Domenica 17 gennaio, Rozzano. In occasione di TCW “Pronti Alla Rissa”, primo show dell’anno per i ribelli del wrestling italiano, Emanuele Violante di Zona Wrestling è riuscito ad intervistare alcuni protagonisti dello show.

Questa è la seconda parte di una lunga carrellata di domande e risposte. Anche in questo caso le risposte sono molto interessanti

Scandalo!

1) Come è nata la tua passione per il wrestling e come ti sei avvicinato al wrestling italiano e alla tua compagnia?
Come tanti mi sono appassionato da ragazzino guardandolo in televisione e giocando ai video giochi; ero quello che saltava il catechismo per andare a vedere il wrestling. Quand’ero piccolo c’era la WCW su Italia 1. Poi sono stato contattato su Internet da un ragazzo che mi ha chiesto se fossi di Milano e fossi interessato a fare wrestling: da lì ho iniziato a muovere i primi passi in FCW come Poison, sotto la guida di Giacomo Giglio.

2) La tua gimmick, ed eventuali influenze
Il concetto che volevo rappresentare col mio personaggio è più complesso di quello che può sembrare a prima vista, ed è l’esagerazione degli anni ’80: questo è ciò che il mio personaggio racconta, con i match hardcore (che si giocano molto sulla resistenza e in cui la tecnica si deve vedere, per non essere dei barboni che si prendono a bastonate), i tuffi dal tavolo sul pavimento; anche il punto esclamativo alla fine del mio nome, a cui tengo molto, è da leggere in quest’ottica

3) Un pensiero sulla TCW, sulle collaborazioni recentemente intraprese e sul panorama italiano in generale
Il panorama italiano è molto particolare, e io ho una mia idea, che adesso vi spiego in due parole: il panorama italiano secondo me è molto influenzato dai media; ci sono quelli che fanno grandi cose ma nessuno li segue, ci sono quelli che continuano a comunicare che ci sono solo loro, quando in realtà non è vero, ci sono promotion che chiamano atleti dando 50 euro di qua e 50 di là e fanno show che però non sanno di niente, non raccontano storie… Io non comprendo quelli che in Italia non raccontano nulla; perché la gente segue John Cena e non gli Young Bucks, che sono dei fenomeni? Perché si affeziona ai personaggi, alle storyline, perché la WWE è brava a raccontare storie, e questo è ciò che cerchiamo di fare noi; poi che le storie siano belle, brutte, squallide o troppo esagerate (come è successo) è un altro conto. In Italia ci sono, cosa che non condivido, alcune promotion che chiamano gente e la fanno combattere cercando di fare dei soldi; per me la cosa bella è sentire la gente che urla “Scandalo!, Scandalo!, picchialo come l’altra volta!”. Gli stranieri sono bravi, ma non raccontano niente, perché non si sono mai visti, non hanno una continuità; quello che piace a me è la continuità. In Italia di atleti bravi ce ne sono, anche se magari non al livello delle major americane, bravi nel combattere, ma anche nell’intrattenere; in Italia la gente guarda I soliti idioti, non Macbeth che esce al cinema adesso. Ora non vado a fare i nomi delle federazioni, di chi mi sta simpatico e chi no, ma comunque devo dire che con la WIVA ci stiamo trovando bene.

4) I tuoi dream match, in Italia e in assoluto
Mi piacerebbe affrontare Violent Joe, che è uno che qui da noi ha fatto match Hardcore belli pesanti… Ca**o, quello mi schiaccia di brutto, è gigante! Nel mondo invece ti direi HBK; non ti dico Foley perché sarebbe un disastro!

Violent Joe

1) Come è nata la tua passione per il wrestling e come ti sei avvicinato al wrestling italiano e alla tua compagnia?
Come tutti, davanti alla televisione, ai tempi di Hulk Hogan, Macho Man, Ricky Steamboat, e da lì mi sono appassionato a guardarlo. A praticarlo invece ho iniziato a Genova, nel lontano 2005.

2) La tua gimmick, ed eventuali influenze
Nessuna, influenze sul mio personaggio all’inizio sono state le mie esperienze di vita. Ho cominciato ad essere heel, purtroppo, nella vita, e ho portato tutte le esperienze cattive sul ring, mettendole per fortuna al servizio di uno spettacolo, in modo che i bambini si divertissero. Poi ho conosciuto la TCW nel 2007, ed è nata questa simpatia reciproca che dura ancora adesso; da quel momento ho optato per un personaggio più tranquillo, più simpatico al pubblico, verso cui ho pian piano scoperto di avere anche questo carisma.

