La AEW è l’argomento pruriginoso per eccellenza ultimamente, con un po’ di ritardo ma evitando di fare ragionamenti troppo “a caldo” in questi giorni mi sono rivisto il Blood and Guts, a mio avviso il momento più rilevante da inizio 2021 in AEW. Senza entrare nelle questioni tecniche che sono state abbondantemente sviscerate sul nostro sito e che finirei noiosamente a ripetere, questa stipulazione che vuole andare a legarsi alla storia del wrestling anni Ottanta ci pone un interrogativo non di poco conto.
Considerando che il wrestling è ciclico e che inventare qualcosa di nuovissimo è estremamente raro, in questo “ciclo” dalle parti di Jacksonville, come si diceva, sono andati a pescare nel passato.


Abbiamo visto l’esito. Il fatto che si tratti di una citazione del periodo storico che più adoro nella storia del wrestling, forse falsa un po’ il mio pensiero al riguardo, ma credo sia stato più che apprezzabile. Ma di contro a questo mio pensiero, comprendo i limiti oggettivi che una stipulazione così ingessata possa avere.
E allora mi chiedo, fino a dove in questo momento storico è giusto pescare e ripetere idee che nel 1987 sarebbero state grandiose e adesso poco digeribili? La recente NWA ci ha insegnato che dopo la luna di miele delle prime stagioni di Powerrr così “fresco” nel suo vecchio modo di esistere, adesso stia mostrando il fianco, tra un roster debolissimo e storyline semplicemente noiose.
La AEW ha spinto sull’acceleratore della nostalgia numerose volte con i suoi Sting, Jake Roberts e compagnia varia, ma mai aveva dedicato qualcosa del genere allo spazio televisivo.


Il feeling del grande match stesso è stato sottolineato dal pubblico pagante a bordo ring. Lo spot finale (rivedibile…) è innegabile abbia ricordato i finali di ppv della WWF ’99-’00.
Dunque, una serie di elementi che sono stati funzionali a lanciare nelle tv di tutto il mondo un MJF all’apice della sua gloria, nel momento più importante della sua carriera.
C’è ancora un sottinteso in tutto questo, il modello di business che la AEW sta cercando di imporre con forza, non avendo paura di non “spaccare” con le vendite dei ppv.
Strategicamente qualcosa da osservare, se dall’altra parte con accordi blindati le entrate sono certe sia su tv che ppv abbassando di molto il livello generale, in AEW viene data la priorità ad una puntata televisiva di inizio maggio rispetto al ppv di due settimane dopo. Il Blood and Guts poteva essere tranquillamente parte di quella card, ma volutamente non è stato così.
Si arriva all’ultimo tuffo ad annunciare il match del campione del mondo, perché chiunque sia nessuno è al livello del Kenny Omega attuale, ma soprattutto questo ppv non conta poi così tanto.


Sono tutte mosse coraggiose, sicuramente ben calcolate, ma che scuotono pesantemente le nostre abitudini. Sono fermamente convinto che nell’era dello streaming legale si debba innovare in qualche forma, ma certi punti di riferimento, quali il sistema weekly show+ppv siano intoccabili e intrinsechi nella disciplina. Lieto di sbagliarmi, ma certe forzature mi risultano “falsi miti di progresso”, non dimentichiamo mai chi siamo e come siamo arrivati fino qua.