Meltzer ha calato ancora una volta le 5 stelle. Da sempre innamorato di Kenny Omega, ha premiato il suo match di Dynamite contro Hijo del Vikingo. Non a caso: è stato davvero un bel match. Ma non esente da critiche. Che hanno fatto riaffiorare una domanda: può esistere uno show di wrestling dove ci sono match senza una chiara psicologia?
La risposta è sì. Esiste da quando il wrestling si è evoluto, ha abbracciato un po’ di più il volere del pubblico, maggiormente spinto a chiedere varietà e spettacolarità. La ECW è stata pioniera nel proporre la disciplina senza schemi preconcetti, mixando storyline a spotfest, accontentando tutti i gusti.
Dunque leggere nel 2023 che un match come quello tra Omega e Vikingo non ha senso di esistere perché puro e semplice spotfest senza alcuno storytelling è abbastanza surreale. È un commento che è figlio di uno standard. Siamo abituati da anni a match costruiti con lo stampino, con una sufficiente psicologia che si somiglia in quasi tutte le sfide. Con una sequenza che varia (in parte) solo in ppv e solo con alcuni wrestler.
Invece non è necessario che ogni match abbia una psicologia o uno storytelling dietro. Quello che vediamo è spettacolo: ci sono match che vale la pena siano raccontati (MJF vs Danielson), altri che devono fluire liberi per il solo gusto di essere guardati.
Una impostazione non standard garantisce ad uno show di: a) prendere diversi target; b) diversificare lo spettacolo; c) diversificare i match; d) sfruttare le piene caratteristiche degli atleti. Il main event di Dynamite ha raggiunto il suo scopo ed è stato diverso da tutti gli altri match della puntata.
Ci sarà tempo per rivedere Omega combattere un match con psicologia. Col selling giusto. Con una storia. Lo ha già fatto. Magari lo rifarà già con Jeff Cobb questa sera.