3) Un pensiero sulla TCW, sulle collaborazioni recentemente intraprese e sul panorama italiano in generale
Sicuramente aprire una collaborazione con altre federazioni ti porta a conoscere nuova gente, nuovi stili di pensiero, nuovi modi d’allenarsi e di organizzare uno spettacolo; quindi se si riesce a pescare il meglio di tutte le cose, tutti insieme possiamo fare qualcosa di buono. Diciamo che nell’arco degli anni si è sempre provato, purtroppo con scarsi risultati, speriamo che questa sia la volta buona; l’impegno ho visto che c’è, da tutte le parti, speriamo per il movimento che si riesca a tirare fuori qualcosa di buono. Avere oggi 50 spettatori, domani averne 51, sarebbe un punto d’arrivo, perché vorrebbe dire che abbiamo fatto bene; se oggi ne abbiamo 50, domani 49, allora avremo sbagliato qualcosa.

4) I tuoi dream match, in Italia e in assoluto
I miei dream match sono tutti quelli che ho fatto fino ad oggi, perché il mio sogno era salire sul ring, e l’ho realizzato volta per volta: quindi il prossimo match che farò, chiunque sia l’avversario, tanto so che ha un buon livello, e il cervello per poter fare questo sport. Siamo tutti dream-lottatori.

Pain

1) Come è nata la tua passione per il wrestling e come ti sei avvicinato al wrestling italiano e alla tua compagnia?
La mia passione è nata tanti anni fa, avevo attorno ai 5-6 anni, e c’era il catch, con Tiger Mask, Inoki, forse anche Hogan ai tempi; poi ho cominciato a seguire l’allora WWF nel 1985/86, quando c’erano le prime faide con Hulk Hogan, Andrè The Giant, poi Ultimate Warrior ecc. Ho iniziato nel 2002, perché ho scoperto navigando in internet la ICW; ho iniziato con loro alla palestra di Lecco, e mi spingevo fino anche ad Aosta e Milano; sono stato con loro fino alla fine del 2005, poi ho cambiato quando è nata la TCW perché avevano un progetto che a me interessava e anche perché in ICW erano entrate a gestire delle persone con cui non andavo d’accordo: così, pacificamente, me ne sono andato e ho iniziato con la TCW, con cui sto tuttora. Sono stato anche in Inghilterra, alla FWA, per un training.

2) La tua gimmick, ed eventuali influenze
All’inizio, come tutti quelli che iniziano mi sono ispirato a gimmick famose: io ero un mix, un po’ sull’Undertaker, e anche sul vecchio Diesel; poi dopo sono rimasto come me stesso, come Pain.

3) Un pensiero sulla TCW, sulle collaborazioni recentemente intraprese e sul panorama italiano in generale
La TCW è sempre in progresso. Stiamo lavorando per cercare di migliorarla ogni giorno. Questa collaborazione la vedo in maniera positiva, anche perché secondo me il wrestling italiano ha bisogno di una bella collaborazione pulita e genuina, senza montati di testa. Vediamo come va, io sono fiducioso che vada bene, e che si possa ulteriormente migliorare col tempo.

4) I tuoi dream match, in Italia e in assoluto
In Italia mi piacerebbe affrontare due lottatori con cui sono rimasto legato, visto che ho iniziato con loro, Psycho Mike e Manuel Majoli: per me Mike è un innovatore, mentre Manuel è il migliore e basta. Un dream match assoluto sarebbe contro Tatanka, con cui sono anche in contatto: era un mio idolo da ragazzo, e la cifra, per quanto alta, non è inarrivabile, come sarebbe per altri come Undertaker.

Il Marchese

1) Come è nata la tua passione per il wrestling e come ti sei avvicinato al wrestling italiano e alla tua compagnia?
Da bambino, perché mio padre lo guardava e il mio bisnonno era un wrestler; in famiglia abbiamo una tradizione per cui tutti i maschi fanno almeno un arte marziale, e io ho preso da lui e ho fatto il wrestling. Ho iniziato prima che nascesse il wrestling in Italia, ho debuttato nel ’95 in Germania, poi mi sono trasferito in Inghilterra, dove c’erano anche altri wrestler italiani, Red Devil e Il Drago, che mi hanno messo al corrente della nascita del wrestling in Italia e mi hanno invitato a tornare. Le cose in Italia venivano fatte in modo meno professionale, guardando e imitando, poi siamo arrivati io e Majoli, che avevamo una preparazione estera, e le abbiamo trasformate un po’. E così ho iniziato, prima come istruttore, poi come lottatore. Poi sono stato in America con gli stessi ruoli, e alla fine sono tornato qua.

2) La tua gimmick, ed eventuali influenze
In realtà ne ho fatte tante di gimmick, quando vedete un lottatore mascherato probabilmente sono io. Però, per quanto possa sembrare buffo, io ho ereditato il titolo di marchese davvero, e da lì ho cominciato a fare il nobile. Dopo più di dieci anni in cui ho fatto la stessa gimmick, il presidente Jacopo Galvani mi ha chiesto “Perché non cambi e fai qualcosa di diverso?”, e visto che sono interessato alle religioni (all’università ho fatto storia delle religioni), ho deciso di mettere dentro anche questo.

