In qualsiasi disciplina sportiva, si sente dire che, più che le parole, contano i fatti.

Puoi avere un gioco di squadra spettacolare, ma se non segni gol pesanti o canestri decisivi, il bel gioco rimane fine a se stesso.

Puoi essere il giocatore più tecnico e atletico del Mondo, ma se non hai mai vinto un Trofeo, un Campionato o un Torneo importante, rimarrai sempre quel “talento inesploso” o “grande promessa” mai mantenuta.

Questo discorso a volte, quando leggiamo in chiave da Mark, i risultati che vedono trionfare un lottatore a noi inviso, a discapito di quello che adoriamo, ci fa dire che non ci sia Meritocrazia o riconoscimento degli sforzi fatti, da parte del nostro preferito.

Ma confondiamo i Booking (discutibili quanto volete) e le scelte della federazione di premiare questo o quel lottatore per una serie di fattori (meriti sul campo, presa sul pubblico, push o depush ecc), con il reale merito, ossia quello per un wrestler, che ci piaccia o meno, arrivato all’apice, ossia a vincere il titolo o il trofeo tanto agognato.

La Gavetta, farsi le ossa, partire dal ranking più basso per arrivare ai vertici è il percorso obbligatorio (salvo rarissimi casi) a cui il Wrestler deve guardare sempre, per migliorare se stesso e ottenere risultati.

E la scorsa settimana abbiamo vissuto noi italiani, guardando oltreoceano, verso Oriente, un perfetto esempio di questa Gavetta e di dove dedizione, impegno, umiltà e essere nel posto giusto al momento giusto porta.

AKIRA è uno dei talenti di ultima generazione della scena italiana: nato e cresciuto nella ICW, si è fatto presto notare per le sue incredibili capacità, la scioltezza con cui si muoveva sul ring e lo Strong Power celato in quel corpo che pareva minuscolo, ma che celava un vero Gigante sul Ring.

E altre realtà oltre l’ICW l’hanno notato e voluto sui propri Ring: ASCA, Rising Sun, MWF, Wrestling Megastars.

E in uno di questi Show, viene notato da una persona non proprio comune: TAJIRI

Se avete amato la WWE e l’ECW, questo nome non è sicuramente una novità: parliamo di una Leggenda del Puroresu, che ha calcato i ring di mezzo mondo e vinto titoli ovunque… TAJIRI nota AKIRA, ne rimane colpito, gli fa una proposta, una proposta di quelle che, probabilmente, nemmeno AKIRA si aspetta di ricevere, a pochi anni dal debutto sul Ring.

Vieni a lottare in AJPW, per un breve tour, sono sicuro che farai una buona impressione.

E io me lo immagino AKIRA, che non ci crede alle sue orecchie, che urla “accetto!!!” senza pensarci due volte, me lo immagino alla partenza dall’Italia, l’anno dopo, emozionato a mille, che saluta i suoi e va in Giappone, primo atleta italiano a lottare in un Torneo della AJPW.

Me lo immagino vedere atleti che lui finora aveva visto solo nei video su Youtube o nei DVD, calcare nello stesso show non solo con TAJIRI, ma con Ultimo Dragon, Suwama, Kotaro Suzuki e molti altri.

E nonostante l’eliminazione al primo turno nel torneo, l’impressione agli addetti ai lavori e al pubblico giapponese è positiva: il ragazzo piace, i suoi Match ottengono apprezzamenti, i colleghi giapponesi si congratulano con lui.

E l’AJPW gli dice “torna fra qualche mese, che il pubblico vorrà rivederti senz’altro e anche noi”.

E alla fine del secondo Tour,  arriva anche la conferma che non ti aspetti:  “ti va di restare anche nel 2020? Credo proprio che il Giappone e i giapponesi si siano innamorati di te” mi immagino gli abbiano detto.

E’ il sogno di una vita: un contratto in Giappone, la patria del Puroresu, nella seconda federazione più importante del Giappone…. Che altre sorprese può riservare il 2020?

Una Pandemia su scala mondiale, magari.

Ecco l’imprevisto che non ti aspetti: sei nel pieno del Tour di fine Inverno, quando iniziano ad arrivare notizie non proprio rassicuranti dal Continente dove sei.

Una epidemia che fa vittime e contagi a velocità impresssionante, che blocca città, fabbriche, sport, tutto.

Ed è arrivata anche a casa tua. A Bergamo.

