La ICW è stata spesso sinonimo di grandi wrestler. Quello che presentiamo oggi non è solo uno dei più grandi apparsi nel nostro Paese ma uno degli atleti che ha fatto maggiormente parlare bene di sì all'estero. Una colonna del wrestling italiano che oggi, ancora oggi, è campione nazionale: sto parlando di Red Devil.
Visto come uno degli eroi mascherati della Italian Championship Wrestling, Red Devil ha rappresentato il meglio del wrestling italico feudando con i migliori avversari che la promotion potesse mettergli contro: Lupo, Charlie Kid, OGM, Kaio, Kobra, Lothar, Andres Diamond sono solo alcuni dei grandi sfidanti. E non solo: al recente Cartoomics ha dovuto far fronte a cinque intense difese titolate che l'han provato sul piano della resistenza e della concentrazione.
Quando hai iniziato a fare wrestling e da dove sei partito? Chi o cosa ti ha convinto?
Avevo 16 anni e quasi per caso iniziai ad allenarmi con la ICW di allora. Il Pro-Wrestling in Italia non esisteva, così un anno dopo ebbi la possibilità di andare ad allenarmi in Inghilterra alla Dropkixx Academy nell’Essex da due leggende del wrestling britannico e alla FWA Academy di Portsmouth, la federazione inglese più famosa ai tempi che ha sfornato talenti come Doug Williams, Burchill, Jonny Storm e molti altri.
Il primo impatto col ring com'è stato?
Il primo ring su cui sono salito è stato quello della FWA Academy e l’emozione e l’adrenalina erano alle stelle. Un’esperienza formativa fantastica.
Qual è il tuo ruolo, la tua gimmick e il tuo moveset?
Il mio ruolo è quello di fare Wrestling per divertire ed intrattenere il pubblico, rendendo credibile la disciplina e portando rispetto a tutto il movimento impegnandomi a divulgare un Wrestling corretto e ben lottato. La mia gimmick cambia a seconda del pubblico che ho davanti: in Italia sono solitamente un beniamino del pubblico, all’estero l’arrogante e bastardo italiano che tutti amano fischiare. Non mi piace parlare di moveset, anche un backyarder esegue bene le mosse, il Wrestling è ben altro.
Puoi Raccontare il tuo debutto?
Eravamo a Torino nel 2001, primissimo show della ICW ed il mio era l’opener. Ricordo un poco preparato ragazzino secco che non aveva la minima idea di cosa stesse facendo, se non quella di inseguire il proprio sogno.
Come è stato recepita questa tua scelta in famiglia e dai tuoi amici? Ti hannosupportato o ostacolato?
Grande supporto da parte di tutti, sono sempre stato un vero appassionato di wrestling ed era normale per tutti che prima o dopo mi cimentassi nella disciplina.
Come lavori per prepararti ad un match? Chi vorresti sfidare tra gli atleti italiani e stranieri che conosci?
Lotto spessissimo, quindi la preparazione deve essere costante, continua e ben studiata. Sono quasi 14 anni che lotto sui ring di tutta Europa e a volte anche oltre, ed è fondamentale che la mia preparazione presti molta attezione al rafforzamento di ogni parte del mio corpo per poter evitare infortuni. Tutti i giorni in sala pesi, molto stretching, circuiti per il fiato, e ovviamente tecnica coi miei allievi del polo ICW di Torino.
Sei campione ICW, come è stato vincere per la quinta volta questo alloro? Come ti sei sentito?
Ho 30 anni e non mi sono mai sentito meglio. Lo scorso anno ho trascinato un brutto infortunio causato dal CrossFit, ma appena mi sono ripreso l’obiettivo era il Titolo Italiano e così è stato. E’ stata un'emozione grandissima, soprattutto vincerlo da uno dei miei rivali storici Kobra in uno dei suoi ultimi match prima del ritiro.
Com'è andata al Cartoomics? Che atmosfera c'era?
Cartoomics è sempre una fantastica 3 giorni di grande Wrestling, ed il pubblico ha dimostrato di apprezzare il nostro lavoro anche quest’anno, con una incredibile cornice ogni volta che il Wrestling Italiano saliva sul quadrato. E’ un’ottima occasione per far fare preziosa esperienza ai nuovi, ma anche per assistere a sfide storiche come il match che ho disputato contro Manuel Majoli.
Qual’è l’atleta che vorresti sfidare nel circuito sia italiano che straniero?
Da tutti si può imparare qualcosa, l’importante è avere di fronte worker che abbiano rispetto per la disciplina e sappiano quello che stanno facendo. Lo scorso anno ho affrontato un wrestler franco-algerino in una delle mie trasferte in Francia con pochissima esperienza, non parlava una parola di inglese (nemmeno i nomi delle mosse) e alcune basi erano totalmente diverse dallo stile classico europeo e, quando mi hanno comunicato il match, mancavano 30 minuti all'inizio. Per me è stata una sfida riuscire a tirar fuori di quel ragazzo un buon match nonostante le enormi difficoltà, e ringrazio l’avversario che avrei dovuto affrontare (un italiano) che ha rifiutato di perdere da me. Ma questa è un’altra storia… Se devo farti un nome, direi ovviamente pilastri della disciplina come Ric Flair o Shawn Michaels.
Com’è fare il trainer di giovani atleti? Cosa trasmetti loro?
Poter insegnare quello che ho imparato in questi anni è una delle cose più belle che mi sia capitata. Vedere ragazzi partire da 0 e arrivare a lottare sul ring è una grande emozione, oltre che una grande responsabilità: il wrestling è una disciplina complessa e rischiosa, bisogna conoscere alla perfezione quello che si fa per poterlo insegnare. Non ci si improvvisa allenatori. Ai miei allievi cerco di trasmettero lo spirito di sacrificio che questa disciplina richiede, i valori di far parte di una squadra, e del rispetto e umiltà che devono avere per poter iniziare una carriera in questo business.
Cosa pensi dell’attuale momento del wrestling italiano? Quali le cose buone e quali le cose meno buone?
Siamo ad un punto di svolta. Le cose stanno per cambiare, ci sono novità davvero interessanti all’orizzonte e finalmente sembra che tutta la penisola conoscerà il Wrestling Italiano. Parlo ovviamente di ICW, una delle associazioni più grosse e articolate di tutta Europa. Chi vuole fare Wrestling in modo serio e competitivo, nel senso positivo del termine, in Italia, entra in ICW. Chi vuole continuare a giocare o a farsi figo con 4 amici spacciandosi per grande professionista allora continua nel suo piccolo orticello. C’è molta strada da fare, molta gente che non dovrebbe nemmeno aver la possibilità di esibirsi davanti ad un pubblico per il poco rispetto che dimostra nei confronti di questo sport, ma per fortuna c’è chi lavora in modo serio per portare il Wrestling Italiano sempre più in alto, chi come la ICW sono 15 anni che porta buon wrestling in tutta la penisola.
Seguite sempre la ICW sul suo sito ufficiale e partecipate ai loro show. Red Devil farà sempre in modo di darvi lo spettacolo che vi aspettereste sul ring!