Durante la puntata di E&C’s Pod Of Awesomeness a cui ha partecipato, Finn Balor ha tirato fuori parecchi argomenti: il suo ultimo periodo in Giappone, la reticenza a firmare con la WWE, i primi tempi a NXT, che sono stati determinanti per la sua carriera.

 

Ho pensato che se fossi venuto in WWE avrei dovuto ricominciare dai pianti bassi di nuovo, sapevo che quella era la norma. Non volevo per forza andare direttamente a RAW. Era abbastanza dovermi adattare con uno stile diverso, in una Nazione diversa, per una compagnia diversa, davanti ad una folla diversa in un ring diverso. Ero discretamente contento di andare al Performance Center.

 

E sono stati poi gli atleti che ha incontrato che gli hanno dato la possibilità di ridare forma al suo personaggio e alle sue capacità, come lui stesso racconta andando avanti nel discorso con Edge e Christian. Neville, sicuramente, ma soprattutto The Samoan Submission Machine.

 

Salire sul ring con PAC – penso che sia uno dei migliori al mondo – e poter fare quel match con lui al TakeOver, un match dallo stile molto giapponese, e non sono neanche sicuro che fosse in un TakeOver o a NXT… in ogni caso, quello è stato il momento in cui mi sono detto: ‘Okay, se posso continuare a fare questo tipo di cose, sicuramente andrà bene’. Anche se credo di aver avuto la mia rivelazione lavorando con Samoa Joe. E’ quando ho iniziato a sentirmi a mio agio nel ring, più come me stesso. Ho cominciato ad adattarmi a ciò che la WWE voleva che io fossi. Quindi pendo che lavorare con Joe per quel periodo mi abbia davvero aiutato a calarmi nel ruolo di Finn Balor e a lasciare Prince Devitt.