KENTA lo vidi per la prima volta nel 2006 nello show Glory By Honor della Ring Of Honor. Sfidava Bryan Danielson per il titolo assoluto della compagnia, ne uscì sconfitto ma con tanti onori. Un anno dopo si prese la sua rivincita. Ma già in quel 2006 stava cominciando a mettere fieno in cascina pere raggiungere oggi l'America targata McMahon.
E' bello vedere come KENTA e Bryan facciano parte della stessa compagnia. Prima di arrivare a contatto, non è inverosimile che ci passi un anno o forse più. Un po' perché il giappo ha appena debutatto, un po' perché nel frattempo è bene che faccia esperienza ad NXT. Sì, esperienza, e non è una bestemmia: una volta che un wrestler affermato arriva in WWE è come se stesse ripartendo dagli inizi, come se iniziasse una nuova carriera. Da anni la WWE si è assunta l'impegno di creare nuove superstar evitando che il pubblico ignorante (cioè che ignora vittorie e sconfitte di spicco del talento in questione dovunque) si faccia una cultura su quanto esiste fuori dalle sue mura.
Il segno di questa riconversione vede due facce della stessa medaglia. Da un lato la compagnia sa di avere in mano un diamante grezzo, con una altezza che mal si amalgama con la sua storia ma che si innesta bene nei nuovi meccanismi promossi da Triple H. Dopo tutto NXT è una sua creatura e può farci quello che vuole, ecco perché come campione abbiamo uno come Adam Neville e non uno degli Ascension. Ecco perché i Lucha Dragons col "mignon" Kalisto (o Samuray Del Sol, o Octagon Jr.) battono gli stessi Ascension. Siamo di fronte ad un altro modo di intendere gli show che esula da John Cena, da Brock Lesnar e da Roman Reigns. in questo calderone KENTA si inserisce benissimo anche a costo di rovinare un prodotto ormai consolidato come quello degli Ascension.
L'altra faccia è la riconversione di cui parlavamo. Sullo schermo compare prima il nome di KENTA , come a dire che è nota in casa WWE la conoscenza del repertorio mondiale del wrestling. Se l'avessero presentato subito col nuovo nome, molti avrebbero storto il naso. Con questa trovata il naso si storce comunque ma è indubbio che ha un sapore diverso. Inoltre la WWE aveva puntato addirittura su Hogan per accogliere l'ex campione della NOAH nel gotha del wrestling americano. Dopo di che arriva il nome nuovo, Hideo Itami, e scoppia il mondo segno che la WWE ci aveva visto giusto: nel giro di poche ore questo nome diventa un trend mondiale ma soprattutto giapponese, in grado di mandare in tilt il web nipponico. In questo caso, memore del flop del primo Sin Cara, Triple H sa che dovrà andarci piano e che dovrà tenere la mano calda per quanto possibile. Sprecare questo enorme investimento sarebbe da suicidio economico.
Il futuro di Hideo Itami non si chiama più Takeshi Morishima o Naomichi Marufuji. Pare che la WWE voglia contrapporlo a Neville prima che questi passi nel main roster. Pare, e sarebbe una sfida pazzesca se concentrata nell'ambito del loro talento e non solo dell'intrattenimento generale. Fa parte di una nuova generazione che è destinata a cambiare le sorti della compagnia quando nonno Vince smetterà di avere l'ultima parola sugli show. Fa parte di una nuova generazione che per fortuna evita gli stereotipi: fossimo nel 2003/2004, KENTA farebbe lo scagnozzo di Tajiri per essere licenziato poco dopo. Oppure andrebbe solo per il titolo cruiser come se quello heavyweight fosse un mondo a se stante. Oggi le cose sono cambiate perché c'è stato chi ha lavorato tanto per cambiarle: non solo Punk e Bryan, ma anche Edge, Jeff Hardy, The Miz, Dolph Ziggler, Dean Ambrose, Seth Rollins. Hanno cambiato la statura e il peso dei campioni, hanno adeguato in parte la WWE al resto del mondo. E' quello che ha capito Triple H ingaggiando Neville, Zayn, Steen, KENTA e Devitt. Saranno loro a farci gustare il futuro di questo sport di intrattenimento.