NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE
La vittoria di Bianca Belair contro Becky Lynch, mi riporta con la mente a quanto successe in quel di Summerslam 2021.
Ricordo molto bene le critiche nei social a causa della sconfitta di Bianca per una manciata di secondi. Una fine del suo regno titolato poco rispettosa, si diceva. Una carriera rovinata per una stupida decisione, si diceva. Uno schiaffo a tutto quello che aveva costruito, si diceva.
Ma quando si prende una decisione, non la si fa per caso. Non è un segreto che dietro ad ogni evento c’è una pianificazione. E a volte a lungo termine, specie quando si parla di grandi eventi. Quanto accaduto a Summerslam, è stato un successo. E Wrestlemania Saturday ha dato una risposta definitiva a tutte quelle domande partorite l’estate scorsa.
Bianca è diventata sempre più over. Se il pubblico stravedeva per lei, ora è diventata la beniamina numero uno.
Becky ha potuto rimodellare il suo character, in stile Seth Rollins, eseguendo quello step successivo tale da riconoscerla come assoluta topstar, sia come babyface che heel.
Peraltro la Belair ha ottenuto il suo secondo titolo nello Showcase of Immortals. Titolo dello show blu sconfiggendo Sasha Banks un anno fa. Titolo del brand rosso sconfiggendo la Lynch giorni fa. Due WrestlemaniaMoment, cosa non da poco. Due trionfi arrivati con grande entusiasmo grazie ad una lunga rincorsa, ad una storyline portata avanti per mesi.
Il match disputato è stato di alto livello e la Road to WM è stata caratterizzata da alcuni eventi specifici che sono culminati nella giornata di sabato. Tutto è bene quel che finisce bene e, come da titolo, non tutto il male viene per nuocere. E’ a Wrestlemania che viene scritta la storia e di certo quanto accaduto a Summerslam è stato virtualmente cancellato.
A voi per l’ultima parola e se, avendo la possibilità di tornare indietro nel tempo, avreste agito diversamente o avreste confermato la decisione attuata l’estate scorsa.
IL RITORNO A CASA
Creare qualcosa di epico, “Stupendous” (pensandolo con la voce di Pat McAfee).
La firma del contratto di Cody, arrivata nei giorni antecedenti al ppv, era la prova concreta che sarebbe stato lui a percorrere la lunga rampa per salire sul ring ed affrontare Seth Rollins. Non ufficializzarlo ha creato quell’atmosfera magica che prende vita nell’attesa di vedersi realizzare sotto i propri occhi quello che si attendeva impazientemente. Il tutto è stato preparato e portato avanti nei minimi dettagli. Una volta che le luci si sono abbassate ed è partita la theme entrance dell’American Nightmare, la folla è potuta esplodere.
Cody era al posto giusto nel momento giusto. Ripeto e continuo a ripetere che quando qualcosa accade, non avviene per caso. La separazione dalla AEW non poteva passare inosservata, ed immagino che fare 1+1 sia stata una pura e semplice formalità. E’ bene ricordare come Rhodes sia cresciuto in WWE. I suoi primi passi nel wrestling professionistico sono avvenuti in territorio World Wrestling Entertainment. Chi poi viene licenziato o si arriva ad un punto dove troncare il rapporto è la cosa migliore da fare, lascia comunque delle cicatrici. Chi ad un certo punto va via dalla WWE, aspira a tornarci con tanta voglia di riscatto. Con la voglia di dimostrare che ha tutte le carte per primeggiare anche nella Big League. A Cody va dato merito di essere stato capace di diventare una Top Superstar al di fuori della WWE. Ha lottato in giro per il mondo, nella NJPW ad esempio. Si è esibito in TNA e poi l’idea di creare una nuova federazione è andata in porto. Gli va dato merito per come abbia portato avanti la sua creatura, fino a quel fatidico giorno in cui il tutto è diventato realtà, grazie ovviamente ad amici e grazie a chi ha deciso di investirci. Cody ha avuto un brillante debutto in WWE, ha avuto dei title reign, dei match a Wrestlemania, dei grandi momenti da ricordare con il fratello ed il padre, ed è stato un componente principale della stable guidata da Randy Orton. Ovviamente l’ultima immagine che abbiamo in mente è quella di Stardust. Di certo non era in quel modo che Cody voleva chiudere la carriera nella Big League. La sua storia ricorda molto da vicino quella di Drew McIntyre, arrivato in pompa magna nel main roster per poi sprofondare nei 3MB. Storie analoghe, con lo stesso esito. McIntyre ritorna più maturo, con una predisposizione di essere un campione. La WWE ci crede e punta fortemente sullo scozzese. La storia recente la conosciamo e ad oggi è una delle Top Superstar del main roster.
