Siamo realisti, quando si parla di Royal Rumble tutti ne hanno una preferita. È difficile mettere d’accordo tutti parlando di gusti, ma su una cosa possiamo tutti concordare, ed è che l’edizione del 1992 è quella più storica per star power e storytelling.

Partiamo dal primo punto, cioè chi ha partecipato a questo match. I tre nomi più grossi che saltano subito all’occhio sono Ric Flair, Hulk Hogan e Randy Savage, tre papabili alla vittoria finale nonché nomi famosissimi in tutto il mondo. Come se non bastasse un reparto di seconde linee leggendario, composto da Ted DiBiase, anche lui papabile alla vittoria, ma meno probabile di quelli già menzionati, Roddy Piper, Jake Roberts e Shawn Michaels in rampa di lancio verso un push veramente importante. Neanche così vi basta? E allora eccovi un altro paio di nomi che vi faranno capire quanto in alto fosse lo star power in quel ring: Nikolai Volkoff, Jimmy “Superfly” Snuka, Sid Justice e British Bulldog. Non un solo nome stona.

Passiamo a quello che accade nel ring però. Il match non prevede il solito match titolato per Wrestlemania per il vincitore, ma il titolo mondiale stesso. Ma perché? Dopo un match tra Undertaker e Hulk Hogan con il titolo detenuto dal becchino in palio, la compagnia decide di rendere il titolo stesso vacante, visto che Hogan aveva vinto la sfida in maniera scorretta, e che il futuro si sarebbe deciso nella Rumble. I primi due ad entrare sono DiBiase e British Bulldog, colpi e contraccolpi volano, fino a quando il Million Dollar Man pensa di aver eliminato l’inglese, finendo fuori dal match pochi secondi dopo. Terzo ingresso è quello di Ric Flair, al suo debutto nella Rumble. Bulldog riesce a tenergli testa, ma Flair ha dalla sua un’infinità di scorrettezze che lo salvano ogni volta che sembra per lui sia finita. Jerry Sags dei Nasty Boys è il numero quattro, ma non dura molto, perché dopo aver cercato un’alleanza temporanea con Ric Flair viene eliminato da Bulldog. Arriva Haku, e Flair cerca di nuovo un’alleanza temporanea, rompendola poco dopo attaccando il samoano. Non passa molto tempo che Haku tocca il pavimento con entrambi i piedi eliminato da Bulldog. Da qui in poi inizia il match inizia ad incalzare il ritmo. Entra Shawn Michaels che riesce a tenere testa agli altri due, nonostante ogni secondo sembra possa essere l’ultimo; Tito Santana è il numero sette, dopo altri ingressi mentre Michaels cerca di eliminarlo riesce a portarlo fuori con sé, eliminandolo a sua volta. Non vi racconto altro, spero che guardiate quello che accadrà da qui in poi. Vecchi nemici si scontrano, vecchi amici si sfidano, alleanze si creano e distruggono. Questo match ridefinisce quello che nel futuro diventerà la Royal Rumble.