E sta picchiando davvero duro. E pensi e ti preoccupi che tutti i tuoi amici, i tuoi cari, sono in Italia, dove tutto è chiuso e tu sei a più di 10 ore di aereo, in Giappone, dove anche lì inizia ad arrivare la Pandemia.

Me lo immagino da un lato sentirsi tradito dal Destino: proprio quando tutto sembrava girare per il verso giusto, arriva la Pandemia che ferma tutto, anche il Wrestling.

Tornare a casa, dai propri cari? Si potrebbe, ma una volta rientrato in Italia, potrò tornare in Giappone? E se sì, quando? E se perdessi questo “treno”, me ne capiteranno altri?

Ma mi immagino anche che, in quelle lunghe dirette online coi propri amici e familiari, tutti gli abbiano detto “resta… noi stiamo bene e ci terremo al sicuro, tu resta là, il tuo posto è lì, il tuo sogno è lì, non mollarlo!”  … forse mi sto prendendo delle licenze poetiche, ma lasciatemelo fare, per questa volta.

Intanto, il Puroresu non si ferma del tutto in Giappone: le federazioni, dopo un periodo più o meno lungo di stop, optano tutte per show a porte chiuse, in streaming o sui social, per stare vicino ai fan, bloccati nella case.

E anche l’AJPW riparte. E pure AKIRA: il ragazzo è una bomba sul Ring, che vinca o perda, quel fulmine italiano dai capelli rossi, colpisce pubblico e addetti ai lavori.

E arrivano altre Chance Titolate. E Match a 5 stelle con leggende e atleti del calibro di Kodaka, Miyamoto, Funaki, Jake Lee… tutti nomi di primo piano in AJPW.

Poi arriva il 2021. E la nuova edizione del Junior Battle Of Glory, il torneo in cui due anni prima AKIRA ha cominciato la sua avventura in Giappone.

Gli tocca subito un avversario ostico, quello che è ormai il suo Maestro e Mentore nipponico: TAJIRI.

Ci si immagina un facile passaggio dell’Ex WWE e ECW, invece, a sorpresa, a vincere è AKIRA, che passa il turno.

Vabbè, è il classico exploit, ci sta, ma nei quarti affronta Takaiwa, è una leggenda che ha vinto ovunque in Giappone, non può riuscire a batt..

Ci riesce. AKIRA è in semifinale, fra lo stupore di tutti; In semifinale affronta SUGI, un Outsider, che sia il lottatore mascherato colui che fermerà la corsa di AKIRA?

Incredibilmente, no, perché AKIRA batte anche lui.

AKIRA, atleta italiano, 22 anni, primo italiano nella storia ad arrivare in finale di un torneo giapponese, già basterebbe a scrivere questo, per entrare nella storia italiana e giapponese.

Ma AKIRA sente che quella sera non è ancora finita, quella finale sente che sta per entrare DAVVERO nella storia…. Contro di lui, il favorito del Torneo, El Lindaman, un talento del Puroresu di nuova generazione.

Il Match sono scintille pure, ma alla fine, ad alzare la coppa, per la prima volta nella sua vita, è AKIRA.

AKIRA, atleta italiano, 22 anni, primo italiano (ed europeo) a vincere il Junior Battle Of Glory della AJPW.

E volendo, uno potrebbe dire “dai a posto così, hai già fatto una annata memorabile, sei nella storia”… Ma AKIRA ha in mente un’idea diversa.

Su quel ring, qualche giorno, Koji Iwamoto vince l’AJPW World Jr. HW Title, battendo CIMA… mentre ringrazia il pubblico, arriva lui, AKIRA.

Si congratula con lui per la vittoria, poi gli indica la sua cintura appena e dice poche semplici parole: “Tu. Io. Quella cintura. Champions Knight”

AKIRA ha alzato per la prima volta la posta: Nella serata in cui (quasi) tutte le cinture della AJPW saranno difese, punta al neo-Campione Iwamoto.

Un nuovo assalto a quel titolo, già fallito in passato, ma questo AKIRA non è lo stesso AKIRA  di quella volta, non è lo stesso AKIRA di due anni fa… e arriviamo a Champions Night, lo scorso Sabato.

E contro tutti i pronostici, le statistiche, i “non può vincere”, i “è troppo presto”, AKIRA vince.

AKIRA, Atleta Italiano, 22 anni, primo italiano (ed europeo) a vincere il Junior Battle Of Glory e l’AJPW World Junior Heavyweight Title. Nello stesso anno.

E il bello, credo, ancora deve venire.

Per ora, Facta, Non Verba.

Enrico Bertelli “Taigermen”