Cody, ora, ha tutte le qualità per essere campione, essere considerato un A-Player. Tornare peraltro come il “Cody Rhodes” che abbiamo potuto conoscere ed ammirare altrove, è stato un punto a suo favore. Ha dato un senso maggiore al suo comeback. Una mossa che la stessa WWE ne ha tratto vantaggio, sapendo molto bene che Cody non rappresentasse uno qualunque che proviene dalla AEW. Ma bensì l’EVP che arriva dalla AEW. Il pop ricevuto alla sua entrata, l’esaltazione del pubblico, il WM-Moment, il match a 5 stelle (con grandissimo merito che va riconosciuto a Rollins), le fetta di pubblico che lo acclama ed il ritorno economico. Il business è pur sempre business. Le vendite del merchandise parlano da sole.
La WWE sa bene di battere il ferro finchè è caldo, di sfruttare il momento propizio per poi stabilizzarlo nell’arco degli anni. Il ritorno a casa di Cody ha trovato riscontro in ogni settore, dalle interviste ai vari articoli che ne parlano, dalle vendite delle magliette ai numeri dei social. E’ stato un successo sotto tutti i punti di vista, sia per Cody che per la WWE.
Rhodes ha sempre parlato di una scelta personale, di essere soddisfatto della fed che ha creato e le condizioni del posto che ha lasciato.
All’età di 36 anni ha deciso che era arrivato il momento giusto di pensare a se stesso e di sfruttare a pieno di tutta l’esperienza che ha accumulato lontano da Stamford.
Spesso il tempismo è tutto…
A voi per le sensazioni del ritorno di Cody Rhodes, di come lo avete vissuto e come immaginate i suoi prossimi impegni.
SPORTS ENTERTAINMENT
E’ esattamente come deve essere chiamato quello che vediamo in casa WWE. Non a caso in eventi speciali, come Wrestlemania, possiamo ammirare altri sportivi che si accingono ad esibirsi e dare spettacolo. In questa edizione abbiamo avuto Paul Logan, Pat McAfee e Gable Steveson. E questo ha generato e attratto l’attenzione anche di altri media, quelli dedicati al mondo della boxe e del football americano.
Inoltre non si parla di portare sul ring gente che non sa cosa fare e che non sa come muoversi.
Paul Logan è un boxer, è fisicamente approved ed ha fatto il minimo indispensabile. Atletico e mai fuori posto. Inoltre c’è da dire che il suo personaggio è particolare e non passa inosservato. Pat diede già prova delle sue abilità nel feud con Adam Cole in quel di NXT. A Wrestlemania non ha sfoggiato nulla di incredibile in quanto era Austin Theory a tenere le redini del match. Ma Pat ha una gran fetta di supporters, è un color commentator che sa farsi amare. La rivalità con il figlioccio di Vince McMahon lo ha portato ad un livello superiore di fama. Gable Steveson invece ha già un contratto con la federazione, il suo presente e futuro è in WWE. L’impiego di domenica, era una pura e semplice formalità, anche se un feud imminente contro Chad Gable può avere il suo perché in quanto provengono dallo stesso mondo.
