La semplificazione di come una compagnia dal nome importante possa tornare in auge grazie ad un solo show. Il nome Ring Of Honor tra venerdì 1 e sabato 2 aprile era in trending topic grazie soprattutto all’ottima fattura di alcuni match, che hanno aumentato di botto l’impressione sulla compagnia.

Bastava poco? Certo, basta sempre poco. Ma è anche vero che bisogna volerlo. Negli ultimi anni la ROH era diventato un coacervo di scelte tiepide, senza molta importanza. Nonostante la presenza di diversi ottimi atleti, il continuo dare spazio a chi non meritava così tanta importanza o a dipendere dalle alleanze, avevano svuotato completamente il suo senso.

Supercard Of Honor ha restituito la bellezza di vedersi uno show col pubblico che partecipa. Con le luci giuste, l’atmosfera giusta, il calore umano che serve anche ai wrestler per dare il meglio di sé. Le sorprese, gli interventi post match coerenti, scelte di booking adatte al contesto. Certo, si potrebbe dire che hanno vinto atleti AEW, ma chi si aspettava il contrario è partito con una considerazione sbagliata di questo show.

Ci si può lamentare di chi ha vinto? Gli FTR sono a tutti gli effetti uno dei migliori tag team della storia del wrestling, lo hanno dimostrato nel loro incontro spaziale con i Briscoes, che va di diritto al primo posto tra i migliori match indy dell’anno (ma anche a livello major potrebbero ben competere). Il pubblico non ha gridato “fight forever” a caso, avessero lottato altri 10 minuti si sarebbe rimasti a guardarli con gli occhi a cuoricino. E bene è venuto anche l’intervento degli Young Bucks, a sancire un match che darà buon spettacolo.

Yuta è in rampa di lancio ed è perfettamente in linea con il titolo Pure. Mercedes Martinez è più di Willow l’avversaria giusta per sfidare Deonna. Poi il ritorno di Brian Cage, Strickland e le svolazzare con Zayne, Jay Lethal che porta a scuola Moriarty, Suzuki che leva la cintura ad un inconsapevole Titus (sufficiente worker che ha ottenuto più del dovuto nella sua carriera).

Jon Gresham è il nome caldo di questi tempi. Sta diventando un belt collector, ha qualità e forza. Rispetto a Bandido è maggiormente richiesto, anche per la sua attitudine alla costruzione di un match. Ed è l’uomo giusto per ritrovarsi faccia a faccia con Samoa Joe, in quel finale che chiude alla grande un evento che è scivolato con notevole facilità e gradevolezza.

Che dire? Bentornata ROH: il futuro è dalla tua parte.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.