumentato il suo sostegno. È la magia del Wrestling, dove il pubblico si convince di dover supportare il Wrestler affinché trovi la forza di vincere. Gli Hulk’s up ne sono un esempio storico.

È palese che la WWE si è trovata inaspettatamente una patata bollente tra le mani. Il canadese, forte di una storyline coi fiocchi e di un personaggio azzeccato, è riuscito a catalizzare su di sé le luci dei riflettori, tanto da diventare il più naturale avversario di Roman Reigns. Più del “programmato” Cody Rhodes. Tanto che il non essere riuscito a battere il Capotribù ha lasciato l’amaro in bocca a molti. Eppure, la federazione, è riuscita a rialzare l’asticella, raccogliendo i cocci di questa lunga storia, e assemblando un match 2 contro 2 che è il traguardo più logico di questo tribolato percorso. Adesso la WWE deve mostrare i denti, dando coraggiosamente la vittoria ai due canadesi, come all’Australia nel match femminile, perché suggello di due strade lastricate d’oro, come poche volte abbiamo avuto occasione di battere negli scorsi anni.