Come si crea un super eroe? Mantengo la promessa di non sconfinare in universi fumettistici, ma se per un secondo si paragonasse concettualmente il WWE Universe al Marvel Universe (o a qualsiasi altro, così accontentiamo anche chi, la casa delle idee sta un po’ sulle scatole).
Hai per ipotesi un best seller che si intitola “Rey Mysterio Jr.” che dopo essere stato qualcosa di estremamente innovativo per gli Stati Uniti, ti ha portato bei soldi e poi come tutte le cose ha una fisiologica fine e calo di interesse da parte del pubblico. E pensi: “Dopo qualche anno potremmo cercare di ragionare su un bel reboot, cambiamo il nome, esotico e breve possibilmente, nuovo look ma non troppo e move set che ricorda più o meno inconsciamente l’originale”.
Magari non ci ho preso per niente, ma chi non si è mai divertito a pensare in termini “industriali” la costruzione di un personaggio. Kalisto ha subito volente o nolente una costruzione non certamente innovativa, ma una questione l’ho trovata particolarmente interessante nel suo personaggio.
La WWE nella recente storyline del titolo US, ha fatto un quasi esperimento sociologico, ovvero: può un wrestler con movenze, stile e caratteristiche molto simili a uno del passato, riuscire agli occhi del pubblico ad assurgere alla stessa credibilità del precedente praticamente subito? Perché di fatto Kalisto è passato dal buio della pancia del roster a un ruolo discretamente di rilievo con la faida con Alberto del Rio.
Ma in tutto ciò potrebbero esserci alcuni fattori che potrebbero consolidarlo, in una forbice che va dal midcard al main event a seconda delle future situazioni. A differenza di Sin Cara (il primo) che è stato l’esperimento fallito, la componente umana farà la differenza e il non comportarsi da pazzo, vi svelo un segreto, aiuta in ogni ambiente di lavoro.
Adesso siamo anche nel periodo dell’anno più difficile, dopo Fastlane verranno serrate le file e lo spazio per Social Outcasts e similari si ridurrà fino al fisiologico bisogno di equilibrio di Raw e quindi dopo la faida con Del Rio, sarà interessante vedere che piega prenderà e come verrà valorizzato il push di questi mesi.
Una cosa mi sento di dirla, nel breve, spero di tutto cuore di vedere conclusa la serie di incontri con Del Rio il prima possibile; è stato fatto tutto quello che si poteva fare, è stato ottimizzato al massimo lo spazio televisivo per dare questo sostanzioso push a Kalisto, ma adesso basta, per pietà.
Un allineamento dei pianeti favorevoli per vederlo tra qualche tempo campione WWE è estremamente difficile, ma non mi sentirei di escluderlo totalmente, certo è più realistico pensare a un regno US lungo qualche mese, che riuscirà a scollinare Wrestlemania e vederlo ben figurare nello scontato Money in the Bank 2016. Ammetto di non essere un grande appassionato e cultore della Lucha Libre, almeno non in WWE, perché ho sempre l’impressione di artificialità, passatemi all’assurto, tipo vedere la tua rock band preferita da Barbara d’Urso. Fuori luogo.

P.s. : Ci sarà modo di tributare il giusto valore nei prossimi giorni a Daniel Bryan, ma un brevissimo pensiero non riesco a trattenerlo. “Quando un uomo buono va in guerra, i demoni scappano”, mi viene in mente questa frase per ripensare al valore storico di Bryan, il resto sarebbe inutile retorica. #yesyesyes