“How one small wrestling company impacted WWE” E’ questo il titolo di un articolo comparso la scorsa settimana su wwe.com. Un articolo che tratta l’influenza della ROH ( “small wrestling company”) sulla WWE. Ed è proprio di questo che voglio parlarvi in questo articolo, allargando il discorso a tutte le piccole federazioni di wrestling.
In questo inedito articolo vengono intervistati wrestler e promoter che hanno avuto la fortuna di lavorare sia in ROH che in WWE. Antonio Cesaro, Daniel Bryan e Seth Rollins, tutti wrestler che oggi ammiriamo e che consideriamo il futuro ed anche il presente della compagnia di Stamford. Veri Pro-Wrestler, capaci nella loro carriera di coinvolgere il pubblico grazie alle loro prodezze sul quadrato. Tra i pubblici estasiati dalle magie di questi atleti c’è anche quello WWE, un pubblico che negli anni sta cambiando mentalità, iniziando ad apprezzare maggiormente la parte tecnica e pura del wrestling. Quando ebbe inizio tutto questo? Beh, a dir la verità i fenomeni del ring c’erano già molti anni fa, come Bret Hart, Ricky Steamboat e Mr. Perfect, ma la vera “rivoluzione” è sicuramente iniziata con l’arrivo di CM Punk in WWE, più precisamente nella nuova ECW. Il suo impatto nella federazione fu molto forte ed in poco tempo Punk riuscì a portarsi dalla sua parte una buona fetta di fan. Gli stessi fan che magari incuriositi dal ragazzo di Chicago hanno iniziato a cercare qualcosa su internet circa il suo passato. Da li hanno scoperto i suoi capolavori con Chris Hero in IWA, il suo feud con Raven e la sua serie di incontri con Samoa Joe. Tutti elementi che spingono i tifosi a seguire realtà al di fuori della WWE. Guardando certe cose ci si rende conto che l’unica lingua internazionale nel wrestling è il lottato; l’unica cosa che viene fatta in ogni, o quasi, federazione al mondo. Il tutto viene ancora più ampliato con l’arrivo di una leggenda indipendente come Bryan Danielson, il cui ring name cambia in Daniel Bryan. Poi tocca a Dean Ambrose, Kaval, Kassius Ohno, Antonio Cesaro, Sami Zayn, Seth Rollins e chi più ne ha più ne metta, lottatori storici per i fan del wrestling indipendente e sconosciuti per i fan WWE. Sconosciuti fino ad un certo punto, dato che, come nel caso di CM Punk, basta spulciare un po’ sul web per scoprire quanto fatto da essi prima di poter arrivare ad esibirsi su un palcoscenico così importante. Sempre più importante quindi il ruolo di Internet, unico modo per staccare dalla monotonia della WWE ed addentrarsi in qualcosa di nuovo, che sia la ROH, la PWG o chissà quale altra promotion. La WWE ingaggiando questi atleti ha quindi sia aumentato la qualità in-ring del suo roster e sia dato indirettamente visibilità alle federazioni minori. Non serve cambiare il nome o stravolgere il character per eliminare completamente il passato di un wrestler, questi wrestler saranno sempre delle creazioni indipendenti che verranno sempre accolti a braccia aperte dai loro "creatori". Ricordiamoci però che prima della WWE un’altra federazione molto nota al grande pubblico ha capito che era questo modo giusto di agire: la TNA. Infatti la compagnia di Orlando ha tra i suoi capostipiti gente del calibro di AJ Styles, Christopher Daniels e Samoa Joe, che con wrestler storici e capaci come Christian, Kurt Angle e Sting hanno portato questa federazione al successo, riuscendo a stabilirsi al secondo posto negli Stati Uniti. Infatti l’impatto che questi wrestler hanno è quasi sempre ottimo, proprio perché anche il pubblico più occasionale del mondo si esalta vedendo, ad esempio, una sequenza da urlo tra Antonio Cesaro e Sami Zayn. Proprio per questo successo che tali wrestler riescono ad ottenere, la WWE cerca sempre più di scovare nuove top star all’interno del circuito indipendente. Capita ancora che Vince McMahon e compagnia bella cerchino di sfornare autonomamente qualche talento, come nel caso di Big E Langston ed Alexander Rusev, ma capita ancora più spesso che diversi pezzi grossi delle indipendenti vengano invitati per qualche tryout al Performance Center. Ovviamente non tutti vengono presi, come successo molto recentemente con gli American Wolves, andati poi in TNA; è pur sempre la WWE e l’Entertainment la fa da padrone, ma anche il solo fatto che vengano chiamati per sostenere un provino, fa capire quanto si tengano d’occhio questi “piccoli” palcoscenici, utilizzando le indy come una squadra di calcio utilizza la sua primavera. Buona parte del merito di tutto questo va attribuito ad Internet, ormai fondamentale nel wrestling. Inutile continuare a criticarlo dicendo che ha solo danneggiato il wrestling distruggendo la sua vera essenza e magia, dato che senza di esso si sentirebbe parlare quasi solo ed esclusivamente di WWE e, in parte minore, di TNA. Wrestler che quindi non solo ci emozionano e ci intrattengono in televisione in quelle manciate di ore, ma si trasformano anche in maestri quando dobbiamo approfondire la nostra conoscenza della disciplina. Un impatto che quindi non avviene solo sulla WWE, ma anche su noi comuni tifosi.
Per concludere, ringrazio l’articolo pubblicato dalla WWE per avermi ispirato a questo mio editoriale che potete raggiungere cliccando QUI.