Il contract signing è andato come doveva andare. Con Thunder Rosa che alza al cielo la cintura di campionessa femminile, dopo aver superato gli attacchi di Britt Baker e delle sue ragazze. Merito anche dell’aiuto di Mercedes Martinez, chiaro. Ma se c’è qualcosa che lascia questo segmento, seppur ben fatto, è che la sfidante non è ancora pronta per essere al top della categoria.

C’è una premessa da fare: Britt Baker ha già dato tutto quello che poteva dare nel primo regno da campionessa mondiale. Ha avuto tante sfidanti, ha ammazzato letteralmente la categoria, lasciandosi dietro macerie dalle quali poteva emergere solo Thunder Rosa. Non è un regno che verrà particolarmente ricordato, sebbene non siano mancati gli spunti e qualche buon match. Ma rimane la sensazione che si potesse fare molto di più.

Quindi è giusto il passaggio di consegne? Sì e no. Sì, per i motivi elencati sopra. E dunque per quella necessità di far cambiare aria alla cintura. No perché Thunder Rosa non è ancora pronta. A proposito di “sensazione che si potesse fare molto di più”, la ragazza è arrivata alla title shot facendo un giro tortuoso, talvolta incoerente e persino troppo lungo.

Il passaggio di titolo rischia di essere superato con troppa facilità. Non c’è nessuna aura di sensazionalismo, non c’è attesa e per certi versi, sul risultato, non c’è interesse. Tutti si attendono la vittoria di Rosa. Ma in questo momento, in un ppv “gonfio” di grandi match, la scelta non determinerebbe una svolta. Ed anzi si rischierebbe di tornare alla Baker più velocemente.

Perdere significherebbe costruire. La Baker vincendo a Revolution, in ottica storytelling, avrebbe una rivincita rispetto al match di un anno fa e il successo definitivo nell’unico ppv che gli mancava da campionessa. Rosa invece potrebbe richiedere un rematch e un main event di Dynamite che sancirebbe, anche qui, un continuum con quanto visto nel lights out tanto decantato. Risultato? La nuova campionessa avrebbe su di sé tutte le luci della ribalta, con un prosieguo di costruzione che la legittimerebbe sul trono della categoria femminile.