Infine come non poter citare il mitico Johnny Knoxville? Non è la prima volta che il leader della banda di Jackass sale sul ring della WWE. La rivalità con Sami Zayn è stata ben gestita lavorando sui fianchi per portare il livello della parola “intrattenimento” allo stato successivo. Quanto accaduto nel match vero e proprio è stato un exploit di episodi che hanno letteralmente abbracciato il mondo di Knoxville con la stipulazione No Holds Barred. Tanto di cappello a Zayn per quello che è stato disposto a fare. Una complicità che ha portato i suoi frutti.
E’ stato come assistere ad uno spinoff della serie Jackass, svolto all’interno della WWE.
A voi per le opinioni del coinvolgimento delle 4 celebrità.
CAUSE STONE COLD SAID SO!
Magari qualcuno poteva pensare che la presenza di Steve Austin sarebbe stata una sorta di cameo, ed invece è stato molto di più.
La notizia che la WWE aveva spedito al Rattlesnake un ring per allenarsi intensamente, si è rivelata giusta e sensata per quello che abbiamo visto nel main event di sabato sera. Una sorta di rissa da strada, quello che Stone Cold può ancora fare, e che Kevin Owens può decisamente fare come sparring partner, Eravamo in Texas, nel suo paese, ed è stato come rendere onore alla sua immensa carriera e concedergli quell’ultimo match a distanza di 19 anni. I tempi erano maturi, avevamo la location giusta e l’avversario giusto. In pratica dovevamo attendere che le stelle si allineassero. Che tutti i vari dettagli si andassero ad incastrare affinché il “one more match” prendesse vita.
Non penso che qualcuno si sia messo ad analizzare ogni minimo movimento, se ci sia stata qualche imprecisione o qualche errore grossolano.
La WWE ha semplicemente dato al pubblico quello che voleva, e Kevin Owens è stato più che una spalla. Ha accompagnato Austin in questa grande festa, proseguita la domenica a suon di Stunner, senza perdere l’occasione di ricordare a Vince McMahon cosa accade quando sono sul ring e quando c’è della birra a far da sfondo.
A voi per le opinioni sul SCSA Show.
THE ONE AND ONLY ROMAN REIGNS
E’ lo stesso titolo che potete trovare nel blog di un anno fa per Wrestlemania 37.
Una scelta per rafforzare quanto detto in quell’occasione.
Di una delle migliori scelte mai fatte, ovvero rendere heel Roman Reigns con Paul Heyman sempre al suo fianco nel ruolo del grande saggio.Da quel momento è iniziato un percorso che è destinato a proseguire nel tempo perché ciò che è diventato ad oggi Reigns, rimarrà impresso per sempre. La proclamazione come campione indiscusso non lascia alcun dubbio su quello che rappresenta per la WWE. Tutto cambiò da quella giornata di Agosto 2020, dal ppv Payback. Head of The Table, The Tribal Chief. Gli avversari sconfitti ed il modo in cui sono arrivati i successi. La tanto professata modalità God. Una frase che può passare come una delle tante, ed invece a quasi due anni di distanza ha un significato di tutt’altro spessore. Se la WWE era alla ricerca di un nuovo John Cena, ossia di una superstar dominante per un lungo periodo… l’ha trovata. RR è l’immagine della fed, il campione dei campioni e di conseguenza è l’attrazione numero 1, Wrestlemania compresa.
Se ad ogni era della WWF/WWE va accostato un nome, quella che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte, corrisponde senza ombra di dubbio a Roman Reigns.
(Riconoscere) il suo valore è la cosa più semplice da fare.
E voi, se dovreste paragonarlo ad un campione del passato per l’eredità che lascerà un giorno, chi scegliereste?
Pensate inoltre che sia il vero volto della federazione, succedendo al ruolo di John Cena?
Ora tocca a te…Fa’ la tua scelta!