E’ davvero difficile pensare che l’ambiente italiano possa avere dei veterani. Non che non ce ne siano, ma tanti col tempo hanno lasciato. Poi ci sono gli irriducibili, che hanno segnato un’epoca e l’hanno fatto al meglio. Psycho Mike ha caratterizzato gli anni 2000 in Italia e ancora oggi è uno degli atleti che vale veder lottare, dovunque vada. Non si è fatto mancare nulla, un’esperienza fatta sia in Italia che in giro per l’Europa e persino in Giappone. Ne ho parlato con lui in una nuova intervista.

La tua carriera è lunga ormai vent’anni. Se ti vedi indietro, come vedi la scena italiana in questo tempo?

La scena italiana è cresciuta tantissimo in 20 anni, basta pensare che quando ho iniziato lottavamo su ring da Boxe.. In Italia mancava la cultura, mancavano le strutture e soprattutto mancavano le scuole dove imparare e mancava una old-school di veterani che ci guidasse.

A chi ti ispiravi quando hai iniziato e come si è sviluppata la tua carriera?

Sicuramente tra i wrestler che mi hanno ispirato ad inizio carriera c’erano soprattutto Bret Hart, Terry Funk, Dynamite Kid, Raven. Poi ho iniziato ad allenarmi con Billy Robinson e mi sono ispirato molto anche a lui.

Sei molto stimato e rispettato in tutta Italia. Come ci si sente da veterano e maestro?

Dopo 20 anni la cosa che sento più è il dolore costante che mi segue in ogni momento! Scherzi a parte, sono molto onorato di essere parte del movimento italiano, e spero di potere insegnare molto alle prossime generazioni di wrestler.

Dimmi un Wrestler con cui hai lottato e uno con cui vorresti lottare che rientra/va nei tuoi sogni

Sicuramente salire sul ring con Johnny Saint è stato un sogno che si è avverato, nei miei sogni ci sono match con lottatori che purtroppo si sono ritirati come Bret Hart e Terry Funk, ma sogno anche un match con Kazushi Sakuraba e Minoru Suzuki.

Hai lottato anche all’estero. Qual è la forbice che separa la scena italiana e quella europea?

Dipende, la scena Europea è molto varia, ci sono nazioni con una storia e cultura molto più radicata che da noi, come in UK, Germania, Austria, Belgio, Francia, e poi ci sono nazioni che sono partite dopo di noi, come Grecia, Portogallo, Spagna, ecc… Posso dirti che in Italia ormai ci sono diverse scuole valide dove imparare, e anche a livello di marketing ci sono realtà che si muovono bene, ma in Italia ci manca tutta la parte legata al business e agli sponsor, è triste che dopo 20 anni ancora oggi per non andare in perdita spesso molti lottatori non ricevono ingaggio o rimborso spese da parte delle Fed. e Promotion.

Dove ti vedremo sul ring nelle prossime settimane?

Sicuramente sul ring di casa, in ICW, ma negli ultimi tempi ho collaborato anche con IWA, WIVA, AWS, FIW e ho qualche contatto con altre realtà per il futuro.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.