E’ nato il titolo 24/7. Una nuova cintura che può essere difesa in qualsiasi momento, in qualsiasi circostanza, in qualsiasi ambiente, basta che ci sia un arbitro. Probabilmente i fan più giovani non sanno che qualcosa di simile c’è già stato, o se lo sanno non lo hanno vissuto. Sto parlando del titolo Hardcore. Sto parlando di una cintura che per anni è stata quello che oggi è e purtroppo sarà il titolo 24/7. Quella vecchia corona è passata in mano a decine di lottatori, spesso per decine di volte. Nel rivedere questa regola appiccicata di nuovo a un titolo, non ho potuto non ricordare, una volta in più, certi personaggi che l’hanno posseduta. Sean Stasiak, Raven, Tommy Dreamer, Hardcore Holly, Bully Ray. Tutta gente che in più occasioni ha potuto prendere in mano la cintura, per poi magari perderla pochi minuti dopo. Uno di loro però, mi rende triste. Uno di quei signori che sono stati protagonisti non colpevoli dello scempio di quella cintura, uno che di nome fa Michael John Lockwood, e la sua sfida 24/7 l’ha persa quando quel titolo già non esisteva, quando quella cintura già era sparita. L’ha persa il 6 novembre del 2003.

 

Il Wrestling era già esploso in Italia un’altra volta, quando, quel giorno triste, il povero Michael morì. Era arrivato a quel punto della sua vita e della sua carriera dopo dieci anni di gavetta, dieci anni di rischi, dieci anni del quasi niente, prima di arrivare nella World Wrestling Federation nel 1999. Nel corso della sua carriera era stato Johnny Pearson ed era stato Erin O’Grady. Fra le piccole compagnie frequentate, la Extreme Championship Wrestling era stato il suo picco. Adesso, dopo un Match combattuto di fronte a persone che contavano, era arrivato il momento della WWF. Qui, nella sua incarnazione più famosa, diventerà Crash Holly.

Il cammino era finalmente meno duro. La salita era finita e adesso Michael poteva rilassarsi, godersi la vita e sua moglie. Dopo anni di incertezze economiche e salti da un Promoter all’altro, tutto era finito. Gli assegni erano sempre coperti e gli appuntamenti mai mancati. Poteva togliersi qualche sfizio, e appena lasciò la Power Pro Wrestling, dove con Vic Grimes aveva anche vinto i titoli di coppia, per andare nel Main Roster,  quegli sfizi cominciò a toglierseli. Poteva portare a cena sua moglie dove voleva, comprargli ciò che desiderava, vestirsi griffato e farsi un goccio ogni  tanto. I dolori non erano più un problema, i medici gli prescrivevano ciò di cui aveva bisogno, l’importante era avere i soldi per pagare. Un paradiso, visto da dentro, un inferno visto da lontano. Cominciava a sentire il calore delle fiamme, Micahel, ma non ci fece caso.

Non ci fece caso e continuò a lavorare senza sosta. Vinse i titoli del mondo di coppia della WWF insieme a “suo cugino” Hardcore Holly. Vinse il titolo dei pesi leggeri. Vinse il titolo europeo. Vinse 22 volte il titolo Hardcore, che rimbalzava come una palla matta, quasi a rappresentare come un modello matematico per semplificare un’equazione intricata, ciò che stava succedendo nella vita di Michael. Hardcore e Molly erano il dolce sapore della vita, sua moglie e ciò che faceva per andare avanti, tutto il resto.

Le cose iniziano a mettersi male all’inizio del 2003. La vita con la WWE ha dato un po’ alla testa a Michael. Troppi viaggi, troppa stanchezza, troppi vizi. Sua moglie si stanca della situazione e decide di abbandonarlo. Per quasi tutto il 2002 Crash Holly non aveva che jobbato, negli Show minori e a Smackdown, qualche volta, quando cercava di coprire le spalle a Matt Hardy. La compagnia però non ha più bisogno di lui e decide di licenziarlo. Tutto il mondo che gli si era magicamente creato attorno 3 anni prima svanisce. Adesso però, non ha nemmeno una moglie, non più. Viene assunto dalla Total Nonstop Action e può contare soltanto su qualche amico. Per esempio Steven Richards. E’ a casa sua quando riceve le carte del divorzio. E’ a casa sua quando decide, forse volente al cento per cento, forse no, di togliersi la vita.

Crash Holly viene trovato a casa dell’amico con il suo stesso vomito incrostato sulla faccia. Il Carisoprodol, farmaco prescritto, chissà da chi, si è mischiato con l’alcol e dentro il suo corpo a portato a un ballo vertiginoso. Il suo diaframma a ricevuto il comando dal suo cervello e ha spinto, per espellere le tossine. Quelle tossine però, si sono fatalmente fermate nella gola di Michael, soffocandolo. Muore a 32 anni, da solo e in caduta, dopo una splendida salita verso il cielo più importante della sua professione.

In pochi parlarono di Crash. Qualcosa detta cosi, di sfuggita. Eppure il Wrestling era nelle TV italiane. Crash era apparso in diverse occasioni su Italia Uno, per sconfiggere Sparring Partner o jobbare ad A Train. Fra “inutili” e “Look My Face” sparati a cazzo, nessuno ha avuto la buona idea di ricordare un lottatore che aveva fatto parte non solo del Wrestling, ma che era stato, nel suo piccolo, uno dei primi protagonisti del famigerato boom, un boom che purtroppo per lui c’è stato anche nella sua testa.

Purtroppo Crash non potrà mai combattere per il titolo 24/7, ma mi piace ricordarlo, mentre vedo quattro “finti imbecilli” che si rincorrono nel Backstage, quando sedia alla mano abbatteva chiunque per tornare ad essere campione Hardcore, che questo fosse suo cugino, Molly Holly o qualsiasi altro uomo o donna della WWE. Mi piace ricordarlo felice, dentro quell’esplosione di vita che lo portò in cima ad una scala nella quale, troppo spesso, i pioli sono fragili, usurati e insicuri, e fanno precipitare giù chi è in cima, distruggendo ogni normalità della sua vita. Ecco, voglio immaginarlo in cima a quella scala, sospeso in aria, senza pericolo, senza paura, lucido e duro, mentre alza al cielo, ancora una volta, quella cintura Hardcore.