L’altra sera guardavo il WWE Network e l’argomento erano i grandi parlatori del passato e scorrendo i nomi di Roddy Piper e Jake Roberts, mi è venuto da pensare l’assurdo che non abbiano mai vinto la cintura di campione del mondo. La prendo larga, avrete capito, per parlare di quello che riguarda la situazione del titolo mondiale oggi.
Se la scorsa settimana ho voluto raccontare il mio punto di vista rispetto ai contendenti, adesso mi chiedo che valore abbia il titolo in questo esatto momento storico. La stessa immagine che accompagna l’articolo è estremamente neutrale, talmente tanto che nonostante la mia praticamente nulla fiducia nei confronti di Roman Reigns, voglio dargli il beneficio del dubbio, sarà l’aria natalizia che mi rende meno pungente del solito.
Un tizio che di wrestling se ne intendeva, in un’intervista, disse una volta che il titolo principale, in qualsiasi compagnia che si rispetti dovrebbe sempre occupare lo spot principale, il main event deve essere senza discussioni la faida tra chi si contende il titolo. La storia non sempre ha dato ragione a questa teoria, ma comunque mi sento abbastanza d’accordo, soprattutto in periodi dell’anno così lontani da Wrestlemania.
Adesso la situazione è lievemente andata oltre, avrete notato come per il centro di interesse dello show, oltre al titolo mondiale abbiano voluto aggiungere la faida contro i McMahon.
E mi è venuto da pensare: vogliono legittimare Roman Reigns e farci pensare che aver vinto il titolo mondiale non è sufficiente? Ci vuole la “laurea” della faida contro Vince McMahon? Evidentemente sì. L’ulteriore stranezza di questa situazione è che così si è scavata una fossa enorme tra Reigns e l’ultimo campione Sheamus, uscito d’improvviso da quel livello fasullo che già intuivamo da settimane.
Certamente non c’è da programmare a breve un altro main event di un ppv, la Rumble è lontana, per cui questo periodo potenzialmente può mettere fieno in cascina, per ciò che riguarderà la road to Wrestlemania di Roman Reigns. Di contro il rischio più grande è quello di dimenticare tutto ciò che viene dietro, il che potrebbe suggerire un vincitore della Rumble che attualmente non è nel roster attivamente, Daniel Bryan, magari.
Questi sono i fattori principali dal dopo WWE TLC, che passa agli archivi e ci lascia un post Raw sicuramente pieno di colpi di scena, con una delle puntate più importanti dell’intero 2015, frutto anche del calo dei ratings. I dubbi sono legittimi come in tutte le situazioni, ma a parte la disgraziata scelta di riporre questa fiducia su Roman Reigns, leggo una WWE vogliosa di rialzare la testa dopo il sonnolento autunno. Se non fosse che tra il dire e il fare c’è un oceano quando si parla dei “brillanti” booker di Stamford.
Mentre scrivo queste righe sto guardando NXT Takeover, un discorso similare a quello appena fatto, enorme potenziale che quasi sempre viene castrato per la paura di andare oltre i consueti binari nel main roster. Il ritorno di Vince McMahon è un campanello d’allarme, che dovrebbe ricordarci che in fin dei conti, ciò che ci ha fatto sobbalzare sulla sedia, è lo stesso paradigma che abbiamo apprezzato per anni e anni e Roman Reigns è oggi imbarazzante, anche solo pensare di paragonarlo ai grandi del passato che hanno avuto l’onore di questo trattamento.