Forse ci avrete fatto caso anche voi, ci sono due grandi problemi che costantemente attanagliano gli appassionati di wrestling di tutto il mondo: il rilancio della divisione femminile e la valorizzazione dei titoli minori.

Parlare del rilancio delle Divas, per la centesima volta, senza essere banali o dire cose già dette, non è facile. Non si tratta di un problema di maschilismo, né tantomeno di inadeguatezza tecnica delle atlete. Guardate le protagoniste attuali: AJ Lee, Natalya, Paige. Ok, dietro di loro c’è il nulla, però parliamo di tre ottime atlete, tra le migliori al mondo, eppure non pare che gli official della WWE si siano fatti intenerire: per loro i soliti 5 minuti di match in PPV, entrate comprese.

Quello che manca alle ragazze della WWE non è (sempre) il talento, piuttosto sono credibilità e fiducia. I dirigenti WWE preferiscono inserire un match di coppia con i New Age Outlaws piuttosto che dare 10 minuti in più al match femminile. E’ proprio fuori discussione. Non è cambiato nulla nemmeno con i Raw da 3 ore e con Total Divas.

E’ vero che probabilmente solo poche atlete del roster, ad oggi, riuscirebbero a portare avanti un match complesso senza rischiare brutte figure in diretta mondiale, ma perché quando ci sono a disposizione atlete di questo livello, non gli si da questa possibilità?

La mia idea è che quello che manca alle Divas è più che altro il numero. Servono più atlete e di maggiore qualità media. Se nel roster maschile abbiamo una gerarchia multi-livello, con un ascensore che è sempre abbastanza graduale sia verso l’alto che verso il basso, nella categoria femminile esistono due sole categorie: le due impegnate nel match titolato del PPV successivo e poi tutte le altre. Dopo uno o due Special Event, è normale che si decida di pescare tra le altre Divas una sfidante: passare da una categoria all’altra  però un capovolgimento dei ruoli talvolta troppo repentino, da jobber a possibile campionessa, da perdente a vincente. Spesso per altro coinvolgendo per necessità ragazze che non sono chiaramente pronte per un palcoscenico importante.

Al momento attuale quindi, non credo sarebbe propriamente semplice per la dirigenza dare questa tanto sospirata chance alle ragazze della federazione. Qualche match più lungo e tecnico può anche darsi che lo vedremo, ma per un più sistematico e duraturo cambio di rotta, serve ben altro, serve un cambiamento strutturale.

Alcuni punti imprescindibili per un rilancio serio della divisione sono:
Più divas nel main roster, che vengano inserite gradualmente e che compongano una gerarchia più o meno piramidale, con campionessa, main eventer, mid-carder e jobber.
Una più dura selezione per arrivare al vertice. Solo chi può sostenere un match titolato da 10-15 minuti deve poter lottare per il titolo. Se non sono pronte, rimangono al loro posto.
Le Divas come Lana, che fanno da manager, dovrebbero anche combattere di tanto in tanto. Il pubblico comincerebbe già a vederle come wrestler e non come vallette che un giorno si improvvisano wrestler (vedi Ricardo Rodriguez).
In quest’ultimo punto poi, non brillerò per oginalità. Le ragazze di NXT andrebbero lanciate in modo più frequente nel main roster, pescando di più nelle federazioni indipendenti invece che nelle agenzie di modelle. Prendiamo Paige, cresciuta a pane e wrestling da genitori professionisti della disciplina, non ha dovuto improvvisare nulla in poco tempo è passata da NXT al vertice e nessuno può imputargli nulla. Lo stesso non si può dire per Summer Rae, precedente carriera “giocatrice di football in lingerie”. Di certo non la più facile delle transizioni per la pur bellissima ex partner di Fandango, che si può dire non abbia combinato proprio niente, malgrado ormai sia in federazione da un po’. Non è detto che delle belle figliole con tanta buona volontà non diventino delle ottime wrestler, succede anche abbastanza spesso, ma la la curva di apprendimento è tanto ripida quanto lenta. Perché complicarsi la vita?