Ric Flair è un lottatore fantastico. Ha costruito una carriera incredibile. Sfolgorante. Ha scritto pagine di storia, guadagnato milioni, ne ha speso altrettanti e non ha lasciato niente al caso. Ogni divertimento, ogni desiderio, ogni bisogno per se stesso, lui lo ha soddisfatto. Dalla National Wrestling Alliance, in tutti i suoi territori sparsi per il mondo, alla World Championship Wrestling. Passando, come ogni grandissimo lottatore che si rispetti, dalla World Wrestling Federation.

La prima volta che Ric Flair arrivò nella compagnia di Stamford, al servizio di Vince McMahon, era il 1991. Sapeva bene di essere un pezzo più unico che raro. Sapeva che poteva pretendere, chiedere, in certi casi decidere. Decise infatti, insieme proprio a Vince McMahon, che il suo Stint nella compagnia avrebbe dovuto avere un aspetto importante, dorato, titolato. Anche perché The Nature Boy, aveva alla vita la massima cintura della compagnia rivale della WWF.

Nonostante le pressioni di Hulk Hogan, Vince McMahon accettò, e Ric Flair vinse la Royal Rumble del 1992, eliminando per ultimo Sid Justice. Hogan infatti, era almeno riuscito a non farsi eliminare per ultimo, quindi per mano di quella che fino a quel momento era stata la sua antitesi, oltreché la bandiera della NWA. Ric Flair quindi, dopo anni di successi altrove, diventa finalmente campione della World Wrestling Federation.

Sarà però l’atteggiamento da prima donna di Ric Flair, sarà la gelosia di lottatori che avrebbero preferito non dover combattere anche con i rivali delle altre federazioni, o sarà semplicemente il carattere espansivo e ribelle dei Wrestler di ogni angolo del mondo, ma qualcosa andò storto.

Ric Flair infatti, non resistette a mettere in mostra la sua classe e la sua voglia di mostrare grandezza. Per questo affittò la Suite dell’Hotel dove alloggiava e invitò a festeggiare la vittoria del suo titolo del mondo della WWF, molti dei suoi colleghi. I nomi erano più che altisonanti: c’era Bret Hart, c’era Rowdy Roddy Piper, c’era addirittura Vince McMahon in persona, che come risaputo non si tirava indietro nei momenti di festa, mischiandosi benissimo con i suoi dipendenti e accettando tutto.

Non fu questo il caso però. Questo caso riguarda Ric Flair, e ciò che lui dovette accettare.

La suite di quell’albergo infatti, divenne una specie di stalla: i lottatori erano gli animali. Flair si trovò a dover pagare un conto salatissimo, visti i danni ed il rumore della stanza. Tavoli rotti, champagne sui muri, vetri e divani distrutti. Qualcuno non disdegnò nemmeno una “pisciatina” sui preziosi tappeti indiani.

A quanto si racconta, questa fu una vera e propria punizione organizzata nell’occasione da alcuni dei senatori del Backstage della WWF. Ric Flair, reo di un atteggiamento troppo altezzoso, fu il bersaglio, o l’esempio, per quella che suonò come una vera e propria lezione da imparare. Il gruppo forte della World Wrestling Federation era unito e qui lo dimostrò.

Flair se ne rese conto e a quanto sembra, il mancato rinnovo del suo contratto riguardava anche questa storia. Preferiva evidentemente rimanere il numero uno nella compagnia che di fatto era la numero due, piuttosto che essere qui, uno dei numeri più alti, ma non necessariamente il numero uno. Forse ha fatto bene chi lo sa, forse ha fatto male, ma una cosa è certa, le prossime feste non le avrebbe più fatte nelle stanze di Hotel affittate da lui, ma dalla National Wrestling Alliance, che non si sa mai.