Roman Reigns. Un’equazione potenzialmente semplice da risolvere, che però finisce con il complicarsi in modo sempre più irrimediabile man mano che passa il tempo. Che sia arrivato l’ennesimo momento giusto per turnarlo heel? Più rotante di una trivella in mare aperto, ecco a voi l’editoriale odierno!
Piccolo disclaimer: lieto di tornare sul pezzo dopo qualche settimana di assenza dovuta a problemi privati…felice di ritrovare i vostri occhi sul monitor ed i vostri polpastrelli sulla tastiera.

Quante parole sono state spese. Parole, pensieri, commenti, insulti, considerazioni fredde ed amare, arringhe difensive, accuse spietate. La verità spesso sta nel mezzo, tuttavia in questo caso specifico il piatto della bilancia propende in maniera decisamente più decisa verso il lato critico. Reigns da face non ha più nulla da dare, dopo aver dato oggettivamente poco nel complesso. Nonostante siano stati utilizzati tutti gli espedienti possibili ed immaginabili, i fan WWE non vogliono riconoscere RR come “The Guy”, né tantomeno come il liberatore che, camminando a mezz’aria, libera l’intero panorama universale da tutti i cattivi esistenti con il suo supermanpunchfotonico. Il problema sta nella gestione, ma in buona parte anche nel performer e nella sua presentazione.

Come scritto qualche articolo fa, Roman Reigns è proposto come “uno del popolo”, pur non essendolo affatto. Predestinato sin dal primo giorno ad NXT ed in possesso di un look da chiavatore seriale, i più furbi hanno capito da subito che Roman sarebbe stato il prescelto per occupare la sedia che presto Cena lascerà vacante. E se c’è una cosa che il nuovo pubblico proprio non gradisce, è che la possibilità di “scelta” su chi possa andar over e chi no sia tolta da poteri decisionali che, in teoria, dovrebbero poter realizzare proprio ciò che il pubblico vuole.

Ecco, nel caso di Reigns (come in passato con Orton ed in parte con Cena) è un po’ come se il libero arbitrio di cui i fan devono necessariamente godere sia stato tolto e svilito dalla WWE. La grandezza del wrestling, per certi versi, è proprio la sua predeterminazione: un po’ come in una serie tv di successo, è il pubblico che dovrebbe decidere in chi investire le proprie emozioni…ma nel caso di Reigns questa possibilità è stata preclusa sin da subito, facendo occupare ad un lottatore decisamente acerbo per ben due anni di fila il main event dello show più importante dell’anno. E per ben due anni, il performer non è stato assolutamente accolto o accettato come main eventer. Ne tantomeno si è comportato come tale.

Anche colpa sua dicevamo. Pur essendo migliorato (di poco) in quanto a fluidità in ring, al microfono Roman stenta in modo plateale e la WWE sembra essersene accorta, come testimoniato dal mic time pari a 0 ottenuto da RR alla vigilia del match di cartello dello show più importante dell’anno: per certi versi il tanto criticato The Miz, un lustro fa, fu maggiormente in grado di occupare uno slot che, allo stesso modo, gli stava decisamente abbondante. Off topic: adoro Mizanin in coppia con Maryse in questa nuova incarnazione del suo character.

Tornando a noi, pur non essendo un babyface propriamente efficace, come detto e stradetto un turn potrebbe rivalutare questo performer, defraudando il pubblico di un mediocre buono da fiaba e regalando un heel da incubo, che avrebbe tutti i motivi del mondo per odiale il pubblico e farsi odiare dallo stesso.

La faida con AJ Styles, in questi termini, si incastonerebbe in modo a dir poco perfetto. Cosa è che rende un cattivo VERAMENTE cattivo? Privare il pubblico di ciò che vuole o di ciò di cui ha bisogno. E ci sono poche cose che il pubblico vorrebbe maggiormente di un AJ Styles Campione assoluto della WWE. Un’ipotesi magica, affascinante, seducente, ed assolutamente impossibile, almeno a Payback. Un atleta sinonimo di TNA che sconfigge il “predestinato” nato, cresciuto e pasciuto nei verdi campi di Vince Mc Mahon? Bitch, please.

Pur essendo un’ipotesi molto più che remota, in termini di storyline il tutto potrebbe avere assolutamente senso: Reigns che sconfigge AJ Styles in primis e poi, perché no, Zayn e Cesaro laureandosi come l’indy killer definitivo, magari ricorrendo a mezzi sleali e concludendo le faide in modo violento. Allora si che darebbe ai fan “smart” un motivo per odiarlo. Allora si che, magari assistito dai suoi cugini sempre più “persi” nel mucchio, il pubblico sarebbe legittimato a fischiarlo. Allora si che la frustrazione così chiara e palese che si legge nel suo sguardo potrebbe venir fuori, aggredendo con tutta la rabbia genuina necessaria per creare un contatto con il pubblico, voluto seppur negativo. Allora si che si potrebbero aprire mille faide in grado di far effettivamente crescere Reigns come status, inserendolo in un ruolo più consono ai suoi punti di forza ed ancor più alle sue debolezze: contro Ambrose, contro Rollins, contro Cena vi potrebbe essere un anno pieno di storyline interessanti e calzanti, con un Reigns brutale, odiato, violento.

Morale della favola: che sia in singolo, con gli Usos, o con gli Usos e Samoa Joe come enforcer (mica male) Reigns ha la assoluta necessità di turnare heel…e questo turn potrebbe essere si improvviso, ma anche naturale per certi versi, sfruttando la situazione scomoda in cui ci si è volutamente messi dopo un anno e mezzo di gestione quantomeno perfettibile.

…a voi!

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.