3) Un pensiero sulla TCW, sulle collaborazioni recentemente intraprese e sul panorama italiano in generale
Sono contento. Sono più di dieci anni che dico che le realtà dovrebbero collaborare, finalmente ci stiamo venendo incontro.

4) Un paragone tra l’Italia e le realtà estere che hai conosciuto?
In Italia si è molto esterofili. Io recentemente ho combattuto in Belgio, Olanda, Germania e Spagna; il wrestling è il wrestling, se uno è ben allenato ha successo. Loro sono più avanti di noi, ma non bisogna eccedere in esterofilia; se la preparazione è giusta alla fine non cambia niente.

5) I tuoi dream match, in Italia e in assoluto
Il prossimo. Non ho particolari desideri, anche perché il mio istruttore principale è Dory Funk, mi sono allenato con Kurt Angle e gli Hardy Boyz: li ho visti, quindi mi fanno un po’ meno impressione.

Alessio Garbini (Membro del direttivo)

1) Come è nata la tua passione per il wrestling e come ti sei avvicinato al wrestling italiano e alla tua compagnia?
Ho conosciuto la TCW nel 2007, quando feci da ring announcer per uno show di beneficenza a Desio; poi sono entrato in training nel 2009, dopo tre anni ho fatto una pausa e ora sono entrato nella gestione della compagnia.

2) Un pensiero sulla TCW, sulle collaborazioni recentemente intraprese e sul panorama italiano in generale
Stiamo cominciando collaborazioni con l’estero: abbiamo già effettuato scambi con Spagna e Inghilterra, il Marchese ci ha portato wrestler dalla Svizzera e dal Belgio (Rob Raw l’ultimo in ordine di tempo) e abbiamo avuto ospiti come Joe E. Legend e Kenzo Richards. Cerchiamo di guardare, oltre alla scena italiana, all’Europa. Stiamo cominciando a lavorare con le radio e le tv, e presto avrete maggiori informazioni in merito. Inoltre facciamo un uso dei social enormemente maggiore che le altre compagnie italiane: carichiamo i nostri show su Youtube, cosa che fanno solo poche altre federazioni, e abbiamo in cantiere una serie con Matioski; su Facebook abbiamo 4-5 pubblicazioni al giorno, unici in Italia (gli altri arrivano al massimo a 2-3 a settimana), e con oltre 12 mila followers su Instagram, siamo la prima federazione indipendente al mondo (davanti a noi solo le Major e federazioni come ROH e Lucha Underground, che comunque hanno alle spalle il supporto di un network). Da tutto questo stiamo già traendo i primi benefici e a breve ne vedrete gli effetti.

3) La vittoria del titolo WIVA da parte di Darkness è un tassello importante, ma la collaborazione era già partita con la vittoria del nostro titolo Revolution da parte di Domenico Dinamite a Collisione; è un punto di partenza che speriamo diventerà molto di più. Saranno incluse nell’alleanza altre federazioni?
Vedremo. Per ora sono cinque le federazioni che collaborano, le stesse che hanno organizzato Collisione (TCW, WIVA, BWT, PWE e UIW), non sappiamo se se ne aggiungeranno altre. Di sicuro però ci saranno grandi benefici per tutte le compagnie coinvolte.

In conclusione, ringraziamo di cuore i singoli intervistati e la TCW tutta per la gentilezza e la disponibilità dimostrate durante tutto l’arco della giornata. Il loro prossimo show si svolgerà domenica 28 febbraio alle 17.00 all’Elyson Club di Rozzano in via Sesia 10. Tra i protagonisti ci sarà nientemeno che Matt Cross, ovvero il Son Of Havoc della Lucha Underground. L’ingresso è gratuito per i possessori della tessera ACSI, per gli altri è possibile farla al costo di 3 euro.

Vi invitiamo a partecipare non solo per la portata dello spettacolo ma anche perché all’interno dell’arena, ci sarà una postazione della Lega Tumori Lilt Milano: tutti i fondi raccolti saranno devoluti al “Servizio Assistenza Bambini.” Il progetto, nato nel 1978, si dedica sia ai bambini e agli adolescenti ricoverati nell’Unità Operativa di Pediatria della Fondazione IRCSS Istituto Tumori di Milano, sia a quelli curati in ambulatorio dell’Istituto stesso o in altre strutture ospedaliere. Date il vostro contributo per una giusta causa.

Giornalista professionista ed esperto di comunicazione, dal dicembre del 2006 è redattore di Zona Wrestling. Negli anni è stato autore di rubriche di successo come il Pick The Speak, Wrestling Superstars, The Corey Side, Giro d'Italia tra le fed italiane, Uno sguardo in Italia, Coppa dei Campioni, Indy City Beatdown e tante altre. Il primo giornalista in Italia ad aver parlato diffusamente di TNA ed AEW su un sito italiano di wrestling.