Non so voi, ma l’Elimination Chamber match è una delle mie stipulazioni preferite. Mi piace l’attesa prima che venga rivelato il nuovo ingresso, un po’ stile Royal Rumble, quella “casualità” in base alla quale nascono e muoiono alleanze temporanee, così come è sempre interessante vedere come venga sfruttata l’imponente struttura. Dal 2010 questo tipo di match è stata standardizzato in un ppv, è stata una mossa giusta?
2010. I due titolari delle cinture più importanti erano Sheamus (divenuto campione a sorpresa qualche mese prima) e l’Undertaker (che aveva strappato la cintura in un feud indegno contro un lanciatissimo CM Punk). Nel match di Raw gli avversari dell’irlandese erano di livello, Orton, Cena e Triple H, oltre i poco quotati Kofi Kingston (anonimo come pochi prima del successo con il New Day) e Ted Di Biase. Proprio quest’ultimo destò scalpore eliminando il proprio leader nella stable Legacy, gettando i semi per il successivo triple threat match di Wrestlmania con l’aggiunta di Cody Rhodes. Gli attriti tra Sheamus e Triple H si fecero incandescenti, cosa che li portò a fronteggiarsi nello Showcase of the Immortals, ma ad aggiudicarsi l’incontro fu il solito Cena. Evidentemente questo tipo di match non porta bene al leader della Cenation, dato che come accadde nel 2006 al termine della contesa si ritrovò a dover affrontare una nuova sfida a sorpresa: se in precedenza gli era toccato Edge, in questo caso l’ostacolo si chiamava Batista, che d’accordo con Vince portò a casa una facile vittoria (ovviamente nei mesi successivi restituì il job con gli interessi.
Nonostante uno starpower forse leggermente minore l’Elimination Chamber di Smackdown non fu da meno. Il Becchino doveva affrontare CM Punk leader della Straight Edge Society, Jericho, Morrison, Rey Mysterio e R-Truth. Rispetto all’incontro precedentemente descritto si è scelto di avere meno wrestler sul ring contemporaneamente, per uno spettacolo meno caotico. Se Punk non durò moltissimo, la sorpresa della serata fu la prestazione di Morrison, arrivato a un passo dal duello finale. La vittoria andò a Jericho, che schienò l’Undertaker sfruttando un intervento di Shawn Michaels, desideroso di affrontare il Becchino nel match successivo di Wrestlemania ne decretò il ritiro. La vittoria di Y2J era comunque prevedibile, dato che nelle settimane precedenti Edge si aveva trionfato nella Royal Rumble e tutti si attendevano una sfida tra canadesi.
2011. Come spesso accade, Smackdown con pochi nomi altisonanti riesce a far la parte del leone. Ai tempi il campione era Edge, che dovette affrontare Barrett, Big Show, Rey Mysterio, Kane, Drew Mc Intyre. Si tratta dell’ultimo regno della Rated R Superstar, costretto a ritirarsi qualche mese dopo. Quello che stupì del match fu il gran ritmo, nonostante i due pesi massimi dell’incontro facessero ipotizzare qualcosa di ben diverso. La Big Red Machine grintoso stile Rumble (con ben due eliminazioni), spettacolare poi vedere che per mettere ko Big Show si è dovuti ricorrere in sequenza a una Future Shock, una 619, una spear e una chocke slam. Se Barrett ha entusiasmato meno non si può dire lo stesso di McIntyre, una delle sue migliori prestazioni in WWE. Il finale è stato concesso a Edge e Mysterio che si trovano sempre a meraviglia.
Per quando riguardo Raw non c’era la cintura WWE in palio, ma la possibilità di andare nel main event di Wrestlemania contro The Miz. Come l’anno prima a dare spettacolo fu soprattutto Morrison, davvero a suo agio in questa stipulazione. Ricordo con piacere il modo in cui si arrampico fino al punto più alto della gabbia per poi lanciarsi contro Sheaumus. Se R-Truth era lì solo per far numero non si può dire lo stesso di CM Punk, ormai divenuto un main eventer, che riuscì ad arrivare indenne alla parte finale eliminando l’ex Nitro e Orton, pur dovendo soccombere a Cena. Vado a memoria e potrei sbagliarmi, ma mi sembra di ricordare una simpatica citazione con l’ex Marine che a fine incontro si guarda in giro come ad attendersi una nuova fregatura dopo quelle subite contro Edge e Batista.
2012. Dalla parte di Raw la sfida nell’aria era tra il campione CM Punk e Chris Jericho. Nella chamber oltre a loro due c’erano diversi comprimari come Ziggler, R-Truth, Kofi Kingston e The Miz. Ne è uscito fuori un bel match, nel quale per salvaguardare Y2J e proporlo come sfidante a Wrestlemania durante l’incontro finisce fuori dalla struttura (aperta per far uscire l’eliminato Kofi) finendo un cameraman decretandone il ko (per cui non è stato schienato da nessuno). Ritmo molto sostenuto, Kingston si fa ricordare per un bel lancio contro gli avversari da sopra una delle postazioni, mentre The Miz nonostante le zero eliminazioni si dimostra all’altezza con una buona prestazione che lo ha portato a lottare contro Punk fino all’ultimo.
