(Il titolo dell’editoriale non c’entra niente, o forse sì, ma le perle di cheap chat non possono cadere nel nulla)
Partiamo dal presupposto che la ricetta perfetta per andare over non esiste
O almeno, se esistesse io non la conosco e non sarei qui a raccontarvela, ma probabilmente sarei in WWE a giocarmela con Alexa Bliss per chi esegue meglio lo Sparkle splash. E vincerei io, ovviamente
Dipende dal contesto, dal tipo di personaggio, dall’allineamento del personaggio, dallo stile di lotta, da un’infinità di variabili. Tuttavia, quando un Vince McMahon si lamenta del fatto che Finn Bàlor non sia abbastanza over, si crea l’occasione per porsi la fatidica domanda: è la federazione a doversi preoccupare di mandare over un lottatore, o è il lottatore stesso a dover emergere, indipendentemente dal suo ruolo?
Su questa ambivalenza di ruoli gli esempi sono tanti e variegati. Ci sono i Jason Jordan, a cui vengono date tutte le possibilità del mondo, ma che non riescono ancora a convincere e allora ti viene da pensare che sia colpa loro, se con tutte le possibilità del mondo ottieni una reazione tutt’al più mediocre. Ci sono i Cesaro, che si guadagnano i favori del pubblico a suon di grandi match, sfruttando ogni secondo messo loro a disposizione sul ring per dare il massimo, finché finalmente non si tolgono qualche soddisfazione e ti viene da pensare che sia merito loro, perché si sono guadagnati giorno dopo giorno lo spazio che meritano. Ci sono lottatori, heel e face, che proprio non ti vanno a genio, ma riescono a creare interesse attorno a loro, magari proprio per il fatto di essere altamente antipatici, perciò te li ritrovi sempre tra i piedi e tu ti domandi perché
Poi ci sono quei wrestler che sembrano bloccati in un limbo e tu ti scervelli per comprendere se è colpa della federazione, che non crede in loro, o se anche loro abbiano una parte di responsabilità in questa mancanza di fiducia
Credo che molti di voi sappiano come la penso, io ho sempre detto che con la storyline giusta chiunque possa andare over, che con la storyline giusta puoi proporre chiunque in ogni ruolo, tuttavia ammetto di non essermi mai posta il problema opposto: è possibile per un lottatore emergere comunque, indipendentemente dal ruolo assegnato, e se non ci riesce vuol dire che non è così bravo come si crede, oppure se la storyline è pessima puoi solo limitarti a salvare il salvabile?
Io sono del parere che se la WWE domani mattina decidesse di costruire un Finn Bàlor contro Brock Lesnar, il buon Finn andrebbe over nel giro di tre giorni, e sarebbe credibilissimo come sfidante, perché il pubblico “casual” è facilmente influenzabile e tende anche a soffrire di perdite di memoria a breve termine. Ma, per lo stesso motivo, è vero che l’attenzione del pubblico di massa deve essere coltivata assiduamente giorno dopo giorno, e non mi sorprende che Bàlor susciti meno interesse in un feud da midcard contro Bray Wyatt rispetto a quando è stato proposto come sfidante prima e vincitore del titolo Universal poi
Parlando con un informatore anonimo, mi è stata riferita la frase “da come lo hanno proposto, non avrei mai detto che lo avrebbero voluto mandare contro Brock Lesnar”
Da questa testimonianza, l’accusa di colpevolezza ai danni della WWE sarebbe schiacciante: non hai proposto questo lottatore come un nome di punta, perciò non puoi pretendere se il pubblico sì lo tifa, ma poi rivolge un tifo maggiore verso altri wrestler, coinvolti in storyline più importanti, un Braun Strowman per dire. È davvero così?
Porto alla vostra attenzione il reperto B: Sheamus. Un lottatore che, come ho ripetuto varie volte, a me è sempre piaciuto perché mi dava l’impressione di metterci tutto se stesso indipendentemente dal compito richiesto: che si trattasse di competere per il (fu) WHC contro Del Rio o di fare un match contro Heath Slater nel pre-show di un PPV, lui ci metteva sempre la stessa intensità, lo stesso impegno, la stessa determinazione nel voler dimostrare di cosa fosse capace di fare. Infatti, non appena gli è stato dato un po’ di spazio, ha tirato su un ottimo tag team assieme a Cesaro
Ma è pur vero che come campione WHC era molto anonimo, come personaggio almeno, quindi ancora una volta sembrerebbe che la colpa sia stata della WWE che si è ostinata a proporlo con un personaggio che non gli si addiceva
Potrebbe darsi, almeno in parte, che alcuni lottatori non riescano a dare sempre il massimo in ogni situazione? Potrebbe darsi che un Finn Bàlor contro un Bray Wyatt possa limitarsi a fare il “compitino”, perché si sente frustrato magari? Perché non si sente trattato al meglio? Perché non crede nel progetto?
Dovrebbe essere compito di un wrestler, in quanto dipendente di un’azienda, svolgere ogni compito al meglio delle sue possibilità, anche se non lo convince?
Il caso di Emma è emblematico: licenziata perché pareva fosse impossibile lavorare con lei, dato che rifiutava ogni progetto che le veniva proposto. Giusto? Sbagliato? Comprensibile? Ingiustificabile?
Una certezza però ce l’ho e spero che ce la abbia anche il carissimo Vince McMahon. Ci sono lottatori che senza la giusta spinta non riescono ad andare da nessuna parte, mentre ci sono lottatori che, appena gliene dai la possibilità, ti conquistano il mondo; Finn Bàlor è uno di questi perché, come ho detto, sarebbe in grado di essere uno sfidante credibile per Lesnar nel giro di una settimana, se la WWE gliene desse l’occasione
Il punto è: la gestione di Bàlor dal ritorno dall’infortunio ad oggi, è stata o meno una possibilità? Ed è stata o meno una possibilità che Finn non è riuscito a cogliere?