“I wandered lonely as a cloud”[…]

 

Chiosava cosí Wordsworth all’inizio di una delle sue poesie maggiormente celebri. Ed è cosí che probabilmente si sentono molti dei talenti di NXT chiamati nel main roster, in balia di vento e correnti, soprattutto in un cotesto storico come quello attuale dove la confusione regna sovrana.

Ci troviamo addirittura in un momento in cui anche i jobber hanno una cintura per cui competere. Una cintura brutta in tutti i sensi possibili ed immaginabili: brutta come concetto, brutta come realizzazione, brutta esteticamente (seconda per bruttezza solo all’Immortal Championship i Jeff Hardy) e soprattutto brutta geneticamente, in quanto se lo scopo stesso di una cintura è quella di identificare un Campione, un primus inter pares, un uomo/atleta capace di ergersi sulla massa in quanto dotato di caratteristiche superiori agli altri, questa cintura insignificante nata probabilmente come “esperimento social” lascia davvero il tempo che trova. Ma parlavamo di jobber appunto.

Tyler Breeze ed Emma sono gli Adamo ed Eva di gimmick di straordinario successo ad NXT tradotte in modo imbarazzante nel main roster, accompagnati forse anche dagli Ascension: questi quattro performer erano semplicemente OVER, punto. Emma trasformata in men che non si dica in un oggetto misterioso affiancata a Santino Marella, perdendo tutta la tenera goffaggine che rese la sua gimmick qualcosa di irresistibile in quel di NXT. Gli Ascension, che al giorno d’oggi definirei senza dubbio alcuno il Tag Team maggiormente over della storia dello show giallonero assieme ai DYI, trasformati in personaggi comedy non concedendogli nemmeno il beneficio del dubbio per mezzo secondo, mentre Breeze…beh, con lui si è davvero fatto un capolavoro di distruzione alla Thanos.

Il Supermodel piú di chiunque altro prima di lui ha capito cosa vuol dire creare un character dal nulla o quasi. La crescita del suo personaggio è stata qualcosa di davvero mirabile: piano piano sia il performer che il team creativo aggiungevano un piccolo elemento in piú in grado di arricchire un character strutturato, con sfumature piuttosto chiare ma non per questo scontate. Prima l’attire di “preziosa pelliccia”, poi l’annuncio “dalla residenza estiva di Milano”, poi il selfie stick, poi la canzone cantata da lui stesso…insomma, una serie di tasselli coerenti con il progetto e ben recepiti dal performer. All’epoca la mia remora consisteva nel fatto che, un performer cosí, non avrebbe mai e poi mai potuto sfondare il muro del midcarding…ma mi sbagliavo, in quanto quando lo stesso è stato chiamato a dare il massimo in faide maggiormente serie (soprattutto grazie alla qualitá del suo prodotto in-ring, davvero ragguardevole per quanto Orton possa sostenere il contrario) tutto sommato non sfigurando affatto. Intendiamoci: non parliamo di un top player in senso assoluto, ma grazie alle sue qualitá avrebbe potuto (ed a mio avviso dovuto) avere maggior spazio nell’area che conta della card. Ma cosí non è stato.

Breeze nel main roster non è mai stato percepito come adatto, ed anzi non gli è mai stata data una possibilitá, perdendo il suo primo match televisivo contro Ambrose e perdendo la sua prima faida contro Ziggler dopo un booking 50/50, prima di inanellare una serie infinite di sconfitte consacrandosi definitivamente come jobber nemmeno troppo di lusso. Da qui, il tag team con Fandango il cui highlight resta senza dubbio alcuno quella sequenza di vignette molto carine chiamate “Fashion Files” e tanto, tanto midcarding. Breeze, al pari di altri come Young ed EC3, non ha semplicemente fallito dopo qualche chance (come Apollo Crews ad esempio), bensì non ha mai avuto la possibilità di poter scrivere una pagina diversa da un fallimento predeterminato.

La “chiamata” di HHH per far ritornare uno dei suoi progetti più cari ad NXT per una faida contro Velveteen Dream è qualcosa che francamente adoro. Dream è stato il performer che, più di chiunque altro, ha raccolto la torcia ideale lasciata ad Orlando da Breeze portandola addirittura oltre la linea tracciata dal suo predecessore, facendo del character developing la spina dorsale del suo successo, supportando il tutto con una convinzione cieca nell`identitá del personaggio rappresentato con una qualitá in ring in costante crescita. In tale ottica, una faida tra questi due wrestler mi sa molto di scontro generazionale, di passato contro presente, di maestro contro allievo. Uno scontro alla Saint Seiya if you know what I mean.

Ovviamente sará Dream ad andare over, ma il punto non è questo. Breeze trarrá il massimo dall’occasione offertagli, cercando di far ulteriormente crescere un performer destinato a grandissime cose e creando una storia che sará probabilmente la piú importante della sua recente carriera. E come lui vi sono moltissimi personaggi bistrattati nel main roster che potrebbero trarre grande beneficio e motivazione da faide di questo genere contro personaggi in rampa di lancio ad NXT, rinverdendo il proprio amore per il wrestling messo a dura prova da Vince “su” a RAW e Smackdown.

Per la prima volta, dal punto di vista creativo, si parla di vera e propria ascesa verso l’inferno una volta lasciato il Full Sail. Carino vedere Breeze in discesa verso un luogo piú temperato.