Un saluto a tutti i lettori di Zona Wrestling; nel mio articolo odierno farò una recensione di Fire Pro Wrestling Returns, videogioco uscito nel 2005 per PS2 che rappresenta l'ultima incarnazione di quella che è la più longeva saga di videogiochi dedicati al wrestling, il cui primo episodio risale all'ormai lontano 1989. Nonostante la maggior parte dei capitoli sia stata pubblicata esclusivamente in Giappone, alcuni di essi hanno varcato il confine del Sol Levante e sono stati resi disponibili negli Stati Uniti e, tramite importazione, anche in Europa, il che ha permesso a Fire Pro Wrestling di riscuotere successo anche presso gli appassionati di wrestling occidentali; tra questi vi è, appunto, Returns, del quale cercherò di illustrarvi le principali caratteristiche in questa sede.

Avete presente la serie Smackdown/Smackdown VS Raw/WWE?

Beh, dimenticatela perché, quanto a presentazione visiva e meccaniche di gioco, il lavoro di Spike (sviluppatore noto per la saga Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi) si distacca nettamente dal prodotto dei colleghi di Yuke's, il che non è necessariamente un male anche se, per forza di cose, il giocatore abituato al videogame WWE finirà per trovarsi spiazzato la prima volta che inserirà il disco nella propria console.

Innanzitutto, vorrei subito evitare ogni possibile equivoco; non lasciatevi ingannare dalla grafica 2D, apparentemente “infantile” e “poco reale”; Fire Pro Wrestling Returns vanta, infatti, un realismo e una profondità di gioco sconosciuti alla serie attualmente in mano alla 2KGames.

Ora, scendendo nel merito del gameplay, il sistema di controllo si basa sull'uso della croce direzionale per muovere il vostro lottatore (niente analogici) e prevede tre tipologie di colpi: deboli, medi e potenti che, rispettivamente, corrispondono ai tasti croce, quadrato e cerchio del Dualshock 2. Se siete a distanza medio-breve dal vostro avversario, il wrestler che controllate sferrerà un attacco che, a seconda del suo parco mosse, sarà un pugno o un calcio. Una volta che vi troverete faccia a faccia con l'avversario, poi, verrà in rilevo quella che, sicuramente, è la principale differenza rispetto alla saga canonica targata WWE: infatti, i due lottatori entreranno automaticamente in clinch e, per portare il proprio attacco a segno con successo, sarà necessario premere uno dei tre tasti sopraccitati con il giusto tempismo, con la possibilità di variare la mossa con cui colpire l'avversario tramite le quattro frecce della croce direzionale. In questo senso, un piccolo aiuto ci viene fornito dal gioco stesso poiché, mentre si è a contatto con il rivale, si sentirà un click, un suono metallico che rappresenta il momento perfetto per pigiare uno dei tre tasti offensivi. Coerentemente con l'impostazione realistica del gioco, scordatevi di provare ad eseguire una mossa potente subito dopo il suono della campanella perché essa, inevitabilmente, sarà rovesciata dal lottatore che state affrontando; piuttosto, lo stile di gioco vi costringerà ad affrontare ogni incontro adottando una strategia ben precisa la quale si esplica nell'obbligo di partire con le mosse meno dannose per il vostro avversario, come un'armbar, uno snapmare o una bodyslam, in modo tale da sfiancarlo progressivamente prima di mettere a segno mosse ben più efficaci, come un suplex, un DDT o una neckbreaker. Sotto questo profilo, siamo ben lontani dalla serie WWE, nella quale è invece possibile premere un tasto per eseguire una presa o, almeno, iniziare una fase di grappling e sferrare fin da subito mosse che, nella realtà, necessitano di una certa preparazione prima di poter essere portate a compimento. Un'altra importante differenza rispetto alla saga dei ragazzi di Yuke's è che non esiste un apposito tasto dedicato alle mosse finali o alle mosse speciali né, tantomeno, è necessario riempire alcuna barra; esse, infatti, rientrano tra le mosse potenti che possono essere sferrate con il tasto cerchio, oppure premendo contemporaneamente croce e quadrato. Ovviamente, vale lo stesso ragionamento di cui sopra e, quindi, connettere con una di queste mosse presuppone l'avere indebolito a sufficienza l'avversario il quale, altrimenti, riuscirà facilmente a eluderla e a beffarvi con una contromossa.

Lo so, le prime volte il sistema di gioco potrà sembrare troppo complesso, se non addirittura frustrante; tuttavia, dopo aver fatto un po' di pratica e aver familiarizzato con i comandi e, più in generale, con la logica di fondo del gioco, vi troverete tra le mani un titolo che sarà in grado di regalare a qualunque appassionato di wrestling ore e ore di puro divertimento videoludico, sia in singolo che in compagnia.

