5. NO BECKY, NO PARTY
A differenza di Raw, la categoria femminile di Smackdown non può contare su un numero elevato di starpower. Carmella e Alexa sono a gli inizi della loro avventura nonostante un character in costante crescita, Nikki Bella sembra aver perso quel clamore di un tempo mentre Naomi e Natalya vivono di alti e bassi. La superstar dominante dell’intero roster è senza dubbio Becky Lynch. La wrestler irlandese trascina la folla, quando c’è l’atmosfera si infiamma e purtroppo quando non c’è, è un problema. Sfortunatamente un infortunio non le ha permesso di lottare e il ppv ne ha risentito. Un incidente che si è fatto sentire, nella speranza di ritrovarla al più presto.
4. IL RITORNO DI LUKE HARPER
A dispetto di quello che la sfida tra Orton e Wyatt ci ha proposto, il non-main event del ppv verrà ricordato per il ritorno sul ring di Luke dopo mesi di stop ai box per un infortunio piuttosto serio. Il non essere stato scelto durante il Draft, poteva far pensare per l’introduzione di un nuovo character e rilanciare la carriera di Harper ed invece si è optato per la strada più sicura, come braccio destro di Wyatt e risultare determinante per la vittoria del capo. Aver lottato negli house show delle scorse settimane ha smorzato quel che poteva essere un autentica sorpresa, ma se si voleva dare una decisa impronta una volta andata via la luce, beh, lo sguardo dell’adepto parla da se.
3. 1…2…e 3!
Ebbene si, No Mercy poteva essere ricordato come l’evento in cui John Cena diventa un 16 volte campione del mondo ed invece domenica scorsa abbiamo assistito al terzo job di Cena concesso ad AJ Styles. Alcuni non avevano digerito la sconfitta di John in quel di MITB in quanto l’intervento del Club aveva sporcato il finale ma successivamente a Summerslam è arrivato un pin più pulito che mai, un fatto alquanto raro nella carriera di Cena. E con No Mercy è arrivata il terzo schienamento subito a favore del campione del mondo. I tempi sono cambiati, l’età avanza e come è giusto che sia ci sono dei momenti in cui bisogna contribuire all’ascesa di un nuovo leader. John è sempre un punto fermo della WWE e quanto accaduto non intacca il suo status ma il triple job concesso è un fatto da ricordare.
2. INIZIO COL BOTTO!
A volte un problema non è in realtà un problema e con dell’ingegno si può creare un diversivo vincente. Ogni tanto fare qualcosa di differente aiuta in positivo e spostare il vero Main Event del ppv ad inizio show è stato innovativo e affascinante. Il face to face per le presidenziali americane potevano rovinare la festa ed invece come si suol dire nelle favole, tutto è bene quel che finisce bene. Un modo inusuale per riscaldare il pubblico ma partire con l’adrenalina al massimo è stata una bella esperienza. Il triple threat tra AJ, Cena ed Ambrose ovviamente non ha deluso regalandoci anche un intermezzo per rimescolare le carte. La doppia sottomissione ai danni di AJ ha dato quella scintilla in più che un ME deve di tanto in tanto concedere al proprio pubblico. Finale adatto per quello che AJ Styles rappresenta, ovvero colui che comanda, una bella sediata usufruendo nel NO DQ e via.
1. DOLPH ZIGGLER IC CHAMPION
A Backlash c’è stato grande spettacolo, eppure a No Mercy i due wrestler hanno alzato l’asticella e con un ottima performance si sono guadagnati il diritto di salire in cima alla classifica. Oltre a riconoscere a Dolph e a Mizanin il proprio merito, va altre sì detto come il contorno della suddetta sfida sia stato preparato nei minimi dettagli affinché venisse restituita un atmosfera speciale, con sfumature drammatiche in cui Ziggler vestiva i panni dell’eroe che di fronte all’ultima chance, riesce a sopravvivere nonostante le numerose avversità che lo hanno ostacolato durante l’incontro. L’eroe che riesce a sventare ogni attacco nei suoi confronti, come le due Skull Crushing Finale di The Miz in seguito alle azioni di Maryse prima, e di quel che resta della Spirit Squad dopo. Peraltro la situazione in bilico all’interno della fed da parte di Ziggler lasciava aperto qualsiasi scenario. Il trionfo di Dolph con successiva celebrazione tra il pubblico può essere vista come un riscatto ma a quanto pare la faida è ben lungi per annunciare il fatidico “the end”.