Per molto tempo abbiamo dibattuto sull’incapacità della categoria femminile della All Elite Wrestling di svettare rispetto a quanto mostrato a NXT o in generale in WWE. Relegata in un angolo, con zero storyline di peso e tanti match brutti, l’idea di base di Kenny Omega si è rivelata un flop.
Il proposito di far convivere Giappone e Stati Uniti è naufragato con l’arrivo della pandemia. Era già stato messo in difficoltà in precedenza: atlete nipponiche presenti a singhiozzo, alcune facenti conto con l’assenza di visto, altre (Bea Priestley e Jamie Hayter) disponibili una tantum, ed una serie di prese che non hanno mai convinto del tutto. Aggiungeteci che da marzo in avanti la campionessa Nyla Rose non ha potuto quasi partecipare, Kris Statlander si è rotta e starà fuori sei mesi, Big Swole era bloccata altrove. Dunque hanno girato quelle 2/3 atlete, assieme ad una serie di ragazze giovani il cui livello non è stato all’altezza della situazione.
Oggi il roster è ridotto all’osso ed è traghettato suo malgrado dalla storyline tra Brandi Rhodes e Allie. Ma serve molto di più di così. Serve ripartire con un tasso di qualità molto più alto. Così accogliamo con grande piacere il match che opporrà Diamante a Ivelisse: entrambe molto brave, si conoscono a menadito per aver combattuto l’una contro l’altra negli show proposti dal progetto Ladies Night Out.
Sarà curioso capire se, finalmente, la AEW si è decisa a mettere sotto contratto l’ex Lucha Underground: tenuta in stand by per mesi per continuare a sognare l’arrivo di Tessa Blanchard, ora finalmente è stata chiamata in un match televisivo. È questo un modo per perdere la figlia di Tully? Meglio una atleta funzionale agli show che una primadonna pronta ad andarsene alla prima occasione.