Non troppo tempo fa su queste stesse pagine scrissi un articolo intitolato “Hotel Stamford”. L’articolo descriveva una speciale nottata passata dal Roster della World Wrestling Federation nel 1992, nella sweet di un Hotel affittata da Ric Flair, novello campione WWF e voglioso di festeggiare con tutti i suoi nuovi e vecchi colleghi. Ciò che però non raccontai in quell’articolo, fu tutto ciò che successe prima che l’allegra compagnia capitanata da Vince McMahon distruggesse la stanza del Nature Boy, il perché e soprattutto il come. Tutto cominciò molte, molte ore prima.

 

Erano tempi duri per la WWF, che anche se aveva appena sfornato la miglior Royal Rumble della serie e probabilmente uno dei migliori PPV mai andati in scena fino ad allora, si trovava all’orizzonte e ben visibile, un nuovo programma di test anti droga per prevenire la salute dei lottatori e soprattutto per prevenire un nuovo scandalo come quello che li aveva appena investiti: gli steroidi. Bret Hart racconta di una chiamata di Vince McMahon che lo informava che dalla settimana successiva, i nuovi test sarebbero entrati in vigore, tutte le droghe, compresa la marijuana, sarebbero state motivo di provvedimenti.

Bret sapeva, cosi lui stesso racconta, che il vero problema sarebbe stato se qualche lottatore fosse apparso ubriaco o strafatto in qualche video o in qualche foto. Ma visto che stavano per entrare in vigore nuove regole decise di approfittare insieme a suo fratello Owen dell’ultimo weekend in compagnia del resto dei ragazzi, prima dei Tapings che avrebbero dovuto registrare il giorno dopo a San Antonio, in Texas.

Bret e Owen arrivarono in un locale nel quale trovarono già seduti e allegri i loro colleghi, c’era Hulk Hogan, c’era Brutus Beefcake, Hawk, Animal, Mr Perfect, Big Boss Man, Ray Hernandez e gli immancabili Jim Neidhart e Davey Boy Smith.  Mentre la serata correva non tanto tranquilla, fra birra, urla, sollevamenti vari, prove di forza e tutto quello che può venire fuori da un gruppo di uomini di 100 kg di media ciascuno e ubriachi, qualcosa scosse gli animi. Dalla porta emerse la figura imbronciata e incattivita di Vince McMahon. Inizialmente a tutti parve che stava per dare di matto a proposito del loro comportamento o di qualche altro problema legato alla compagnia, ma quando videro Pat Patterson corrergli dietro cominciarono a capire. Patterson cercò di dissuaderlo ma non ci fu verso: Vince doveva passare l’ultima serata con i suoi ragazzi prima delle nuove regole e dei nuovi divieti. Fu in quel momento, quando un miliardario solitamente seduto a un tavolo di commento e posato cominciò a urlare e a incitare i suoi ragazzi, sottoposti “ai suoi ordini”, che il barista iniziò a temere.

E faceva bene quel povero barista a temere. Per ore i lottatori cominciarono a trattare Vince McMahon come un pupazzo. Bret Hart racconta di bracci tesi, slam sui divanetti, Powerbomb sui tavoli e bicchieri rotti, tanti bicchieri rotti. Non c’era tregua e mentre il barista si stancò e chiamò la polizia, Jim Neidhart si rivolse a Bret Hart, “La Hart Foundation dovrebbe avere le palle di colpire il capo”. Bret tentennò ma la sfida di Hulk Hogan, arrivata dopo che Neidhart aveva già preso in braccio Vince e aspettava soltanto l’Hart maggiore, fu la goccia che fece traboccare il vaso: “Non hai le palle di farlo”.

Bret posò il suo boccale di birra e un altro drink, probabilmente di Jim Duggan, prese la rincorsa e colpì con una Clothsline Vince McMahon, che cadde sbattendo fortemente la testa a terra.  Nonostante le urla di giubilo e le risa incontrollate di metà Roster della WWF che era dalla sua parte, Bret ebbe paura. Il suo pensiero andò subito a se stesso “Che cosa cazz* ho appena fatto?”. Vince però, vivo e vegeto, non perse tempo e immediatamente espresse la formula del perdono “Mi devi una birra Hitman”.  La risposta fu immediata “Avrai la tua birra adesso!”

Il racconto qui si fa offuscato, probabilmente anche perché Bret Hart fra una birra e l’altra non era il più dritto dei presenti. Ricorda però di Davey Boy con Vince McMahon in spalla, cercando disperatamente un posto nel quale assestargli una Powerslam, in corsa, naturalmente. Ricorda anche l’arrivo della polizia e ricorda di Sr Slaughter che in qualchee modo, col mento in fuori, riesce a mettere fuori uso la macchina delle forze dell’ordine in modo che questi non potessero seguirli, forse.

Il resto è detto: si va tutti nella sweet di Ric Flair e si da vita all’inferno, fra pisciate sulle moquette e nei vasi, e Vince in mutande a ballare e cantare per il resto della notte.

Insomma una delle tante storie della vita On The Road, ma particolare. Perché quando dei giovani sono uniti a fare baldoria, soprattutto se nelle tasche ci sono tanti soldi e nelle braccia tanta forza, la situazione può essere dura, ma se c’è insieme a loro il capo, e questo capo è quello che più di tutti vuole mettere a ferro e fuoco la situazione, allora la cosa si fa critica. Come critica fu quella nottata, che chiuse, o almeno provò a farlo, i rapporti ufficiali fra la WWF e l’assunzione di sostanze stupefacenti, dando vita al primo, seppur non troppo serio, Wellness Program della storia.

 

 

Direttore di Zona Wrestling. Appassionato di vecchia data, una vita a rincorrere il Pro Wrestling, dal lontano 1990. Studioso della disciplina e della sua storia. Scrive su Zona Wrestling dal 2009, con articoli di ogni genere, storia, Preview, Review, Radio Show, attualità e all'occasione Report e News, dei quali ha fatto incetta nei primi anni su queste pagine. Segue da molti anni Major ed Indy americane e non.