Leggermente inferiore la Chamber di Smackdown, dove Bryan al suo primo regno da campione (da heel) tentava di legittimarsi dopo esser apparso spesso inadeguato inserito in un feud contro giganti. Gli sfidanti erano The Great Khali, Barrett, Rhodes, Big Show e Santino Marella. Il colosso indiano non ha fatto una gran figura venendo eliminato per primo da Show, mentre quest’ultimo pur divertendo con alcuni siparietti (come quando si è calato all’interno della postazione di Bryan) viene eliminato già per secondo. Grande prestazione dell’Undashing Cody Rhodes, a suo agio con una delle gimmick che più hanno messo in luce le sue doti, bene anche Barrett, ma la vera sorpresa della serata è stata Santino. L’”italiano” è arrivato fino alla fine dell’incontro illudendo il pubblico che ha iniziato a credere in una sua vittoria, un po’ come era successo alla Royal Rumble dell’anno precedente vinta da DelRio.
2013. In quest’edizione ci fu un solo incontro nella struttura d’acciaio, con in premio per il vincitore la possibilità di affrontare Del Rio per il titolo dei pesi massimi. Ne uscì fuori un match “diesel”, partito un po’ in sordina per poi accelerare il ritmo con l’ingresso di Mark Henry in versione Brock Lesnar mettendo a segno due eliminazioni (il duo Hell No, Kane e Bryan), stesso numero di Orton (lo stesso Herny e Jericho). Ma la sorpresa della serata in termini di pronostico fu il vincitore Jack Swagger, che riuscì a trionfare con un rapido roll-up. Il motivo del successo è presto detto, mettere su una rivalità a sfondo razziale tra l’americano e il messicano Del Rio. Il feud fu però un mezzo fiasco, con appena dieci minuti concessi per il loro incontro a Wrestlemania.
2014. Visto il titolo allora unificato anche in questo caso parliamo di un incontro solo nella struttura. Se l’anno prima Bryan era l’heel, nel 2014 tutte le arene erano per lui, ancora di più dopo che non fu fatto partecipare alla Royal Rumble. Nel match tutti ne sono usciti bene e questo è indice della qualità dell’incontro. I partecipanti erano di tutto rispetto: oltre al campione Orton c’erano Cena, Cesaro, Christian, Bryan e Sheamus, era difficile ne uscisse qualcosa di brutto. Anche in questo caso il buon Daniel non riuscì a far sua la cintura (dovrà spettare giusto poche settimane trionfando a Wrestlemania), con l’ex Legend Killer che mantenne la cintura (divertente il siparietto quando tentò di nascondersi all’interno della sua postazione). Non molto equilibrio nelle eliminazioni dato che si concentrarono tutte in poco tempo, ma nel complesso come detto fu un gran match, con l’intrusione della Wyatt Family che stona un po’ ma che comunque aveva un senso nel contesto delle storyline.
2015. In quell’anno penso si sia toccato il fondo per i match nella struttura d’acciaio. Innanzitutto fu spostato a fine maggio, togliendo quell’importanza da trampolino di lancio verso Wrestlemania che lo caratterizzava da tempo, inoltre per i match in sé. Per la prima volta si organizzò un Elimination Chamber per tag-team di cui mi ero proprio dimenticato. Vinto dai New Day, un po’ confusionario ma gradevole, pur se di livello inferiore rispetto agli incontri descritti precedentementi. Nella seconda chamber il titolo in palio era quello Intercontinentale, con partecipanti dallo star power non stellare: Barrett, Ziggler, Henry, Sheamus, Ryback e R-Truth. Al di là dei wrestler fu un incontro insufficiente, ritmo spezzettato e lento, episodi con poco senso come l’ingresso anticipato di Henry a causa della postazione che viene in parte rotta o Sheamus che al contrario non riesce ad uscire dalla sua rimasta chiusa nonostante dovesse aprirsi. Un’edizione che è meglio dimenticare e quella 2016 non si è proprio disputata.
Tirando le somme pur perdendo l’effetto sorpresa credo che lo special event Elimination Chamber sia stata una scelta intelligente. Messo a ridosso di Wrestlemania permette di mischiare le carte in attesa del ppv più importante, facendolo con un livello medio altissimo offuscato soltanto dall’edizione 2015. La mancanza nel 2016 mi ha fatto storcere il naso per cui sono contento del gran ritorno, nonostante apparentemente il vincitore sembra molto scontato. Al di là di questo mi aspetto un incontro eccellente, visti i partecipanti non mi aspetto niente di meno di un otto in pagella. Ad ogni modo nonostante nel wrestling ci sia sempre un effetto nostalgia che ci fa vedere il presente meno luccicante del passato bisogna ammettere che nel corso degli anni l’Elimination Chamber match continua a funzionare e divertire.
Sergedge – EH4L