23 luglio 2012, la WWE festeggia la millesima puntata di Monday Night Raw, tra graditi ritorni, ospiti a sorpresa e colpi di scena più o meno prevedibili, ritorna “on screen” anche Stephanie McMahon, assente da quasi tre anni

(Almeno stando a Wikipedia, poi fate vobis)

Dapprima Stephanie ha il ruolo della moglie che affianca il marito nel suo feud contro Brock Lesnar, poi ha un paio di dissapori (non potendosi definire veri e propri feud) con AJ Lee e Vickie Guerrero, ma la vera svolta arriva quando Stephanie turna heel con tutta la famiglia contro Daniel Bryan e formando l’Authority, un team in cui si sono susseguiti vari membri ma che si fonda principalmente su Stephanie, suo marito Triple H e, più recentemente, il Grande Capo Vince McMahon.

Che cosa abbia spinto Stephanie McMahon a tornare stabilmente a Raw è difficile dirlo, forse ai membri della famiglia McMahon (e consorti) piace giocare sulla sottile linea tra realtà e finzione in cui è perennemente in bilico il wrestling, forse le relazioni che portano on screen sono né più né meno, per loro, che il modo per passare una serata in famiglia, forse Stephanie aveva semplicemente voglia di tornare in tv, forse è stata convinta dalla storyline propostale

Troppi forse, passiamo ad altro

A prescindere dal motivo, devo ammettere che Stephanie McMahon in questi mesi si è conquistata un posto nell’olimpo degli heel più odiati dalla federazione, spesso è stata lei a dover tenere in piedi gli show e fare il ruolo del cattivo, quando marito, padre o heel principali erano assenti

Certo, Triple H le ha attaccato il vizietto del voler fare il cattivo, ma non fino in fondo, dal momento che nel bel mezzo della storyline dell’Authority Stephanie ha pensato bene di proporsi come il deus ex machina della Divas Revolution, presentando nel main roster il trittico delle meraviglie, che, guarda caso, forse a WrestleMania ci regalerà un Triple threat per il Divas title

(Prima volta da WrestleMania 19 mi dicono dalla regia, Trish vs Victoria vs Jazz, ah! La nostalgia di epoche mai vissute, qual poesia!)

Parentesi Divas a parte, il personaggio di Stephanie è sicuramente ben riuscito: odioso, ricoperto di fischi senza neanche dover aprir bocca, manipolatore, capace di tenere quei promo a un passo dalla rottura della keyfabe che a noi piacciono tanto, personalmente l’ho adorata quando ha tentato di fare la minacciosa non riuscendoci, come nei suoi tentativi di intimidire Roman Reigns mettendo i suoi fratelli in un tag team match, o quando ha tentato di tenere a bada il bambino capriccioso dell’Authority conosciuto anche come Seth Rollins; un personaggio adattabile ad ogni circostanza e che in alcune occasioni sembrava tessere i fili che il marito avrebbe poi mosso, credendo di essere lui l’artefice del piano.

Ultimamente, Stephanie ha messo in scena due promo molto particolari

Il primo promo, anche se sarebbe più corretto dire “la prima serie di promo”, è avvenuta nelle puntate successive ai pestaggi di Roman Reigns ai danni di suo padre e suo marito, in cui Stephanie ci chiedeva, sul’orlo delle lacrime, come potesse il pubblico tifare quel criminale che aveva costretto le sue figlie a vedere il padre in fin di vita in un letto d’ospedale

Il secondo promo l’ha recitato lunedì sera a Raw, chiedendo al pubblico, a noi, come potessimo tifare per suo fratello Shane, che se n’era altamente fregato della WWE abbandonandola per anni, quando lei è rimasta fedele all’azienda di famiglia e ha cercato di fare quello che era meglio per il business, sacrificando anni della sua vita e tempo prezioso speso con le sue tre figlie

A mio avviso in questi due promo avvengono alcune delle tante magie del mondo del wrestling:

Il cattivo è un cattivo e quindi viene fischiato, non importa cosa dica, il pubblico ama fischiare i cattivi e in particolare ama fischiare i capi cattivi che non si comportano bene nei confronti dei dipendenti e dei clienti, allo stesso tempo il cattivo dice cose che risulterebbero perfettamente lecite, ma che non vengono ascoltate dal pubblico, inoltre il pubblico non è cattivo, perché sa che quella è finzione, sa che Triple H non è davvero in pericolo di vita e che le sue bambine sanno che il papà in realtà sta benissimo, dunque non c’è motivo di applaudire Stephanie, perché sta dicendo delle falsità, eppure in tutto questo c’è quel pizzico di verità, quel pizzico di verità che per un secondo ti fa credere che tutto sia vero, che ti fa domandare se Stephanie McMahon non soffra davvero a vedere il fratello così idolatrato e lei così odiata, nonostante sia proprio quello il suo compito nel magico teatro dello sport entertainment.

Se davvero Stephanie McMahon pensa anche solo una minima parte di ciò che ha detto a Raw, tanto di cappello, perché ci vuole coraggio a esporsi in questo modo davanti a un pubblico che ti è tutto contro, a dire ciò che si pensa da face son bravi tutti, si ricevono solo scroscianti applausi, dire ciò che si pensa da heel è più difficile, perché sai che ti fischieranno e magari avrai il terrore che non ti stiano fischiando solo perché sei il cattivo di turno, ma che davvero la gente non condivida quello che pensi, anzi, che ti siano contro; chissà se Stephanie McMahon si è chiesta se tra il pubblico ci fosse qualcuno che la crede realmente inadatta al ruolo di leader, perché è nata donna, perché ha preso un altro cognome, perché con lei la tradizione di famiglia non va avanti, a quel punto chissà cos’avrà pensato di noi

O forse sono solo io che mi lascio trasportare, probabilmente Shane e Stephanie stanno brindando assieme al ritorno (momentaneo o meno) di Shane e i due fratelli si stanno complimentando a vicenda per le reazioni che suscitano nel pubblico, magari a loro non importa niente di venire amati o fischiati, a loro importa solo che lo show abbia successo e che la loro interpretazione ci convinca

Magari sono io che, ancora una volta, mi sono lasciata ingannare da quell’impercettibile linea che separa realtà e finzione nel mondo del wrestling.

Per quanto riguarda Stephanie, Shane e l’Authority più in generale, mi auguro che questa sia una storyline a lungo termine che non serva solo a riempire la card di WrestleMania per poi svanire nel nulla, i conflitti tra capo buono e cattivo sono sempre esistiti ed i conflitti familiari tra i McMahon sono anch’essi una costante della WWE che si ripete ciclicamente e che forse non moriranno mai, almeno finché la WWE avrà vita. Di carne al fuoco ce n’è tanta: il Grande Capo ormai prossimo al passaggio di testimone, i figli che si contendono l’eredità “sul palcoscenico” di Vince, il genero che si trova in mezzo ma sembra non avere alcuna intenzione di contare meno degli altri, le possibilità per questo feud sono infinite, specialmente adesso che, appunto, si è aggiunta la componente del “dirigente buono” che nell’Authority era mancata e che potrebbe ridare nuova linfa a questa stable

Difficile dire dove ci porterà questa storyline, ma il meglio che posso sperare è che i McMahon in guerra puntino a dimostare chi di loro è in grado di condurre meglio uno show, con un conseguente miglioramento di Raw, SmackDown, annessi e connessi.