Del resto, Fire Pro Wrestling Returns gode di una varietà immensa e di una longevità potenzialmente illimitata, grazie ai 327 lottatori disponibili e alle 1649 mosse presenti. Analizzando nel dettaglio il roster, esso è suddiviso nelle principali compagnie giapponesi (con nomi di fantasia ma facilmente identificabili) ed è composto, per lo più, da lottatori giapponesi o che, comunque, al momento dell'uscita del gioco, lottavano nelle federazioni della Terra del Sol Levante. Ciononostante, i nomi presenti faranno felici sia i fan sfegatati del wrestling nipponico che gli habitué del wrestling americano; infatti, oltre ai principali lottatori giapponesi dell'ultimo decennio (come Hiroshi Tanahashi, KENTA, e Shinsuke Nakamura) e alle più importanti leggende del wrestling nipponico (quali Antonio Inoki, Tiger Mask, Kenta Kobashi e Jushin Thunder Liger), sono presenti anche diverse icone degli anni '80/'90 (fra gli altri Andrè The Giant, Bret Hart, Sting, Jeff Jarrett, i Legion Of Doom) nonché wrestler attuali noti al grande pubblico (come Daniel Bryan o Bryan Danielson che dir si voglia, AJ Styles, Alberto Del Rio, sia pur nelle vesti di Dos Caras Jr., e Low Ki) e persino i pionieri della disciplina, come Karl Gotch e Lou Thesz.

Per ragioni di semplificazione, io ho usato i nomi reali dei lottatori; in realtà, tutti i wrestler hanno un ring-name fittizio ma, in ogni caso, sono facilmente riconoscibili, sia a livello visivo che per i nomi falsi utilizzati i quali richiamano sempre, neanche tanto velatamente, i veri ring-name dei lottatori. A tal proposito, il parco mosse di ognuno di essi è ricostruito con una precisione certosina, anch'essa ignota ai vari capitoli della saga WWE, ed è incredibile notare come ognuno di essi si comporti sul ring proprio come farebbero i vari wrestler in carne ed ossa.

L'assenza di licenze ufficiali, peraltro, è un problema facilmente risolvibile grazie al grandioso editor, dalle potenzialità pressoché infinite: esso, infatti, non soltanto consente di modificare i nomi dei wrestler e delle federazioni, ma permette altresì di modificare i lottatori esistenti in ogni loro aspetto e di ricreare i wrestler assenti in maniera del tutto fedele alle controparti reali. In questo modo, ad esempio, è possibile ricostruire l'intero roster della WWE, della TNA, della ROH o di qualunque altra federazione vogliate, per un massimo di 500 lottatori creabili che, uniti a quelli già presenti nel gioco, fanno un totale di oltre 800 wrestler disponibili; insomma, come si suol dire in questi casi, l'unico limite è la vostra fantasia!

Passando alle modalità di gioco, Fire Pro Wrestling Returns include la semplice esibizione, le battle royal, i match a eliminazione nonché tornei di varie specie e dimensioni; le tipologie di incontri presenti vanno dal classico single o tag team match al cage match, passando per stipulazioni decisamente più insolite come il Barbed Wire Deathmatch, nel quale le corde del ring sono rimpiazzare dal filo spinato, o il Landmine Deathmatch, in cui ci sono delle mine pronte ad esplodere non appena lancerete il vostro avversario a bordo ring o se, vostro malgrado, sarete voi a finirci, per la gioia degli amanti dell'estremo.

Da non sottovalutare, poi, la modalità Match Maker nella quale vestirete i panni di un promoter col compito di mettere in piedi il miglior show possibile, tenendo conto di quelli che sono i target della federazione in questione e della capienza dell'arena, in termini di spettatori paganti, destinata ad ospitare l'evento; inizierete a lavorare con le federazioni minori e con un roster ristretto ma, se vi giocherete bene le vostre carte, sarete presto incaricati di organizzare eventi per le major giapponesi, con la possibilità di attingere da un roster via via più ampio. Si tratta, insomma, di una versione più profonda e completa della modalità “General Manager” presente in Smackdown! VS Raw dall'edizione 2006 all'edizione 2008, sia pur di breve durata in quanto si esaurisce nel giro di dodici eventi, anche se la varietà di possibilità assicura un forte tasso di rigiocabilità.

Tirando le somme, Fire Pro Wrestling Returns è una perla per qualunque appassionato di wrestling il quale, una volta superato l'iniziale scetticismo dovuto alla grafica 2D e al complesso sistema di gioco, non potrà non apprezzare l'enorme profondità e varietà di questo titolo che rappresenta una validissima alternativa alla serie ex-THQ che, a causa del monopolio di fatto nel settore, si è cullata negli anni senza mai compiere quel salto di qualità atteso ormai da diverse edizioni della saga targata WWE.

Per farla breve, se vivete a pane e wrestling (e, se siete su questo sito, molto probabilmente è così), dategli una chance, non vi deluderà!

 

Un saluto da ChristiaNexus, alla prossima!

 

Cercatore di notizie nonché, occasionalmente, editorialista, reporter e co-fondatore e co-curatore della rubrica "La Theme Song del giorno". Appassionato di wrestling di lunga data che odia l'ipocrisia e l'apriorismo sterile. Il suo compito è portare avanti l'opera di salvezza intellettuale avviata da Damien Sandow, ora noto come Aron Rex, a costo di passare per grammar nazi. Segue, in un'ottica dialettico-inclusiva, tante federazioni, dalla WWE alla PWG, passando per TNA, ROH, NJPW, NOAH e Lucha Underground. Il Nexus, Christian, CM Punk, Daniel Bryan, Seth Rollins, Bray Wyatt, Undertaker, The Brian Kendrick e, ovviamente, Damien Sandow, ora noto come Aron Rex, sono tra i suoi lottatori preferiti, senza dimenticare AJ Styles, Chris Hero, "Broken" Matt Hardy, il Bullet Club, i War Machine, Pentagon Jr, Minoru Suzuki, Satoshi Kojima, Tomohiro Ishii e Togi Makabe.