Quando inizi la visione di uno show con delle aspettative, sei vicino alla logica bipolare: o ti piace troppo o ti delude. Perciò il finale del primo Impact di Spike Tv mi consiglia smarrimento, domande su domande, delusione al netto di una puntata buona funestata però da soliti errori di natura televisiva.

La GFW ha fatto il colpaccio trasmettendo Wrestle Kingdom in America. I buoni feedback e la riuscita generale dello show hanno portato in dote tanta fiducia per il futuro. Un match come Nakamura-Ibushi rimarrà nella storia, così come il main event o la scommessa vinta da AJ Styles di provare una pericolosissima Clash dal paletto ai danni di un Naito bravo a subirla. Però rimane anche tutto l'impianto scenico associabile alla pomposità scenica della WWE, rimangono 36 mila persone paganti presenti allo show, rimane la consapevolezza che pur ripetendo lo stesso copione da due anni, la NJPW sappia offrire uno show da major differente da quella major a cui siamo abituati. 

Ha ragione EL Santo, uno dei nostri commentatori: Jeff Jarrett non è un genio visionario. Ma è un signore che pare abbia capito i suoi innumerevoli errori e sta provando a creare un nuovo prodotto assieme alle major di tutto il mondo esclusa la WWE. Sta, insomma, provando a dare agli americani una reale alternativa a ciò che tutti conoscono. Unisce così buona parte del pubblico indy e TNA con quella parte del pubblico WWE curiosa di nuove emozioni: questo obiettivo è stato raggiunto anche solo con un fan WWE che ha comprato lo show e se l'è visto e piaciuto. Basta una sola persona per dire che il passo da fare è quello giusto. Poi il dato degli acquisti del ppv permetterà di fare determinate valutazioni sulle tempistiche da dare al progetto.

Dopo Wrestle Kingdom sembra la volta di Triplemania, Final Battle e di un grosso evento da scegliere tra l'Europa e l'Australia. La sezione ppv sarà ridotta a 4 come da tempo prospettato anche dalla TNA. Però è bene che si dia una mossa: serve sostanza, che si chiami roster, show televisivi, show live in giro per il mondo. Non si può pretendere che tutto si riduca al Bullet Club. Però c'era chi commentava: la GFW non ha bisogno della Tv perché sia la NJPW che la AAA hanno loro show in America. In realtà la GFW ha bisogno comunque di essere vista come una promotion a se stante, capace di convogliare il meglio del mondo. Wrestle Kingdom è stato un punto di partenza, da domani occorre proseguire il cammino.

Cammino che prosegue per la TNA ma che semplicemente riparte da dove si era fermato. Non c'è nulla di nuovo su Destination America, solo un Kurt Angle che torna a lottare ed una sigla figherrima che fa il paio col gusto americano per i telefilm. La qualità è buona perché è buono il roster, la rissa iniziale ha acceso gli animi del pubblico presente ma a casa ha dato un colpo d'occhio confuso, a tratti nauseante. Lo spazio ridotto non ha dato la sensazione di essere utile alla causa, ha aumentato il caos e ci è voluta la mano di Angle a "frenare" tutto.

E se Matthews appare ancora da amalgamare non solo a Taz ma soprattutto allo spirito del prodotto, i match per i titoli sono stati tanto buoni quanto infarciti dalla solita retorica TNAiana per cui qualcosa deve accadere comunque. Così abbiamo avuto gli Hardy che costano la vittoria ai Wolves (ed è probabile che questi girino definitivamente heel entro Lockdown), La Terrell che vince per culo e quel main event…..

Non so giudicare quel main event con la giusta distanza. Dico che ci può stare finisca così ma solo dopo aver avuto la risposta giusta: perché? Perché forse Young e Samoa Joe si sono stufati di fare le comparse e non potevano che turnare su colui che è arrivato laddove loro hanno fallito. Perché MVP ha fornito loro le condizioni giuste per fare ulteriormente le comparse vita natural durante. Perché così doveva andare, e così è andata.

Ma quel finale brucia tutto. Conferma che la TNA non evolve dal circolo vizioso nel quale è rinchiusa. Una vittoria di Roode, oltre che sensata, dove anche essere scontata per preparare quello scontro altrettanto scontato con Ethan Carter che andiamo aspettando dallo scorso anno. Con Lashley che sì ha avuto un buon regno, ma uno doveva essere e così andava tenuto. La TNA ha rovinato il ritorno sugli schermi con decisioni degne della peggior schizofrenia della WCW e della WWE. Con questo main event, la TNA conferma di non voler essere una alternativa valida alla WWE, ma una tra le tante indy presenti con il vantaggio di un contratto televisivo.

Questo agevola chi starebbe dietro. Uso il condizionale poiché la ROH ha confermato di fare numeri superiori alla TNA sebbene con un raggio televisivo ridotto ed un roster senza stelle. Poiché la GFW può essere una concorrente valida se solo iniziasse a palesarsi: magari fare notare di essere la testa di una medaglia dove la TNA mantiene la sua croce.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.