Marzo è stato decisamente il mese in cui la New Japan ha concluso il primo trimestre del 2018 mantenendo molto alta l’asticella della qualità. E la qualità sta diventando il marchio di fabbrica della promotion nipponica ormai da lungo tempo. Usciti da una New Japan Cup, vinta da Zack Sabre Jr., gli eventi a cavallo tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, hanno dato la continuità che non dovremmo mai dare per scontata.
Il trittico di eventi Strong Style Evolved, Sakura Genesis e Supercard of Honor XII per Kenny vs Cody, ha, non solo chiuso molte storyline, ma ne ha aperte di nuove e sistemato alcuni tasselli che erano rimasti vuoti.
Il titolo assoluto è ancora ben stretto alla vita di Kazuchika Okada, che dopo aver difeso a Sakura Genesis contro il vincitore della NJ Cup, in un match discusso, si ritroverà davanti a sé il sempreverde Hiroshi Tanahashi. Dicevo, match discusso, non tanto per l’esito, in realtà abbastanza scontato, ma per lo stile di lotta di Sabre. È un lottatore, l’inglese, che o lo si ama o lo si odia, difficile avere mezze misure e il match a Sakura Genesis ne è stata l’ennesima dimostrazione.
Personalmente ho gradito molto l’incontro e sono felice della volontà della New Japan di puntare su questo ragazzo, che in passato ha mostrato cose interessanti e poterlo misurare su un palcoscenico così importante è entusiasmante per i suoi estimatori; il “problema” di Sabre è che non fa nulla per adattarsi a ciò che piace ai fan generalisti, dal fisico alle lunghe e particolari prese di sottomissione che sono molto old-school, forse fin troppo. Mette, anzi, lo spettatore nell’ottica di doversi lui adattare a quella complessità, rendendosi poco universale. Mi piace pensare che la cosa sia voluta e che sia un modo diverso innanzi tutto di essere personaggio e nel particolare heel. Va trovata una dimensione più consona rispetto all’esibizione fine a sé stessa di mandarlo contro Okada.
Potrebbe essere il Junion Heavyweight Championship, che ancora, a Sakura Genesis, ha garantito un livello oltre le più rosee aspettative. Ospreay sta facendo un lavoro sublime, a volte e in modo preoccupante, facendo anche più di quanto gli sia richiesto. La chimica con il (fuoriuscito?) membro del Bullet Club, Marty Scurll è evidente e ha garantito uno dei migliori match dell’anno in casa New Japan. Sinceramente ero un po’ preoccupato sulla solidità di un regno di Ospreay, ma seppur navigando a vista, vista la situazione Rey Mysterio, l’inglese si sta rivelando un ottimo investimento.
Ancora “nebbiosa” la situazione di Jay White che, nonostante il discreto match contro Adam Page negli Stati Uniti, ancora non ha fatto il salto di qualità necessario per essere percepito come un grande. È però evidente come con Switchblade, il progetto sia a lunga gittata e non solo pensato per il “qui e ora”. I margini di miglioramento sono certi, mi piacerebbe vederlo contro un grandissimo il prima possibile, tipo Naito, per aiutarlo ad imparare a stare tra i grandi. Al momento, il titolo sta ancora brillando della luce riflessa del suo ex detentore, Kenny Omega.
Quest’ultimo vera e propria stella assoluta in questo inizio d’anno. La capacità di passare da incontri a cinque stelle come Golden Lovers in coppia con Kota Ibushi, all’emozionante climax della storyline con Cody a New Orleans, lo incoronano senza ombra di dubbio la top star della compagnia, quanto meno per i canoni occidentali di valutazione.
Strong Style Evolved ci ha regalato un main event spettacolare, con una cornice di pubblico entusiasta e con protagonisti quattro dei migliori wrestler in circolazione, che hanno fatto esattamente quello che la gente si aspettava. Niente di meno.
A Supercard of Honor abbiamo avuto un match emotivamente ricco, qualcosa che si colloca sì in una scala inferiore rispetto alle migliori prestazioni di Omega, ma che dimostra quanto non sia “soltanto” un atleta fenomenale, ma anche uno storyteller sul ring di primissimo livello.
In aggiunta, la storyline del Bullet Club che troverà una nuova ragione di essere nei prossimi mesi è oro puro. Ricordo che il brand Bullet Club è di proprietà della NJPW, disfarsene sarebbe una follia vera e propria. E la lontananza del Club dalle faide titolate, può essere il preludio per, non dico vittorie, ma quanto meno un fisiologico riavvicinamento alla lotta per le cinture.
Ma in questo, ammetto, c’è più la curiosità personale di vedere come andrà a finire che altro. Questi mesi ci stanno regalando incontri bellissimi tra i Bullet Club, siano tag-team match che uno contro uno. A Wrestling Dontaku ci sarà Kenny Omega vs Hangman Page, che sinceramente aspetto con grande interesse.