Partiamo dai fatti: a distanza di circa dieci anni dal ritiro, Edge ha vinto la sua seconda Royal Rumble. Per chi non conoscesse i miei gusti, basta leggere il nickname con cui dal 2007 scrivo su Zona Wrestling per intuire il mio stato d’animo al momento dell’ultima eliminazione. Passata l’euforia di quegli attimi, una lotta tra ragione e sentimento ha avuto inizio fino al sorgere di una domanda che non avrei mai pensato di pormi: bisogna esultare per la vittoria di Edge?

La scorsa settimana ho pubblicato un editoriale in cui trattavo i possibili vincitori del roster di Raw, lasciando fuori dall’analisi Edge non perché non lo considerassi tra i papabili ma perché lo considero un part timer più che un wrestler dello show rosso. Il mio lato “più mark” e quindi più genuino ha tifato per il canadese da quando ha messo piede sul ring, già grato possa essere tornato a farlo dall’anno scorso dopo aver rischiato di fermarsi definitivamente. Ora che però ha la chance di vincere un titolo mondiale in uno dei main event di Wrestlemania la parte “più smart”, la più razionale, si chiede se in questo momento sia stata la mossa giusta premiarlo. Ci lamentiamo sempre che i part timer stiano a casa la maggior parte del tempo per poi rubare i posti migliori a chi si guadagna la pagnotta ogni settimana. Se al posto di Edge ci fosse stato Goldberg la reazione sarebbe stata la stessa?

Mi rendo conto che ci siano grosse differenze tra i due. A Edge era stata rubata la sua passione da un infortunio, non stava comodo in poltrona ad attendere la giusta offerta per schiodarsi da essa. Operazione al tricipite a parte, da contratto avrebbe comunque trascorso dei periodi più o meno lunghi di pausa. Ora è rientrato e si è preso le luci della ribalta e forse tra qualche mese avrà alla vita un titolo mondiale, un titolo che arricchirebbe il suo già vasto palmares senza aggiungere molto alla sua immensa fama, mentre altri resteranno a guardare. Al di là dei rumors non so chi sfiderà, ma non vedo particolari legami né con Reigns né con McIntyre tali da giustificare la sua scelta, al contrario di come era avvenuto per la rivalità con Orton l’anno scorso.

Come dicevo, è una questione di ragione e sentimento. Edge che a dieci anni dal ritiro torna campione del mondo a Wrestlemania è una fiaba a lieto fine che si scrive da sola. Se il wrestling è soprattutto emozioni non si può criticare la WWE per aver fatto una scelta simile. D’altra parte con il Money the Bank che negli anni sta perdendo significato, la Rumble è potenzialmente il più grande trampolino di lancio per i main eventer di domani. Nonostante ciò abbiamo concesso il lusso a un wrestler che pur tornato dal ritiro non può più essere uno dei nomi su cui reggere la compagnia. Non so quanto vorrà e potrà andare avanti, ma non ha un contratto e le energie per lottare tutto l’anno, rimane una grande attrazione da giocarsi nel modo giusto.

Si può obiettare che magari concederà il job a Wrestlemania e aiuterà uno dei due attuali campioni. Per quanto riguarda Reigns certo aumenterebbe l’odio dei fan nei suoi riguardi, ma quella contro il canadese sarebbe “solo” una vittoria in più per l’ex Shield, non sposterebbe molto come invece sarebbe contro ad esempio Lesnar o The Rock. Lo stesso McIntyre in chiave mark a priori partirebbe favorito su Edge, l’impresa sarebbe solo se fosse il canadese a vincere. Oltretutto per uno che stanno gestendo come top face della federazione la vittoria su Edge stonerebbe non poco nel rapporto con i fan.

In conclusione, chiunque dovesse scegliere come avversario a Wrestlemania il mio cuore sportivo tiferà per lui dal gong iniziale al conteggio finale, ma il pensiero che ci sia qualcosa di sbagliato in questa sua vittoria non riesco a togliermelo dalla testa.

Sergedge – EH4L