E' tutto cominciato nella International Championship Wrestling.

Non è che lei avesse un sogno, il mondo del wrestling era un'alternativa di vita quando sei una giovane ragazza che vorrebbe avere a che fare con il mondo dello spettacolo. Però le successe qualcosa, un senso di attrazione improvvisa, qualcosa che ti risucchia e poi ti sputa lasciandoti al suolo intrappolato in una bolla di saliva, l'aveva ormai catturata. E poi c'era lui, l'uomo più importante della sua vita. Randall.

Aveva gli occhi di un angelo Elizabeth. Camminava suave su qualsiasi terreno. Non aveva bisogno di vestiti succinti o biancheria intima in vista per mostrare a tutti la sua sensualità. Era una donna vera. In mezzo a tutti quegl'uomini muscolosi si sentiva una dea, una regina, e lui era il suo re.

Andava tutto a meraviglia. Lei lo accompagnava sul ring, si prendeva le urla idolatrici della folla, poi rientrava nel backstage e tornava a casa con lui. Erano la coppia perfetta, invidiata, amata, odiata, irraggiungibile. C'era solo una cosa che le lasciava un cattivissimo gusto nella bocca: tutti quegli amici che vedeva mezzo addormentati nelle sedie e nei camerini. Erano quelle maledette pillole. Lei capiva, che un uomo potesse prendere qualche volta una pillola, quando la forma non era ideale ed il fisico doveva crescere in poco tempo, anche suo marito Randall qualche volta lo faceva. Poteva anche capire che qualcuno, in vista di qualche incontro importante, dovesse prendere qualche pillola per non sentire il dolore. Anche suo marito Randall qualche volta lo faceva. Ciò che non capiva era perché poi, tutte quelle persone dovessero continuare a farlo. Poi quel maledetto alcol. "Per dimenticare" dicevano, ma dimenticare cosa? Erano nella WWF vivendo il proprio sogno, cosa gli mancava?

Elizabeth passò molti anni a fare il suo lavoro, mentre cresceva e cominciava a chiedersi se davvero quella vita fosse cosi giusta. Era una donna che ormai aveva 32 anni, avrebbe voluto un figlio. Randall però, non voleva, poteva o chissà che. Comunque cominciò, suo malgrado, a vedere nello specchio il riflesso del suo fantasma. Le cose cominciarono ad andare male nel suo matrimonio e lei, dolce e fragile com'era, non aveva nessun intenzione di vivere male accanto ad un uomo che si, aveva amato alla follia, ma che adesso doveva lasciare perché ancora di più amava se stessa ed il suo benessere.

Tutto coincise con le storie del backstage. Si sentiva sola, esclusa, diversa. Quindi perché no, una coppa di champagne in più ogni tanto non poteva farle male. Invece lo fece. Più di una volta Elizabeth si svegliò in preda al mal di testa, alla solitudine, al dolore fisico, chimico e psicologico. Qualcuno gliel'aveva detto: "ne prendi una e dormi come un angioletto". Ma lei non era un angioletto, lei era un angelo vero. I dubbi distruggevano il suo cervello ed ancora prima di capire qual era stata la sua decisione, una non bastava più.

Tornò a calcare le passerelle del pro wrestling, ma stavolta nella World Championship Wrestling. Si sposò un'altra volta, nel 1997, divorziò ancora, nel 1999. Sta cambiando in continuazione la vita di Elizabeth, l'unica cosa che non sta cambiando è ciò che non ha mai capito, ciò che deve ancora decidere se sia giusto o no: quella bottiglia, quel flacone.

Adesso, che si trova nella casa del suo nuovo compagno, uno che potrebbe costruire una fabbrica grande quando una nazione se solo i suoi errori fossero trasformati in mattoni, comincia a capire. Lui è uno che la picchia, che non la rispetta e che naturalmente, non le da un figlio. Randall, aldilà di tutto, rimane l'uomo più importante della sua vita. Ora capisce, Elizabeth. Si rende conto che quella decisione, giusta ho sbagliata che fosse, l'aveva già presa molti anni prima. Capisce perché, tutti i suoi amici, dopo che passava il problema non lasciavano quella bottiglia, quel flacone. E' proprio cosi, è un uragano di emozioni e brividi, talmente assuefante che ti ha già sputato in quella maledetta bolla di saliva prima ancora di farti capire da quale parte sei entrato.

Il wrestling ti concede una possibilità, e pensare che lei nemmeno la voleva poi tanto. Quella possibilità ti apre diverse porte, ma ad ogni porta c'è un prezzo da pagare per entrarvi. Lei pagò insieme ai suoi compagni di viaggio il prezzo della comprensione. Comprese che un dolore non vale una pillola, perché una vita non vale una carriera, sfolgorante che sia. Una bottiglia non vale la perdita del ricordo di quella maledetta dipendenza, perché una nebbia che ricopre il cervello non vale l'essere cosciente dei propri problemi e dei propri errori. Lo hanno capito in tanti, bravi, cattivi, irritanti, gentili, scontrosi, forzuti, padri, madri, fratelli e figli: quella mattina del primo Maggio del 2003, lo capì anche un angelo. Un angelo chiamato Elizabeth.

Se ne andò senza disturbare. Come avrebbe invece voluto vivere. Se ne andò senza sapere se davvero il conto che aveva pagato non fosse troppo salato. Se ne andò, lasciando a Lawrence, o chiamatelo Lex Luger se vi piace di più, il peso della sua vita. Ora non avrebbe più dovuto picchiarla, avrebbe solo dovuto pagare un po' di più, per lei e per lui. E poi non uno, ma mille figli. Lex Luger ricevette da quell'angelo che era Elizabeth, il compito di diventare un profeta, camminando suave come faceva lei per tutti i territori dove c'è il manifesto di uno show, a parlare con i giovani e a dire a tutti, che a finire in una bolla di saliva ci voglio 5 minuti, che siano 10 anni in realtà non cambia, perché quando tutto starà per finire, sembrerà che siano passati solo 5, ridicoli, minuti. Lex Luger pagò un po' di più allora, con l'arresto e con una buona fetta della sua salute. Poi, negli anni successivi, regalò a Elizabeth quei mille figli.

Perché sono figli dell'angelo chiamato Elizabeth, ogni ragazzo ed ogni ragazza che fa della sua vita un oasi pulita e vive il suo sogno senza eccessi né fretta, ringraziando una voce che non sa da dove arrivi, che non conosce, ma che potrebbe avergli salvato la vita.

Quella è la voce di Miss Elizabeth…